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ravenna 27 settembre 2022

Elicottero in mare, dispersi e inquinamento: ma è un'esercitazione

L'operazione coordinata dalla Direzione Marittima – Guardia Costiera dell’Emilia-Romagna

27 settembre 2022 - ravenna - Si è svolta questa mattina, nelle acque al largo del litorale di Cervia, l’esercitazione annuale di ricerca e soccorso in mare, e antinquinamento, coordinata dalla Direzione Marittima dell’Emilia-Romagna.

Lo scenario ipotizzato, di elevata complessità, ha simulato l’incidente di un mezzo aereo, nello specifico un elicottero precipitato in mare con due persone a bordo, e proprio per questo l’esercitazione ha assunto la denominazione tecnica di “Airsubsarex”.

 

L’allarme, con contestuale avvio dell’esercitazione, è pervenuto direttamente alla sala operativa della Direzione Marittima, con sede a Porto Corsini, che in base alle disposizioni di legge ha assunto il coordinamento delle operazioni di ricerca e salvataggio in mare in qualità di Centro Secondario di soccorso marittimo (Maritime Rescue Sub Center), con delega per le acque antistanti l’Emilia-Romagna fino alla distanza di 40 miglia nautiche, circa 74 km dalla costa.

Inizialmente è stato attivato il Piano SAR marittimo nazionale (SAR è un acronimo che individua anche le motovedette della Guardia Costiera, e sta per “search and rescue”, ricerca e soccorso), con invio immediato sul punto presunto dell’incidente della motovedetta “ognitempo” CP 328, il cui equipaggio è sempre pronto presso la stazione navale di Marina di Ravenna, 365 giorni all’anno, oltre ad un battello pneumatico con a bordo gli operatori subacquei della Guardia Costiera del 1° Nucleo di San Benedetto del Tronto, e ad una motovedetta del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza. 

Sul punto è stata dirottata anche un’altra unità navale della Guardia Costiera, la CP 612, dislocata presso il porto di Cesenatico, ed è stato richiesto l’intervento di un mezzo aereo della Guardia Costiera, un velivolo tipo ATR 42, proveniente dalla base di Pescara, che ha eseguito la ricerca di eventuali superstiti in mare.  

Nel frattempo, da Cervia, è partita un’altra motovedetta della Guardia Costiera, la CP 552, con a bordo personale medico del 118, imbarcato in forza del protocollo operativo tra la Direzione Marittima ed il Servizio 118 Romagna, secondo la procedura comunemente seguita in caso di emergenza medica in mare.

E presso la sala operativa della Direzione Marittima si è costituito il centro di gestione delle emergenze complesse, con la partecipazione di due rappresentanti dei Vigili del Fuoco, rispettivamente della Direzione Regionale e del Comando Provinciale di Ravenna, come previsto dall’accordo operativo sottoscritto a luglio di quest’anno dai Comandi regionali dell’Emilia- Romagna di Guardia Costiera e Vigili del Fuoco.

Questo l’assetto operativo messo in campo per la fase della ricerca e salvataggio in mare di eventuali superstiti, che ha visto l’impiego simultaneo di cinque unità navali e di un mezzo aereo della Guardia Costiera, oltre all’attivazione del servizio 118 e del centro di gestione delle emergenze complesse presso la sala operativa della Direzione Marittima.

Contestualmente, a seguito di fuoriuscita simulata di idrocarburi dal mezzo aereo precipitato in mare, è stato attivato il Piano antinquinamento locale della Capitaneria di porto di Ravenna, che su autorizzazione dei funzionari preposti del Ministero della Transizione ecologica ha visto l’impiego operativo dei mezzi specializzati per l’antinquinamento del Consorzio Castalia, partiti dal porto di Ravenna e coordinati dalla sala operativa della Direzione Marittima.

Intanto l’ATR 42 della Guardia Costiera, appositamente allestito con sensori di scoperta per gli idrocarburi ed altre sostanze inquinanti, ha effettuato il monitoraggio ambientale dell’area di operazioni allo scopo di mappare la zona d’intervento e fornire elementi conoscitivi utili ai mezzi antinquinamento ed alla Capitaneria di Porto di Ravenna, in qualità di autorità coordinatrice di tutte le risorse in campo ai sensi della Legge sulla difesa del mare n.979 del 1982. 

L’esercitazione si è conclusa al termine di circa tre ore di attività, che ha consentito a tutte le forze partecipanti ed all’autorità di coordinamento di testare sul campo i piani operativi in vigore, a tutto vantaggio della prontezza d’intervento in situazioni di emergenza reale e della capacità di lavorare in squadra in contesti dove il tempo e l’integrazione delle procedure rappresentano fattori determinanti per la buona riuscita delle operazioni.  


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