Porti
Declassamento dogana, Cisl: «Da Alesse e Governo risposte insufficienti»
Marinelli e Cozza: «La realtà è un'altra. Si è detto che è solo una questione di retribuzione del dirigente. Un’affermazione che suona come specchietto per le allodole»

«Di fatto l’operazione riorganizzazione non fa che fotografare l’esistente e nemmeno in modo del tutto corretto, mentre è del tutto assente una visione di prospettiva che tenga conto e accompagni in modo coerente gli investimenti e tutti gli interventi in atto per lo sviluppo dell’attività portuale ed indirettamente del territorio ravennate, emiliano romagnolo e nazionale.
Si è detto che è solo una questione di retribuzione del dirigente. Un’affermazione che suona come specchietto per le allodole. La retribuzione del dirigente è solo una conseguenza della valutazione della complessità attuata tramite algoritmo, non il fine. Il declassamento da prima a terza fascia riguarda prima di tutto un cambiamento del modello organizzativo del lavoro.
Comporta infatti una riorganizzazione delle funzioni, che così attuata riduce la capacità di risposta alle necessità operative, che in questo contesto cresceranno con ritmi ben più veloci di qualsiasi monitoraggio triennale annunciato, col rischio così di perdere opportunità, perché come sappiamo chi non trova risposte adeguate in un luogo le cerca altrove».
«Si è detto che si potenzia l’operatività tramite il raddoppio delle Posizioni Organizzative di Elevata Responsabilità (POER) e i maggiori organici. Anche in questo i conti non tornano.
E’ vero che le POER passano da 1 a 2, ma allo stesso tempo le posizioni organizzative di reparto si riducono da 3 a 2, senza un reale incremento del totale. Non vediamo potenziamenti: fino ad oggi era prevista 1 POER per dogane e accise, nella riorganizzazione sono previste 2 POER per dogane, accise, tabacchi e monopoli. Una mera redistribuzione di compiti, senza un reale miglioramento. Difficile sostenere che possa aumentare l’efficienza operativa».
«Anche prendendo in esame gli organici complessivi, i numeri dichiarati dal Direttore Generale di Dogane e Monopoli appaiono solo un mero tentativo di nascondere l’evidenza. Sappiamo infatti che, fino a pochi anni fa, l’organico previsto per la sola Dogana era di 89 unità, numero peraltro mai raggiunto, mentre ora si vuol far credere che ci sarà un potenziamento perché in totale si arriverà a 72 unità.
Ebbene guardiamo dentro questo annunciato potenziamento. Attualmente, l’organico in servizio è di 56 unità per la Dogana (+2 in prova) e di 5 unità per i Monopoli (+1 in prova). Sommando questi numeri, si arriva a circa 61/64 unità. Anche la previsione di 10 unità in più assunte da concorso, non è una conseguenza diretta della riorganizzazione, ma è un dato precedente. A conti fatti, gli organici restano praticamente gli stessi».
«La verità è che siamo di fronte a una operazione inadeguata per valutazione della complessità e modello organizzativo adottato. L’esponente del Governo, rispondendo all’On. Bakkali, ha prospettato una eventuale rivisitazione della pesatura e quindi dell’organizzazione dell’Ufficio di Ravenna, al termine dei 3 anni di attribuzione dell’incarico dirigenziale. Ma si tratta di un tempo enorme per una realtà portuale in forte espansione come quella di Ravenna. In tre anni il mondo cambia e con esso deve saper cambiare anche la struttura dell’Amministrazione Pubblica. Si può anche cambiare un direttore generale ogni 3 anni, ma i cambiamenti di una struttura organizzativa che deve essere volano di sviluppo, necessitano di tempi e modi ben diversi».
«Ci auguriamo che le dichiarazioni dell’Agenzia siano solo una difesa d’ufficio e che si possano adottare misure più concrete per affrontare la vera sfida dello sviluppo. Per quanto ci riguarda la vera risposta a queste problematiche è rimettere Ravenna in prima fascia, non per questioni legate alla retribuzione del dirigente, ma per il riconoscimento della complessità del nostro territorio, che richiede un approccio diverso e più consapevole. Come CISL e CISL FP Romagna continueremo a vigilare e a lavorare con determinazione per questo risultato, nell’interesse del personale e dei servizi erogati».
«Le tante dichiarazioni da più parti formulate a sostegno di questa vicenda, fanno sperare che non saremo gli unici a ricercare questo risultato. Per andare oltre le singole dichiarazioni e dar vita ad una concreta convergenza, però, occorre un’iniziativa istituzionale capace di mettere in campo visibili azioni comuni, come è stato fatto in altre occasioni, per perseguire l’interesse del territorio e mantenere alta l’attenzione sulle problematiche derivanti da una riorganizzazione che rimane profondamente sbagliata».
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