Porti
roma
27 aprile 2025
Riforma portuale, il governo accelera
Alla holding pubblica sarebbero interessati MSC e BlackRock

27 aprile 2025 - roma - Il governo accelera sulla riforma del sistema portuale italiano, su cui il viceministro ai Trasporti Edoardo Rixi lavora da mesi. Il progetto prevede di cambiare la natura giuridica delle Autorità di sistema portuale — oggi enti pubblici non economici — e dar vita a una holding pubblica aperta a capitale privato, con l’obiettivo di una quotazione in Borsa nel 2026. Si punta così a un modello simile a quello aeroportuale, capace di coordinare i porti italiani, evitare duplicazioni infrastrutturali e competere sui mercati internazionali. Tra gli interessati all’operazione ci sarebbero anche gruppi come MSC e BlackRock, mentre secondo uno studio di SRM (Intesa Sanpaolo) il valore economico generato dalle banchine italiane è di circa otto miliardi di euro.
In questo quadro, il Mit ha avviato la nomina dei nuovi presidenti di cinque Autorità di sistema portuale: Antonio Gurrieri (Adriatico Orientale), Francesco Benevolo (Adriatico Centro Settentrionale), Francesco Mastro (Adriatico Meridionale), Giovanni Gugliotti (Mare Ionio) e Davide Gariglio (Tirreno Settentrionale). Si aggiungono Matteo Paroli a Genova-Savona e Francesco Rizzo a Messina, mentre per Civitavecchia, Venezia, Napoli, Gioia Tauro e La Spezia le nomine sono ancora in discussione e Palermo e Sardegna restano indietro.
In questo quadro, il Mit ha avviato la nomina dei nuovi presidenti di cinque Autorità di sistema portuale: Antonio Gurrieri (Adriatico Orientale), Francesco Benevolo (Adriatico Centro Settentrionale), Francesco Mastro (Adriatico Meridionale), Giovanni Gugliotti (Mare Ionio) e Davide Gariglio (Tirreno Settentrionale). Si aggiungono Matteo Paroli a Genova-Savona e Francesco Rizzo a Messina, mentre per Civitavecchia, Venezia, Napoli, Gioia Tauro e La Spezia le nomine sono ancora in discussione e Palermo e Sardegna restano indietro.
Non mancano però le polemiche: alcune nomine sono state criticate perché in contrasto con una sentenza del Consiglio di Stato che richiede per i presidenti competenze tecniche escludendo ruoli politici di rilievo. Sono emersi malumori per la presenza di esponenti vicini al Partito Democratico, come Gariglio e Gugliotti, e per l’assenza di riconferme, eccetto i casi di doppio mandato. Nonostante le tensioni, l'obiettivo resta chiudere presto il quadro per far partire la riforma.
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