Porti
ravenna
14 dicembre 2016
La Cgil: "Subito fondali a 12,5 metri"
14 dicembre 2016 - ravenna - La Filt Cgil della provincia di Ravenna ritiene necessario e non più rinviabile "un serio rilancio del sistema portuale ravennate. E’ sotto gli occhi di tutti quanto è avvenuto negli ultimi anni. Abbiamo assistito a veti incrociati e azioni di ostruzionismo tra i vari attori del porto (Comune di Ravenna, Confindustria, Autorità Portuale) che hanno portato alla paralisi dei possibili progetti di sviluppo. La conseguenza è stata che molte opportunità, che si sarebbero potute sfruttare, sono state perse e forse non si ripresenteranno più. Nel contempo in Europa e nel Mediterraneo (Africa del Nord) altri sistemi sono cresciuti, si sono sviluppati e hanno occupato quote importanti del mercato".
Per la Cgil "ora serve una piattaforma politica industriale ampia, in grado di individuare le priorità e misurare sulle stesse tutte le parti in causa. Il punto di vista del lavoro, in tutte le sue declinazioni, è centrale per un processo di queste dimensioni. Nello scorso settembre è entrata in vigore la revisione legislativa del sistema portuale italiano e ora, nel nuovo contesto, è necessario innestare gli obiettivi per il nostro territorio".
La definizione di una piattaforma politica può rappresentare "una grande opportunità, traducendosi in un volano per lo sviluppo dell’intero territorio provinciale. E’ un’opportunità per ottenere un riassetto logistico/viario (ferrovie, strade etc) per la qualità della vita dell’insieme dei cittadini.
Occorre aumentare la competitività/attrattività del sistema portuale per aumentare i volumi del traffico merci e degli investimenti. Bisogna essere competitivi con il resto dell’Europa".
Per fare questo "è fondamentale avere tempi rapidi e certi per l’approfondimento del canale porto a 12,5 metri per riuscire a investire i soldi già da tempo stanziati e permettere di attirare, in queste condizioni, navi anche di stazza superiore. In parallelo servono investimenti strutturali su alcuni terminal, che permettano di implementare i processi della trasformazione in loco dei prodotti sbarcati, creando così un maggiore valore aggiunto per le attività. Infine serve un piano mirato sulle infrastrutture ferroviarie (ultimo miglio) e viarie tale da consentire una corretta gestione di un maggior flusso di merci.
Si deve creare lavoro di qualità e in sicurezza, rilanciando il rinnovo del Protocollo Porto Ravenna, anche alla luce delle criticità emerse negli ultimi mesi, con l'intento di rafforzare la cultura della sicurezza e della prevenzione in tutto il sistema del porto.
L’obiettivo è costruire un patto di sistema con precisi step e tempi certi sulle scelte da compiere, la sfida è aperta a tutte le parti sociali, pubbliche e private, perché solo un sistema fortemente coeso può garantire scelte celeri ed efficaci.
Non ultimo il ruolo della Regione Emilia Romagna, che deve dimostrare maggiore convinzione nel ruolo dell'unico Porto di Sistema, come volano per la crescita di un'area molto più vasta. Tutti i lavoratori del porto di Ravenna devono poter partecipare attivamente e consapevolmente al rilancio di questo progetto e contribuire al suo sviluppo".
© copyright Porto Ravenna News
Per la Cgil "ora serve una piattaforma politica industriale ampia, in grado di individuare le priorità e misurare sulle stesse tutte le parti in causa. Il punto di vista del lavoro, in tutte le sue declinazioni, è centrale per un processo di queste dimensioni. Nello scorso settembre è entrata in vigore la revisione legislativa del sistema portuale italiano e ora, nel nuovo contesto, è necessario innestare gli obiettivi per il nostro territorio".
La definizione di una piattaforma politica può rappresentare "una grande opportunità, traducendosi in un volano per lo sviluppo dell’intero territorio provinciale. E’ un’opportunità per ottenere un riassetto logistico/viario (ferrovie, strade etc) per la qualità della vita dell’insieme dei cittadini.
Occorre aumentare la competitività/attrattività del sistema portuale per aumentare i volumi del traffico merci e degli investimenti. Bisogna essere competitivi con il resto dell’Europa".
Per fare questo "è fondamentale avere tempi rapidi e certi per l’approfondimento del canale porto a 12,5 metri per riuscire a investire i soldi già da tempo stanziati e permettere di attirare, in queste condizioni, navi anche di stazza superiore. In parallelo servono investimenti strutturali su alcuni terminal, che permettano di implementare i processi della trasformazione in loco dei prodotti sbarcati, creando così un maggiore valore aggiunto per le attività. Infine serve un piano mirato sulle infrastrutture ferroviarie (ultimo miglio) e viarie tale da consentire una corretta gestione di un maggior flusso di merci.
Si deve creare lavoro di qualità e in sicurezza, rilanciando il rinnovo del Protocollo Porto Ravenna, anche alla luce delle criticità emerse negli ultimi mesi, con l'intento di rafforzare la cultura della sicurezza e della prevenzione in tutto il sistema del porto.
L’obiettivo è costruire un patto di sistema con precisi step e tempi certi sulle scelte da compiere, la sfida è aperta a tutte le parti sociali, pubbliche e private, perché solo un sistema fortemente coeso può garantire scelte celeri ed efficaci.
Non ultimo il ruolo della Regione Emilia Romagna, che deve dimostrare maggiore convinzione nel ruolo dell'unico Porto di Sistema, come volano per la crescita di un'area molto più vasta. Tutti i lavoratori del porto di Ravenna devono poter partecipare attivamente e consapevolmente al rilancio di questo progetto e contribuire al suo sviluppo".
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