Porti
ravenna
10 ottobre 2024
Ecco il Porto dei prossimi dieci anni
L’Autorità di sistema portuale ha approvato il Documento di programmazione strategica di sistema (DPSS). Accordo con il Comune di Ravenna per uno sviluppo condiviso dello scalo
10 ottobre 2024 - ravenna - Il Comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale ha adottato all’unanimità la prima pietra del nuovo piano regolatore del porto, il DPSS (Documento di programmazione strategica di sistema) e lo ha inviato per i pareri di competenza a Comune e Regione per poi essere approvato dal Ministero, dopo il passaggio alla Conferenza nazionale dei porti, il tutto in 90 giorni quindi entro l’anno.
Un impegno di svariate centinaia di milioni di euro. Il Piano regolatore del 2007, in scadenza nel 2027, aveva un valore di oltre 500 milioni.
Si avvia così un’ulteriore stagione di sviluppo per il porto, quella di cui si vedranno i lavori nei prossimi dieci anni, ora che l’attuazione del precedente Piano regolatore vede ormai attuate tutte le opere tranne i cosiddetti «baffi » o le «due c» all’estremità delle due dighe sulla cui utilità si sta ragionando e il completamento dell’approfondimento del canale Piombone.
Scambio di aree demaniali tra AdSP e Comune
AdSP e Comune di Ravenna hanno raggiunto un accordo che è parte integrante del nuovo DPSS e prevede uno scambio di aree demaniali di interesse per entrambe le parti: via Classicana, che collega i terminal del porto a destra del Canale Candiano, passa dal demanio comunale a quello marittimo e quindi all’Autorità di Sistema Portuale. In permuta, l’AdSP cede al Comune viale delle Nazioni e piazzale Adriatico a Marina di Ravenna, oltre a piazzale Aldo Moro in darsena di città, che di porto non hanno più nulla da tempo.
Un futuro condiviso per il Porto e la città
Il segretario generale dell’AdSP, Fabio Maletti sottolinea che «la collaborazione tra i due enti per lo svikuppoo degli strumenti urbanistici supera per importanza il DPSS stesso, in quanto in una visione a lungo termine la stretta collaborazione fra i due Enti non potrà che portare un maggiore svikuppo del porto non chiuso in sé ma all’interno di un disegno condiviso del territorio che è e rimane prerogativa dell’Amministrazione comunale. In questo contesto il lavoro porterà benefici anche per i collegamenti dell’ultimo miglio dove Ravenna sconta ritardi che solo di recente Anas e Rfi stanno cercando di colmare».
Il DPSS e il futuro del Porto di Ravenna
Il DPSS dedica attenzione al miglioramento degli accessi al porto da terra e da mare, con una nuova viabilità dalla penisola Trattaroli e via Baiona verso Porto Corsini con sovrappassi e svincoli, la realizzazione del secondo ponte mobile e di una metropolitana leggera a trazione elettrica, eventualmente sopraelevata per la creazione di un circuito Ravenna-Marina di Ravenna-Porto Corsini almeno nei tratti più critici, il miglioramento della navigabilità nella «curva» del Candiano e l’approfondimento dei fondali nella Pialassa Piombone e fino al ponte mobile. Sono poi indicati il potenziamento e la riorganizzazione delle infrastrutture per la movimentazione dei traghetti oltre alla riqualificazione della diga Nord a Porto Corsini. Infine, la valorizzazione dell’aspetto turistico, con l’ampliamento degli specchi d’acqua riservati al diporto nautico.
Non è nel documento, ma sarà sicuramente importante la questione della viabilità a Porto Corsini, secondo lo studio che uscirà a fine anno dall’Autorità portuale per individuare soluzioni migliorative.
Sostenibilità e innovazione
Il DPSS pone grande attenzione anche alla sostenibilità ambientale e prevede lo sviluppo del trasporto via ferrovia, l’elettrificazione delle banchine, la produzione e l’utilizzo di combustibili alternativi e l’innovazione digitale.
Il DPSS e la riforma portuale
Il DPSS è una delle principali innovazioni della riforma dei porti che distingue all’interno dell’ambito portuale le aree portuali e quelle retroportuali, nelle quali l’unico strumento di pianificazione e governo del territorio è il Piano regolatore portuale, da quelle di interazione tra porto e città che rimangono di competenza dei Comuni. Un ribaltamento della precedente situazione, nella quale il Piano regolatore portuale non poteva contrastare con gli strumenti di pianificazione degli altri Enti e quindi risultava in secondo piano. Ora invece viene affermata la sua centralità con tutto quello che comporta in termini di obiettivi da perseguire e occasioni di sviluppo.
Il DPSS e la complessità del Porto di Ravenna
La complessità da affrontare col DPSS scaturisce dal fatto che il Porto di Ravenna rappresenta un unicum a livello nazionale per tre motivi. Ha una conformazione a porto canale con i pregi e i difetti che ciò comporta e questo assetto non trova analogia con nessun’altra realtà nazionale.
La storia del Porto di Ravenna è peculiare in quanto nasce come un Porto prettamente privato: i terminal portuali sorgono tutti in aree di proprietà delle aziende e solo l’esiguo tratto di banchina è iscritto al pubblico demanio marittimo.
Inoltre, prima della nascita dell’allora Autorità portuale non c’era un ente porto che regolasse e gestisse lo scalo.
Infine, la circoscrizione territoriale (aree del pubblico demanio marittimo amministrate dall’Autorità di sistema) eccede l’ambito portuale definito dal Piano Regolatore portuale. Si possono, quindi, presentare aree demaniali con funzione di interazione porto-città la cui pianificazione compete a Comune e Regione e, allo stesso tempo, aree portuali e retroportuali dentro l’ambito, ma private, di competenza esclusiva dell’Autorità di sistema portuale.
I principali interventi del Piano regolatore portuale del 2007
I principali interventi contenuti nel Piano regolatore portuale del 2007 di cui si vede il completamento sono l’approfondimento del Canale Candiano, l’adeguamento dei profili delle banchine ai nuovi fondali, la realizzazione della nuova piattaforma container, il nuovo terminal crociere di Porto Corsini, le nuove piattaforme logistiche in destra e sinistra canale e l’area di servizio per l’autotrasporto.
Un impegno di svariate centinaia di milioni di euro. Il Piano regolatore del 2007, in scadenza nel 2027, aveva un valore di oltre 500 milioni.
Si avvia così un’ulteriore stagione di sviluppo per il porto, quella di cui si vedranno i lavori nei prossimi dieci anni, ora che l’attuazione del precedente Piano regolatore vede ormai attuate tutte le opere tranne i cosiddetti «baffi » o le «due c» all’estremità delle due dighe sulla cui utilità si sta ragionando e il completamento dell’approfondimento del canale Piombone.
Scambio di aree demaniali tra AdSP e Comune
AdSP e Comune di Ravenna hanno raggiunto un accordo che è parte integrante del nuovo DPSS e prevede uno scambio di aree demaniali di interesse per entrambe le parti: via Classicana, che collega i terminal del porto a destra del Canale Candiano, passa dal demanio comunale a quello marittimo e quindi all’Autorità di Sistema Portuale. In permuta, l’AdSP cede al Comune viale delle Nazioni e piazzale Adriatico a Marina di Ravenna, oltre a piazzale Aldo Moro in darsena di città, che di porto non hanno più nulla da tempo.
Un futuro condiviso per il Porto e la città
Il segretario generale dell’AdSP, Fabio Maletti sottolinea che «la collaborazione tra i due enti per lo svikuppoo degli strumenti urbanistici supera per importanza il DPSS stesso, in quanto in una visione a lungo termine la stretta collaborazione fra i due Enti non potrà che portare un maggiore svikuppo del porto non chiuso in sé ma all’interno di un disegno condiviso del territorio che è e rimane prerogativa dell’Amministrazione comunale. In questo contesto il lavoro porterà benefici anche per i collegamenti dell’ultimo miglio dove Ravenna sconta ritardi che solo di recente Anas e Rfi stanno cercando di colmare».
Il DPSS e il futuro del Porto di Ravenna
Il DPSS dedica attenzione al miglioramento degli accessi al porto da terra e da mare, con una nuova viabilità dalla penisola Trattaroli e via Baiona verso Porto Corsini con sovrappassi e svincoli, la realizzazione del secondo ponte mobile e di una metropolitana leggera a trazione elettrica, eventualmente sopraelevata per la creazione di un circuito Ravenna-Marina di Ravenna-Porto Corsini almeno nei tratti più critici, il miglioramento della navigabilità nella «curva» del Candiano e l’approfondimento dei fondali nella Pialassa Piombone e fino al ponte mobile. Sono poi indicati il potenziamento e la riorganizzazione delle infrastrutture per la movimentazione dei traghetti oltre alla riqualificazione della diga Nord a Porto Corsini. Infine, la valorizzazione dell’aspetto turistico, con l’ampliamento degli specchi d’acqua riservati al diporto nautico.
Non è nel documento, ma sarà sicuramente importante la questione della viabilità a Porto Corsini, secondo lo studio che uscirà a fine anno dall’Autorità portuale per individuare soluzioni migliorative.
Sostenibilità e innovazione
Il DPSS pone grande attenzione anche alla sostenibilità ambientale e prevede lo sviluppo del trasporto via ferrovia, l’elettrificazione delle banchine, la produzione e l’utilizzo di combustibili alternativi e l’innovazione digitale.
Il DPSS e la riforma portuale
Il DPSS è una delle principali innovazioni della riforma dei porti che distingue all’interno dell’ambito portuale le aree portuali e quelle retroportuali, nelle quali l’unico strumento di pianificazione e governo del territorio è il Piano regolatore portuale, da quelle di interazione tra porto e città che rimangono di competenza dei Comuni. Un ribaltamento della precedente situazione, nella quale il Piano regolatore portuale non poteva contrastare con gli strumenti di pianificazione degli altri Enti e quindi risultava in secondo piano. Ora invece viene affermata la sua centralità con tutto quello che comporta in termini di obiettivi da perseguire e occasioni di sviluppo.
Il DPSS e la complessità del Porto di Ravenna
La complessità da affrontare col DPSS scaturisce dal fatto che il Porto di Ravenna rappresenta un unicum a livello nazionale per tre motivi. Ha una conformazione a porto canale con i pregi e i difetti che ciò comporta e questo assetto non trova analogia con nessun’altra realtà nazionale.
La storia del Porto di Ravenna è peculiare in quanto nasce come un Porto prettamente privato: i terminal portuali sorgono tutti in aree di proprietà delle aziende e solo l’esiguo tratto di banchina è iscritto al pubblico demanio marittimo.
Inoltre, prima della nascita dell’allora Autorità portuale non c’era un ente porto che regolasse e gestisse lo scalo.
Infine, la circoscrizione territoriale (aree del pubblico demanio marittimo amministrate dall’Autorità di sistema) eccede l’ambito portuale definito dal Piano Regolatore portuale. Si possono, quindi, presentare aree demaniali con funzione di interazione porto-città la cui pianificazione compete a Comune e Regione e, allo stesso tempo, aree portuali e retroportuali dentro l’ambito, ma private, di competenza esclusiva dell’Autorità di sistema portuale.
I principali interventi del Piano regolatore portuale del 2007
I principali interventi contenuti nel Piano regolatore portuale del 2007 di cui si vede il completamento sono l’approfondimento del Canale Candiano, l’adeguamento dei profili delle banchine ai nuovi fondali, la realizzazione della nuova piattaforma container, il nuovo terminal crociere di Porto Corsini, le nuove piattaforme logistiche in destra e sinistra canale e l’area di servizio per l’autotrasporto.
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