Trasporti, Logistica
16 marzo 2020
Licciardi (ANACER): 'Import cereali in tensione per la situazione internazionale e la logistica"
16 marzo 2020 - “La situazione è molto pesante, perché vengono a sommarsi più fattori negativi. Il panico dei cittadini, le contrapposizioni geopolitiche e le difficoltà logistiche”.
Gli effetti collaterali della diffusione del coronavirus creano grandi difficoltà agli importatori di cereali. Occorre ricordare che l’Italia dipende dall’estero per il 50% di questa materia prima.
“Sui mercati c’è grande incertezza e questo condiziona gli approvvigionamenti” dice Carlo Licciardi, presidente di Anacer, l’associazione nazionale dei cerealisti. “Le aziende acquistano solo il minimo indispensabile, in attesa di quantificare la contrazione dei consumi interni dei prossimi mesi. L’atteggiamento dei consumatori è di panico e questo sballa ogni previsione”.
Il secondo elemento di incertezza è legato alle contrapposizioni geopolitiche: “L’Arabia Saudita ha deciso di produrre più petrolio per abbassare ancora di più il prezzo del petrolio. Una reazione probabilmente dettata dagli accordi tra Turchia e Russia. La situazione sul piano internazionale si aggrava e anche ciò determina tensioni”.
Restando sul piano internazionale, tiene banco l’Argentina che ha applicato una tassa del 30% sull’export di soia. Cereali e anche il bestiame restano all'interno delle imprese agricole e degli allevamenti. Le vendite sono sospese. È la protesta degli agricoltori argentini contro la decisione assunta dal Governo argentino, e in vigore dallo scorso 5 marzo, che prevede l'incremento dal 30 al 33% della tassa sulle esportazioni di soia.
Il blocco delle vendite è in vigore da oggi, 9 marzo, e andrà avanti per quattro giorni. L'aumento della tassazione, che riguarda solo gli agricoltori che producono più di mille tonnellate di soia, rientra nell'ambito di un programma più ampio, finalizzato a ridurre il disavanzo dei conti pubblici. La tassa del 30% sull'export di soia era stata varata nel dicembre dello scorso anno. Una percentuale nettamente superiore a quella introdotta (12,5 per cento) nella stessa occasione per altri prodotti agricoli – come mais e grano – e che non subirà variazione.
Il coronavirus mette, invece, in difficoltà l’autotrasporto. Nonostante le rassicurazioni sui regolari spostamenti dei camion, vige l’incertezza legata alla possibilità che chi percorre certe rotte sia costretto poi alla quarantena. “Questa incertezza crea problemi logistici, perché non sai come programmare certi viaggi, soprattutto per gli autotrasportatori che devono venire dall’estero”. Meno difficoltà per treni e navi, i cui viaggi sono programmati da tempo”.
© copyright Porto Ravenna News
Gli effetti collaterali della diffusione del coronavirus creano grandi difficoltà agli importatori di cereali. Occorre ricordare che l’Italia dipende dall’estero per il 50% di questa materia prima.
“Sui mercati c’è grande incertezza e questo condiziona gli approvvigionamenti” dice Carlo Licciardi, presidente di Anacer, l’associazione nazionale dei cerealisti. “Le aziende acquistano solo il minimo indispensabile, in attesa di quantificare la contrazione dei consumi interni dei prossimi mesi. L’atteggiamento dei consumatori è di panico e questo sballa ogni previsione”.
Il secondo elemento di incertezza è legato alle contrapposizioni geopolitiche: “L’Arabia Saudita ha deciso di produrre più petrolio per abbassare ancora di più il prezzo del petrolio. Una reazione probabilmente dettata dagli accordi tra Turchia e Russia. La situazione sul piano internazionale si aggrava e anche ciò determina tensioni”.
Restando sul piano internazionale, tiene banco l’Argentina che ha applicato una tassa del 30% sull’export di soia. Cereali e anche il bestiame restano all'interno delle imprese agricole e degli allevamenti. Le vendite sono sospese. È la protesta degli agricoltori argentini contro la decisione assunta dal Governo argentino, e in vigore dallo scorso 5 marzo, che prevede l'incremento dal 30 al 33% della tassa sulle esportazioni di soia.
Il blocco delle vendite è in vigore da oggi, 9 marzo, e andrà avanti per quattro giorni. L'aumento della tassazione, che riguarda solo gli agricoltori che producono più di mille tonnellate di soia, rientra nell'ambito di un programma più ampio, finalizzato a ridurre il disavanzo dei conti pubblici. La tassa del 30% sull'export di soia era stata varata nel dicembre dello scorso anno. Una percentuale nettamente superiore a quella introdotta (12,5 per cento) nella stessa occasione per altri prodotti agricoli – come mais e grano – e che non subirà variazione.
Il coronavirus mette, invece, in difficoltà l’autotrasporto. Nonostante le rassicurazioni sui regolari spostamenti dei camion, vige l’incertezza legata alla possibilità che chi percorre certe rotte sia costretto poi alla quarantena. “Questa incertezza crea problemi logistici, perché non sai come programmare certi viaggi, soprattutto per gli autotrasportatori che devono venire dall’estero”. Meno difficoltà per treni e navi, i cui viaggi sono programmati da tempo”.
© copyright Porto Ravenna News