Porti
ravenna
06 febbraio 2025
Declassamento della Dogana. Una domanda facile: Ravenna rimane in prima fascia o scende in terza?
Mantiene un ufficio dirigenziale e arriva il personale richiesto da tempo, ma nei documenti è scritto che è in terza fascia.Tra qualche anno quali saranno i porti avvantaggiati: Trieste, Venezia e Ancona che oggi hanno la dogana in prima fascia?

06 febbraio 2025 - ravenna - La lettura della dichiarazione integrale rilasciata dal direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Roberto Alesse, fa venire seri dubbi sulla possibilità per l'ufficio di Ravenna di risalire dalla terza alla prima fascia. Il declassamento, scritto nero su bianco sui documenti dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che circolano e di cui abbiamo preso visione, si ritiene che difficilmente sarà rivisto.
Alesse lo spiega bene: l’ufficio di Ravenna manterrà lo status dirigenziale (ma non dice in quale fascia è collocato) e arriverà il personale richiesto da tempo.
Sulla decurtazione di circa 9mila euro della retribuzione del dirigente, Alesse chiosa: «non credo che ciò possa oggettivamente rappresentare una minaccia per l’espansione del Porto, per la valorizzazione del territorio e per gli sviluppi infrastrutturali ad esso connessi». E questa frase chiude la sua dichiarazione.
Quindi dov'è il problema, perché preoccuparsi se il declassamento nella sostanza non c'è?
Se non ora, Ravenna si ritroverà a fare i conti tra qualche anno con il provvedimento che la destina in terza fascia: le richieste che avanzerà saranno prese in considerazione allo stesso modo di quelle di Trieste, Venezia e Ancona, che sono tutte dogane di prima fascia in città portuali nostre concorrenti?
L’auspicio ovviamente è che i nuovi criteri di classificazione degli uffici doganali, e di conseguenza anche il provvedimento di declassamento, siano rivisti e Ravenna non paghi il prezzo di non averli messi in discussione prima che fossero scritti nero su bianco.
Il testo integrale del comunicato dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli
ADM: Sul Porto di Ravenna notizie infondate
Roma, 6 febbraio 2025 – In merito alla preoccupazione sulle presunte criticità connesse alla riorganizzazione dell’Ufficio delle Dogane di Ravenna, e ai suoi conseguenti effetti sulla realtà portuale, l’Agenzia delle dogane e dei monopoli precisa che tali informazioni non trovano alcun riscontro e fondamento nei documenti approvati dall’Amministrazione.
Il processo di riorganizzazione territoriale in corso, avviato per garantire una maggiore efficienza operativa e assicurare l’integrazione tra le funzioni doganali e quelle dei monopoli, non prevede alcun “declassamento” o “ridimensionamento” delle attività dell’Ufficio delle Dogane di Ravenna, che continuerà a operare con status dirigenziale, senza alcuna “dequalificazione” del territorio e dei funzionari in servizio.
Al contrario, il rafforzamento del presidio dell’Agenzia nel porto di Ravenna è evidente nei numeri relativi all’incremento delle risorse umane e organizzative: il personale in servizio, grazie alla riorganizzazione, passerà dalle attuali 63 unità a 72 e le Posizioni Organizzative di Elevata Responsabilità (POER), grazie alla Riforma del territorio, saranno addirittura raddoppiate.
Sulla base di tali dati va segnalato che, nell’ambito dell’ultimo concorso pubblico rivolto ai futuri funzionari dell’Agenzia, la Direzione territoriale competente ha previsto l’assegnazione di oltre 10 unità di personale proprio all’Ufficio delle Dogane di Ravenna. Ciò a conferma dell’attenzione riservata a questa realtà portuale.
Emerge, quindi, l’infondatezza delle preoccupazioni rappresentate, che derivano esclusivamente dalla riqualificazione della retribuzione del Dirigente, che viene portata da 142.434 euro a 133.137.
“L’Agenzia, al contrario di quanto sostenuto da alcuni giornali, sta rafforzando il porto di Ravenna, anche grazie all’istituzione di nuove posizioni organizzative ad elevata responsabilità, che potranno assicurare un ulteriore sviluppo dei controlli sul territorio” ha spiegato il Direttore dell’Agenzia, Roberto Alesse.
“Le notizie di stampa in questione sono fuorvianti, non si fondano su dati oggettivi, né sulla volontà dell’Amministrazione. Non c’è alcun “declassamento” o “riduzione” in atto, ma una semplice rimodulazione, prevista per legge, della retribuzione dirigenziale di parte variabile.
Non credo che ciò possa oggettivamente rappresentare una minaccia per l’espansione del Porto, per la valorizzazione del territorio e per gli sviluppi infrastrutturali ad esso connessi” ha concluso Alesse.
© copyright Porto Ravenna News
Alesse lo spiega bene: l’ufficio di Ravenna manterrà lo status dirigenziale (ma non dice in quale fascia è collocato) e arriverà il personale richiesto da tempo.
Sulla decurtazione di circa 9mila euro della retribuzione del dirigente, Alesse chiosa: «non credo che ciò possa oggettivamente rappresentare una minaccia per l’espansione del Porto, per la valorizzazione del territorio e per gli sviluppi infrastrutturali ad esso connessi». E questa frase chiude la sua dichiarazione.
Quindi dov'è il problema, perché preoccuparsi se il declassamento nella sostanza non c'è?
Se non ora, Ravenna si ritroverà a fare i conti tra qualche anno con il provvedimento che la destina in terza fascia: le richieste che avanzerà saranno prese in considerazione allo stesso modo di quelle di Trieste, Venezia e Ancona, che sono tutte dogane di prima fascia in città portuali nostre concorrenti?
L’auspicio ovviamente è che i nuovi criteri di classificazione degli uffici doganali, e di conseguenza anche il provvedimento di declassamento, siano rivisti e Ravenna non paghi il prezzo di non averli messi in discussione prima che fossero scritti nero su bianco.
Il testo integrale del comunicato dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli
ADM: Sul Porto di Ravenna notizie infondate
Roma, 6 febbraio 2025 – In merito alla preoccupazione sulle presunte criticità connesse alla riorganizzazione dell’Ufficio delle Dogane di Ravenna, e ai suoi conseguenti effetti sulla realtà portuale, l’Agenzia delle dogane e dei monopoli precisa che tali informazioni non trovano alcun riscontro e fondamento nei documenti approvati dall’Amministrazione.
Il processo di riorganizzazione territoriale in corso, avviato per garantire una maggiore efficienza operativa e assicurare l’integrazione tra le funzioni doganali e quelle dei monopoli, non prevede alcun “declassamento” o “ridimensionamento” delle attività dell’Ufficio delle Dogane di Ravenna, che continuerà a operare con status dirigenziale, senza alcuna “dequalificazione” del territorio e dei funzionari in servizio.
Al contrario, il rafforzamento del presidio dell’Agenzia nel porto di Ravenna è evidente nei numeri relativi all’incremento delle risorse umane e organizzative: il personale in servizio, grazie alla riorganizzazione, passerà dalle attuali 63 unità a 72 e le Posizioni Organizzative di Elevata Responsabilità (POER), grazie alla Riforma del territorio, saranno addirittura raddoppiate.
Sulla base di tali dati va segnalato che, nell’ambito dell’ultimo concorso pubblico rivolto ai futuri funzionari dell’Agenzia, la Direzione territoriale competente ha previsto l’assegnazione di oltre 10 unità di personale proprio all’Ufficio delle Dogane di Ravenna. Ciò a conferma dell’attenzione riservata a questa realtà portuale.
Emerge, quindi, l’infondatezza delle preoccupazioni rappresentate, che derivano esclusivamente dalla riqualificazione della retribuzione del Dirigente, che viene portata da 142.434 euro a 133.137.
“L’Agenzia, al contrario di quanto sostenuto da alcuni giornali, sta rafforzando il porto di Ravenna, anche grazie all’istituzione di nuove posizioni organizzative ad elevata responsabilità, che potranno assicurare un ulteriore sviluppo dei controlli sul territorio” ha spiegato il Direttore dell’Agenzia, Roberto Alesse.
“Le notizie di stampa in questione sono fuorvianti, non si fondano su dati oggettivi, né sulla volontà dell’Amministrazione. Non c’è alcun “declassamento” o “riduzione” in atto, ma una semplice rimodulazione, prevista per legge, della retribuzione dirigenziale di parte variabile.
Non credo che ciò possa oggettivamente rappresentare una minaccia per l’espansione del Porto, per la valorizzazione del territorio e per gli sviluppi infrastrutturali ad esso connessi” ha concluso Alesse.

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