Porti
ravenna
24 gennaio 2025
La discesa lenta e inesorabile della Dogana. Ravenna declassata in terza fascia
L'allarme di Mario Giovanni Cozza segretario generale della Cisl Fp Romagna. Mentre scali concorrenti come Trieste, Venezia, Ancona e anche Pescara mantengono lo status di primo livello

24 gennaio 2025 - ravenna - La recente riorganizzazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha declassato l’Ufficio di Ravenna dalla prima alla terza fascia, una decisione che solleva forti preoccupazioni per l’efficienza del porto, uno degli snodi strategici per l’economia regionale e nazionale. Mentre scali concorrenti come Trieste, Venezia, Ancona e anche Pescara mantengono lo status di primo livello, Ravenna, pur generando un gettito erariale di 2 miliardi di euro all’anno in dazi e IVA, si trova penalizzata da una decisione che, secondo molti, non tiene conto dei volumi di traffico e delle esigenze operative.
La scelta non sarebbe supportata da una norma di legge e quindi potrebbe essere modificabile tramite un intervento politico e a livello locale ci si sta mobilitando. Alessandro Barattoni, segretario del PD e candidato sindaco di Ravenna, ha annunciato un question time in Consiglio comunale e un coinvolgimento della Regione per contrastare un provvedimento che contraddice gli sforzi fatti negli ultimi anni per valorizzare il porto.
Ad evidenziare il problema è stata la Cisl che attraverso il segretario Mario Giovanni Cozza ha espresso forti perplessità, sottolineando che il declassamento compromette la sicurezza e l’efficienza dei servizi portuali e mette a rischio il ruolo strategico di Ravenna come scalo competitivo.
La riforma ha suscitato preoccupazioni tra spedizionieri, agenti marittimi, terminalisti e Confindustria.
Gli operatori doganali contestano i criteri utilizzati per il declassamento, ritenuti inadeguati. Ad esempio, le dichiarazioni doganali a Ravenna, pur numericamente inferiori rispetto ad altri uffici, riguardano operazioni complesse come lo sdoganamento di navi con merci pericolose, mentre altre sedi, come quelle aeroportuali, gestiscono pratiche di dimensioni molto più ridotte.
Un ulteriore punto critico è il rischio di ridimensionamento dell’ufficio preposto al controllo dell’area giochi. In Emilia-Romagna, leader nazionale per apparecchi da intrattenimento, sia con vincita sia senza vincita in denaro, un tale ridimensionamento potrebbe creare ulteriori inefficienze in un settore già delicato.
Nel complesso, la riorganizzazione pone una serie di sfide che richiedono una risposta politica urgente per salvaguardare il ruolo strategico di Ravenna nel panorama logistico e commerciale italiano.
L'allarme di Mario Giovanni Cozza, segretario generale della Cisl Fp Romagna
“Da mesi, come CISL FP Romagna, stiamo denunciando i rischi legati alla riorganizzazione che da Roma vogliono applicare all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Ravenna – afferma il segretario generale Mario Giovanni Cozza – specialmente per quanto riguarda la sicurezza e l’efficienza dei servizi offerti al Porto di Ravenna. Oggi, con il declassamento della sede di Ravenna da prima a terza fascia, questi timori diventano realtà, rischiando di compromettere il ruolo strategico di questo porto”.
“La riorganizzazione proposta ignora la specificità del traffico portuale di Ravenna, equiparando il traffico navi, sia merci che passeggeri, ai mezzi di trasporto su gomma. Un approccio che non tiene conto delle esigenze di controllo e sicurezza che un porto di questa rilevanza richiede. Con il declassamento della sede, il rischio è quello di una riduzione delle risorse umane e organizzative, compromettendo non solo la qualità operativa, ma anche la sicurezza dei terminal e del territorio”.
“La specificità del terminal crociere di Ravenna – sottolinea Cozza – deve essere considerata nel piano organizzativo, anche alla luce della crescita del traffico merci e passeggeri e dei numerosi progetti di sviluppo in corso, come il Progetto HUB, la ZLS, il rigassificatore e gli interventi infrastrutturali. È impensabile che queste dinamiche vengano ignorate in una pianificazione nazionale miope”.
Un ulteriore punto critico è rappresentato dal possibile ridimensionamento del presidio dedicato al controllo dell’area giochi. L’Emilia-Romagna detiene il primato nazionale per numero di apparecchi da intrattenimento senza vincita in denaro e registra numeri rilevanti anche per gli apparecchi con vincita in denaro. “Il controllo capillare di questo settore è fondamentale – continua Cozza – per garantire il gioco legale e responsabile. Ridurre ulteriormente le risorse significa mettere a rischio la vigilanza e disperdere professionalità fondamentali per il territorio”.
Ci mobiliteremo per opporci con decisione a questo declino, affinché il declassamento di Ravenna non pregiudichi il futuro del porto e della regione. Contestualmente, chiediamo alla politica locale e regionale di vigilare attentamente su questa situazione e di intervenire con forza per portare al Governo la questione. È necessario che si tenga conto delle peculiarità del nostro territorio e delle specifiche necessità di un porto cruciale per il sistema economico nazionale”.
© copyright Porto Ravenna News
La scelta non sarebbe supportata da una norma di legge e quindi potrebbe essere modificabile tramite un intervento politico e a livello locale ci si sta mobilitando. Alessandro Barattoni, segretario del PD e candidato sindaco di Ravenna, ha annunciato un question time in Consiglio comunale e un coinvolgimento della Regione per contrastare un provvedimento che contraddice gli sforzi fatti negli ultimi anni per valorizzare il porto.
Ad evidenziare il problema è stata la Cisl che attraverso il segretario Mario Giovanni Cozza ha espresso forti perplessità, sottolineando che il declassamento compromette la sicurezza e l’efficienza dei servizi portuali e mette a rischio il ruolo strategico di Ravenna come scalo competitivo.
La riforma ha suscitato preoccupazioni tra spedizionieri, agenti marittimi, terminalisti e Confindustria.
Gli operatori doganali contestano i criteri utilizzati per il declassamento, ritenuti inadeguati. Ad esempio, le dichiarazioni doganali a Ravenna, pur numericamente inferiori rispetto ad altri uffici, riguardano operazioni complesse come lo sdoganamento di navi con merci pericolose, mentre altre sedi, come quelle aeroportuali, gestiscono pratiche di dimensioni molto più ridotte.
Un ulteriore punto critico è il rischio di ridimensionamento dell’ufficio preposto al controllo dell’area giochi. In Emilia-Romagna, leader nazionale per apparecchi da intrattenimento, sia con vincita sia senza vincita in denaro, un tale ridimensionamento potrebbe creare ulteriori inefficienze in un settore già delicato.
Nel complesso, la riorganizzazione pone una serie di sfide che richiedono una risposta politica urgente per salvaguardare il ruolo strategico di Ravenna nel panorama logistico e commerciale italiano.
L'allarme di Mario Giovanni Cozza, segretario generale della Cisl Fp Romagna
“Da mesi, come CISL FP Romagna, stiamo denunciando i rischi legati alla riorganizzazione che da Roma vogliono applicare all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Ravenna – afferma il segretario generale Mario Giovanni Cozza – specialmente per quanto riguarda la sicurezza e l’efficienza dei servizi offerti al Porto di Ravenna. Oggi, con il declassamento della sede di Ravenna da prima a terza fascia, questi timori diventano realtà, rischiando di compromettere il ruolo strategico di questo porto”.
“La riorganizzazione proposta ignora la specificità del traffico portuale di Ravenna, equiparando il traffico navi, sia merci che passeggeri, ai mezzi di trasporto su gomma. Un approccio che non tiene conto delle esigenze di controllo e sicurezza che un porto di questa rilevanza richiede. Con il declassamento della sede, il rischio è quello di una riduzione delle risorse umane e organizzative, compromettendo non solo la qualità operativa, ma anche la sicurezza dei terminal e del territorio”.
“La specificità del terminal crociere di Ravenna – sottolinea Cozza – deve essere considerata nel piano organizzativo, anche alla luce della crescita del traffico merci e passeggeri e dei numerosi progetti di sviluppo in corso, come il Progetto HUB, la ZLS, il rigassificatore e gli interventi infrastrutturali. È impensabile che queste dinamiche vengano ignorate in una pianificazione nazionale miope”.
Un ulteriore punto critico è rappresentato dal possibile ridimensionamento del presidio dedicato al controllo dell’area giochi. L’Emilia-Romagna detiene il primato nazionale per numero di apparecchi da intrattenimento senza vincita in denaro e registra numeri rilevanti anche per gli apparecchi con vincita in denaro. “Il controllo capillare di questo settore è fondamentale – continua Cozza – per garantire il gioco legale e responsabile. Ridurre ulteriormente le risorse significa mettere a rischio la vigilanza e disperdere professionalità fondamentali per il territorio”.
Ci mobiliteremo per opporci con decisione a questo declino, affinché il declassamento di Ravenna non pregiudichi il futuro del porto e della regione. Contestualmente, chiediamo alla politica locale e regionale di vigilare attentamente su questa situazione e di intervenire con forza per portare al Governo la questione. È necessario che si tenga conto delle peculiarità del nostro territorio e delle specifiche necessità di un porto cruciale per il sistema economico nazionale”.

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