sicurezza e cambiamento

Energia

ravenna 24 gennaio 2019

Il sindaco: "Intesa sul gas disastrosa. Il 9 sarò in piazza a Roma"

Pini (Lega): "Non è finita. Cada pure il governo". Roca, Cgil, Pd molto polemici

24 gennaio 2019 - ravenna - "L’intesa raggiunta questa notte tra M5S e Lega sulle estrazioni è disastrosa". Il commento del sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, è netto e boccia le modifiche all'emendamento No Triv.


"In questa circostanza - dice de Pascale - ho apprezzato sinceramente l'impegno bipartisan che si è sviluppato da parte di molti esponenti politici del nostro territorio, ma in politica quello che conta non è tanto l'impegno quanto i risultati e quelli finora sono tutt'altro che soddisfacenti. La Lega è ancora in tempo per alzare la testa sia al Senato che alla Camera e ribadisco la richiesta a Salvini di venire a Ravenna a incontrare i lavoratori e le imprese prima dell'approvazione definitiva".


In primo luogo "l’accordo raggiunto produce un provvedimento incostituzionale perché l’emendamento interviene su una legge, il DL semplificazioni, che tratta tutt’altro argomento.Il secondo grave aspetto è che non ci sono le coperture finanziarie, perché l’aumento dei canoni sarà oggetto di ricorsi pesantissimi e porterà a rinunce alle concessioni; è dunque illusorio pensare che con un aumento dei canoni si determini automaticamente un aumento del gettito.Terzo, questo provvedimento in nessun modo tutela l’ambiente anzi, aumenterà le emissioni poiché non riduce il consumo di fonti fossili, quello sì sarebbe un obbiettivo serio, ma semplicemente penalizza la produzione nazionale a favore delle importazioni e il gas estratto all’estero, per essere trasportato, ha una dispersione di circa il 30% con conseguente aumento delle emissioni.
Infine, aspetto fondamentale, si manda un messaggio devastante a tutti gli investitori rispetto alla credibilità nazionale".


Il sindaco annuncia che il 9 febbraio sarà a manifestare a Roma "con le migliaia di lavoratori, le imprese e i sindacati del comparto offshore di Ravenna che insieme a me giorni fa hanno sottoscritto un appello pubblico per chiedere con forza al Governo di fermare l’emendamento e di indicare con chiarezza quale sia la strategia energetica nazionale".


Da Gianluca Pini, presidente della Lega Nord Romagna, impegnato in questi giorni assieme a Giorgetti e ad altri esponenti della Lega in un duro braccio di ferro con i 5stelle a difesa del comparto Oil&Gas, arrivano segnali che non tutto sarebbe perduto: “Lavoreremo fino all'ultimo, se serve anche durante la seconda lettura alla Camera, per salvaguardare il settore Oil&Gas: l’emendamento uscito dalla mediazione di stanotte infatti non tutela ancora a sufficienza il comparto; l’obiettivo finale è una legge che tuteli l’ambiente ma senza posizioni talebane che bloccano sviluppo e lavoro”.
“Ci è stato detto che senza un accordo su questa norma sarebbe potuto saltare il Governo” ha dichiarato Pini. “Personalmente avrei barattato volentieri la tenuta del settore con la fine di questa esperienza che ha mostrato troppi, imbarazzanti limiti da parte dei 5stelle; ma non sono io a decidere, anche se moltissimi elettori leghisti la pensano come me. Mi fa piacere comunque la dura presa di posizione di Salvini: ha ragione, la politica dei NO porta solo a schiantarsi contro i muri. Speriamo in meglio, e presto".

Dalla Cgil un netto sostegno al settore dell'Oil&Gas. ""La risposta che è arrivata dal Governo relativamente alla questione del comparto Oil&gas è grottesca ed è l'esatta fotografia del pressapochismo con il quale un argomento così importante venga trattato. Il “contentino” che ci viene proposto, riduzione del periodo di stop da 3 anni a 18 mesi, non risolve minimamente il problema.
Non si tratta di contrattare un periodo piuttosto che un altro: qui stiamo parlando di un settore che sta riprendendo vigore dopo un periodo dove si è rischiato lo stallo delle attività. Eni ha in programma investimenti per 2 miliardi di euro tra il 2019 e il 2020; tra l'altro il Distretto Centro-Settentrionale di Marina di Ravenna ha ripreso ad assumere giovani.
Stiamo parlando di un settore dove la sicurezza del lavoro e il rispetto di tutte le norme a tutela dell'ambiente sono ai massimi livelli. È un settore che da sempre fa da traino all'economia locale e che ha prodotto ricchezza sul territorio. È un settore che produce gas metano, da tutti indicato come la fonte di energia necessaria nel processo di transizione verso le rinnovabili; percorso che nessuno di noi sta mettendo in discussione, anzi siamo tutti consapevoli che questa sia la giusta direzione per perseguire anche gli obiettivi di salvaguardia dell'ambiente. Tutto questo rischia di essere azzerato a causa di un emendamento basato su cosa? Quali sono le reali motivazioni che hanno spinto a promuoverlo?
L'Italia è l'unico paese nel quale esiste il limite di perforazione entro le 12 miglia, abbiamo delle norme tra le più restrittive d'Europa, siamo il paese che ha già rispettato e superato gli obiettivi di transizione verso le rinnovabili, al contrario della Germania che continua tranquillamente a bruciare carbone.
La mediazione trovata dagli attuali governanti non è certamente la soluzione, serve un confronto serio nel merito delle questioni; che vengano nel nostro territorio a confrontarsi con i lavoratori, con le istituzioni, con le aziende e con le organizzazioni sindacali.
Nel frattempo, però, il 9 di febbraio andremo tutti quanti a Roma per la manifestazione proclamata da Cgil, Cisl e Uil. Non possiamo sperare che qualcun altro risolva il problema al posto nostro, ogni lavoratore dovrà mettersi in gioco, bisogna riempire i pullman, ci metteremo la faccia come abbiamo sempre fatto".

Duro il Roca, presieduto da Franco Nanni: "Anche se il testo risulta migliorato rispetto alla versione di ieri in quanto la sospensione non si applica ai procedimenti relativi al conferimento di concessioni di coltivazioni e l’aumento dei canoni viene ridotto a 25 volte dalle 35 iniziali, purtroppo il tutto rimane comunque negativo per la nostra attività e va migliorato ulteriormente.
Mi sorprende la dichiarazione del Ministro dell’ambiente Sergio Costa. Vuole sospendere le attività in Italia per passare a energie alternative. Allora dovrebbe battersi anche per non importare gas dall’estero. È una presa in giro degli Italiani. In questo modo interrompiamo la produzione di gas in Italia per importare il gas dall’estero: spendendo di più, inquinando di più e togliendo posti di lavoro in Italia".

I consiglieri regionali del Partito Democratico Gianni Bessi, Manuela Rontini e Mirco Bagnari chiedono alla Giunta, tramite un'interrogazione, di "convocare con urgenza un Tavolo regionale del settore Oil&Gas e chiedere al governo di fare altrettanto a livello nazionale, bloccando nel contempo l'iter della misura all'interno del decreto-legge Semplificazione". Quello delle estrazioni di gas - scrivono i consiglieri nell'atto ispettivo - "è un distretto produttivo centrale per l'economia regionale e statale, ai primi posti in Italia e in Europa per concentrazione di aziende, professionalità e attività di ricerca e trasferimento tecnologico".


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