Porti
ravenna
06 agosto 2024
Lavoro portuale, il governo Meloni si opppone agli emendamenti del Pd
Di Martino (segretario Circolo Porto): «Non comportano oneri aggiuntivi e favoriscono il ricambio generazionale»
06 agosto 2024 - ravenna - Denis Di Martino, segretario del Circolo Porto di Ravenna del Partito Democratico, denuncia che il governo Meloni ha intenzione di opporsi agli emendamenti al provvedimento sulle ‘Disposizioni in materia di lavoro’, in particolare a quelli in tema di lavoro portuale, presentati dal Pd alla manovra.
«Premesso che si tratta di emendamenti che prevedono il riconoscimento di lavoro usurante per diverse figure operative in ambito portuale e lo sblocco del fondo per l’incentivazione al pensionamento per i lavoratori dei porti, il Circolo esprime la sua netta contrarietà a un atteggiamento che si ritiene ottuso e incomprensibile, oltre che penalizzante nei confronti del comparto portuale».
«Anzitutto - spiega Di Martino - perché la manovra prevista negli emendamenti non comporta nessun onere aggiuntivo sul bilancio pubblico, ma prevede esclusivamente il riconoscimento del fondo, acceso con risorse delle aziende e dei lavoratori (questo già da previsione contrattuale) oltre al coinvolgimento delle Autorità di sistema portuale (già vigente per Legge)».
«In secondo luogo - aggiunge -, perché il mancato recepimento di questi emendamenti viene a bloccare un ricambio generazionale che porterebbe al nostro Porto personale più giovane e professionalizzato, migliorandone le potenzialità e creando una spirale virtuosa per l’occupazione giovanile nel nostro territorio».
«Bastano queste due semplici, ma pesantissime osservazioni - ribadisce il segretario - per affermare quanto l’atteggiamento del Governo si stia allontanando da un percorso di salvaguardia del lavoro portuale e delle risorse che i Porti nazionali rappresentano per l’economia del Paese, oltre a dover ancora una volta osservare come – in un momento storico dove la mortalità sul lavoro e la precarietà stanno assumendo proporzioni inaccettabili – sulla tutela dei lavoratori nei Porti nessun passo avanti si stia facendo».
Il Circolo «ribadisce con forza che sia ormai imprescindibile che il tema del lavoro in ambito portuale riassuma la sua centralità e al Governo chiede con forza che all’interno dell’iter di perfezionamento della proposta normativa vengano recepite le istanze che tutto il cluster portuale sta portando, anche per permettere ai Porti di essere in grado di affrontare le nuove sfide che stanno avanzando, per la salvaguardia della competitività del nostro sistema portuale».
© copyright Porto Ravenna News
«Premesso che si tratta di emendamenti che prevedono il riconoscimento di lavoro usurante per diverse figure operative in ambito portuale e lo sblocco del fondo per l’incentivazione al pensionamento per i lavoratori dei porti, il Circolo esprime la sua netta contrarietà a un atteggiamento che si ritiene ottuso e incomprensibile, oltre che penalizzante nei confronti del comparto portuale».
«Anzitutto - spiega Di Martino - perché la manovra prevista negli emendamenti non comporta nessun onere aggiuntivo sul bilancio pubblico, ma prevede esclusivamente il riconoscimento del fondo, acceso con risorse delle aziende e dei lavoratori (questo già da previsione contrattuale) oltre al coinvolgimento delle Autorità di sistema portuale (già vigente per Legge)».
«In secondo luogo - aggiunge -, perché il mancato recepimento di questi emendamenti viene a bloccare un ricambio generazionale che porterebbe al nostro Porto personale più giovane e professionalizzato, migliorandone le potenzialità e creando una spirale virtuosa per l’occupazione giovanile nel nostro territorio».
«Bastano queste due semplici, ma pesantissime osservazioni - ribadisce il segretario - per affermare quanto l’atteggiamento del Governo si stia allontanando da un percorso di salvaguardia del lavoro portuale e delle risorse che i Porti nazionali rappresentano per l’economia del Paese, oltre a dover ancora una volta osservare come – in un momento storico dove la mortalità sul lavoro e la precarietà stanno assumendo proporzioni inaccettabili – sulla tutela dei lavoratori nei Porti nessun passo avanti si stia facendo».
Il Circolo «ribadisce con forza che sia ormai imprescindibile che il tema del lavoro in ambito portuale riassuma la sua centralità e al Governo chiede con forza che all’interno dell’iter di perfezionamento della proposta normativa vengano recepite le istanze che tutto il cluster portuale sta portando, anche per permettere ai Porti di essere in grado di affrontare le nuove sfide che stanno avanzando, per la salvaguardia della competitività del nostro sistema portuale».
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