sicurezza e cambiamento

Trasporti, Logistica

roma 11 marzo 2020

Chiusi negozi e locali in tutto il Paese. Aperte fabbriche, alimentari, farmacie

Il discorso del presidente del Consiglio alla nazione. In allegato il testo del DPCM

11 marzo 2020 - roma - Alimentari, farmacie, parafarmacie, benzinai, edicole, tabaccai, idraulici e meccanici restano aperti. Garantiti i servizi bancari, postali, finanziari, assicurativi. Aperte industrie e fabbriche, che dovranno svolgere la loro attività adottando misure di sicurezza per evitare il contagio. Si incentiva la regolazione di turni di lavoro, ferie anticipate e chiusura dei reparti non indispensabili per la produzione. Garantiti i trasporti e i servizi di pubblica utilità e le attività del settore agricolo, zootecnico, di trasformazione agroalimentare comprese le filiere che offrono beni e servizi rispetto a queste attività.Sono consentite le consegne a domicilio. Chiudono anche i servizi di mensa che non garantiscono la distanza di un metro di sicurezza. Domenico Arcuri è stato nominato commissario delegato, con ampi poteri di deroga.

"Gli esiti di queste misure - ha affermato Conte - sono attesi tra un paio di settimane". Da fonti di Palazzo Chigi, questi provvedimenti potrebbero restare in vigore fino al 25 marzo.

In allegato il testo integrale del DPCM dell'11 marzo 2020.


Il discorso del presidente Giuseppe Conte

"Vorrei cominciare ringraziando prima di tutto, ancora una volta, i medici, gli operatori sanitari, i ricercatori che semmai anche in questo momento che vi parlo stanno lavorando senza sosta negli ospedali per combattere l’emergenza sanitaria, per curare i nostri malati.

Il mio grazie va anche a tutti voi che state rispettando le misure che il Governo ha adottato per contrastare la diffusione del virus.
Vi ringrazio perché so che state cambiando le abitudini di vita, state compiendo dei sacrifici e so che non è facile, ma sappiate che queste vostre rinunce – piccole, grandi – stanno offrendo un grande contributo, prezioso al Paese.

L'Italia possiamo dirlo forte, con orgoglio, sta dando prova di essere una grande Nazione, una grande comunità, unita e responsabile.

In questo momento tutto il mondo ci guarda: certamente ci guardano per i numeri del contagio, vedono un Paese che è in difficoltà ma ci apprezzano anche perché stiamo dando prova di grande rigore, di grande resistenza e io ho una profonda convinzione, vorrei condividerla con voi, domani non solo ci guarderanno ancora e ci ammireranno, ci prenderanno come esempio positivo di un Paese che, grazie al proprio senso di comunità, è riuscito a vincere la sua battaglia contro questa pandemia.

Siamo, lo ricordo, il Paese che per primo, in Europa, è stato colpito più duramente dal coronavirus, siamo anche quelli però che stanno reagendo con maggior forza, con la massima precauzione, diventando giorno dopo giorno un modello anche per tutti gli altri.

Governare significa avere una visione a 360 gradi: questa sfida, ormai lo sappiamo bene, riguarda la salute dei cittadini, è una sfida che mette a dura prova il nostro Sistema sanitario nazionale ma riguarda anche la tenuta della nostra economia, del nostro tessuto produttivo fatto di piccole, di medie imprese. Nelle scelte che ho fin qui assunto, abbiamo tenuto conto, insieme a tutti i Ministri, di tutti gli interessi, di tutti i valori in gioco.

Ho fatto un patto con la mia coscienza. Al primo posto c’è e ci sarà sempre la salute degli italiani.
Soli pochi giorni fa vi ho chiesto di cambiare le vostre radicate abitudini di vita, rimanendo a casa il più possibile, uscendo solo lo stretto necessario.

La stragrande maggioranza di voi italiani ha risposto in modo straordinario. Quando ho adottato queste misure, che limitano anche alcune delle nostre amate libertà, ero consapevole che si trattava di un primo passo. E ragionevolmente non sarebbe stato l’ultimo.

Oggi è chiaro, siamo consapevoli che in un Paese grande, moderno, complesso, come lo è il nostro, bisogna procedere gradualmente: affinché tutti possano comprendere il momento difficile che stiamo vivendo e accettare i cambiamenti richiesti.

Ora è arrivato il momento di compiere un passo in più.

Quello più importante.

L’Italia sarà sempre una zona unica. L’Italia protetta.

Ma ora disponiamo la chiusura di tutte le attività commerciali e di vendita al dettaglio, ad eccezione dei negozi di generi alimentari, di prima necessità e delle farmacie, delle parafarmacie.

Quindi non è necessario fare nessuna corsa per acquistare cibo nei supermercati.

Chiudono però negozi, bar, pub, ristoranti, lasciando la possibilità di fare consegne a domicilio.

Chiudono anche parrucchieri, centri estetici, servizi di mensa che non garantiscono la distanza di sicurezza di 1 metro di sicurezza.

Per quanto riguarda le attività produttive e professionali, va attuata il più possibile la modalità del lavoro agile, vanno incentivate le ferie e i congedi retribuiti per i dipendenti.

Restano chiusi i reparti aziendali che non sono indispensabili per la produzione.

Le industrie potranno ovviamente continuare a svolgere le proprie attività produttive a condizione che assumano protocolli di sicurezza per i propri lavoratori al fine di evitare il contagio.

Sono incentivate le fabbriche e le industrie a prendere misure che siano adeguate per reggere questo momento: quindi regolazione dei turni di lavoro, ferie anticipate, chiusura dei reparti non indispensabili.

Resta ovviamente garantito lo svolgimento dei servizi pubblici essenziali, tra cui i trasporti, i servizi di pubblica utilità, i servizi bancari, postali, finanziari, assicurativi nonché tutte quelle attività necessarie accessorie rispetto al corretto funzionamento dei settori rimasti in attività.

Saranno garantite le attività del settore agricolo, zootecnico, di trasformazione agroalimentare comprese le filiere che offrono beni e servizi rispetto a queste attività.

Quindi continueranno le loro attività nel rispetto della normativa igienico-sanitaria.

La regola madre rimane la stessa: dobbiamo limitare gli spostamenti alle attività lavorative per motivi di salute o per motivi di necessità, come fare la spesa.

E’ importante essere consapevoli che abbiamo cominciato da poco a cambiare le nostre abitudini. L’effetto di questo nostro grande sforzo potremo vederlo solo tra poche settimane, un paio di settimane.

Nessuno quindi deve pensare che già domani, nei prossimi giorni, potremo misurare l’impatto di queste misure. Per avere un riscontro effettivo dovremo attendere un paio di settimane. E questo è molto importane. Quindi, lo voglio dire, se i numeri dovessero continuare a crescere, cosa nient’affatto improbabile non significa che dovremo affrettarci a vare nuove misure. Non dobbiamo fare una corsa cieca verso il baratro, dobbiamo essere lucidi, misurati, rigorosi, responsabili.

A breve nominerò anche un commissario delegato per potenziare la risposta delle strutture ospedaliere a questa emergenza sanitaria.
Sarà un commissario che avrà ampi poteri di deroga, che lavorerà per rafforzare soprattutto la produzione e la distribuzione di attrezzature per terapie intensive e subintensive. Avrà anche il potere di creare e impiantare nuovi stabilimenti per la produzione di tali attrezzature e per sopperire alle carenze sin qui riscontrate.

La persona che nominerò sarà il Dott. Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia.

Si avvarrà di questa struttura già consolidata ed esperta nel settore industriale. Si coordinerà con il dott. Borrelli e con la struttura attuale della Protezione Civile. Permettetemi di aprire una parentesi e di ringraziare tutte le donne e gli uomini, il dott. Borrelli, per l’i credibile lavoro che stanno sin qui facendo. Voglio dirvi un’ultima cosa: se rispetteremo tutti queste regole usciremo più in fretta da questa emergenza

Il Paese ha bisogno della responsabilità di ciascuno di noi, della responsabilità di 60 milioni di italiani che quotidianamente compiono piccoli grandi sacrifici per tutta la durata di questa emergenza. Siamo parte di una medesima comunità. Ogni individuo si sta giovando dei propri ma anche degli altrui sacrifici. Questa è la forza del nostro Paese. Una comunità di individui, come direbbe Norbert Elias. rimaniamo distanti oggi per abbracci con più calore per correre più veloce domani, tutti insieme ce la faremo".

DPCM 11 marzo 2020


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