sicurezza e cambiamento

Interviste

ravenna 23 settembre 2016

Meli (Capitaneria di porto): "Bilancio positivo, si potranno affrontare con tempismo i prossimi appuntamenti"

23 settembre 2016 - ravenna - Per il Contrammiraglio Giuseppe Meli, Comandante della Capitaneria di Porto di Ravenna e della Direzione Marittima della Regione Emilia Romagna, queste sono le ultime settimane di lavoro come Commissario Straordinario dell’Autorità Portuale.

“Ho fatto presente al Ministro Delrio – spiega – che mi è molto difficile continuare in questo doppio ruolo. Spero di incontrare presto sia lui che il Presidente della Regione, Stefano Bonaccini, per sollecitare la nomina del nuovo presidente, che dovrebbe – comunque – essere
imminente”.

Contrammiraglio Meli, lei è commissario da sette mesi e sa che il tema che sta più a cuore degli operatori portuali è quello dell’escavo dei fondali. Cosa è stato fatto in questo periodo per
portare avanti questo progetto strategico?


“Abbiamo messo a punto uno studio dettagliato che, a nostro avviso, potrebbe consentire al nuovo presidente di avviare l’escavo. Ne abbiamo parlato anche con l’amministrazione comunale.
La soluzione individuata prevede lo svuotamento delle casse di colmata in linea con gli strumenti urbanistici predisposti dai privati, con possibile diminuzione delle aree da espropriare e conseguenti maggiori risorse da utilizzare per la realizzazione delle opere.
Consegneremo il progetto al nuovo pesidente che valuterà se e come attuarlo”.

L’altro caposaldo sul quale poggia il futuro mantenimento dei fondali, è l’impianto di trattamento dei materiali dragati nel porto canale. A che punto è l’iter?

“Si è conclusa la valutazione delle manifestazioni di interesse finalizzate alla ricerca di aree idonee alla realizzazione dell’impianto, condizione necessaria per poter avviare le trattative con
i soggetti proprietari, per poi realizzare l’impianto in project financing.
Si tratta di un investimento strategico per lo scalo marittimo.
Quando saranno approfonditi i fondali asportando1-1,5 milioni di metri cubi di materiale, cesserà l’attuale fase di emergenza e ci sarà bisogno di una ordinaria manutenzione per la quale l’impianto di trattamento è strategico per il futuro smaltimento del materiale di escavo.

L’impianto sarà in grado di garantire, senza più il problema di disporre di aree dove collocare i materiali dell’escavo, il mantenimento dei fondali alla profondità che raggiungeranno al termine dell’escavo particolarmente impegnativo ed importante, che si realizzerà nei prossimi anni”.

A proposito di manutenzione ordinaria, a che punto è l’iter per assegnare il lavoro a una impresa specializzata?


“La gara d’appalto potrà essere svolta al più presto. Si tratta di un impegno per tre anni, con un investimento di 4 milioni.
Il materiale scavato potrà essere depositato in mare, perché è pulito.
Si tratta di un intervento non procrastinabile in quanto all’imboccatura si sta formando un nuovo dosso.
La particolare conformazione morfologica di questo porto ci consente di prevedere quali saranno i futuri possibili insabbiamenti e disporre di una draga pronta ad intervenire in tempi rapidi garantisce di non mettere a repentaglio la navigabilità del canale, mantenendo alti livelli di sicurezza della navigazione”.

Parliamo dei finanziamenti. In estate si è discusso di una documentazione incompleta per quanto riguarda i fondi della Bei. Com’è la situazione?

“La documentazione è in regola. Abbiamo chiesto all’Istituto di posticipare l’erogazione della prima tranche di finanziamenti in programma per fine anno: la Bei sta appettando di ricevere da noi alcuni atti, ma sia questo finanziamento che quello ministeriale ci sono stati confermati e garantiti.
Abbiamo, infatti, ottenuto il decreto di assegnazione della seconda tranche del finanziamento ministeriale a copertura integrale dei 60 milioni di euro riconosciuti dal Cipe”.

Global Investments Holding, gruppo turco che gestisce terminal merci e passeggeri, ha acquisito la proprietà del terminal passeggeri di Porto Corsini, insieme ad altre partecipazioni detenute dal terminal passeggeri di Venezia.
Come vede il futuro delle crociere a Ravenna?


“Tutti speravano che il traffico croceristico avesse uno sviluppo maggiore. Quando si pianificò l’intervento si puntò a investire in un nuovo segmento. L’Autorità Portuale di Ravenna favorì l’operazione con diverse forme di incentivazione allo sviluppo del settore, cui ha beneficiato il concessionario, ovvero Ravenna Terminal Passeggeri.
Ci sono state condizioni che non hanno facilitato questo percorso, tanto che i numeri dei transiti sono progressivamente diminuiti.

Sappiamo che è un segmento di nicchia, ma pur sempre importante e nel quale abbiamo investito. Ravenna non è probabilmente destinata a fare grandi numeri ma, in sinergia con Venezia, può garantire a questo territorio buoni livelli di accoglienza per un turismo crocieristico che si attesta su livelli medi, quantitativamente parlando.

Incontreremo la nuova proprietà per capire che intenzioni ha e continueremo a porre in essere tutte le azioni che consentano a questo nuovo soggetto di imprimere un ulteriore impulso all’attività del Terminal di Porto Corsini”.

Ravenna è rientrata in Assoporti. Perché questa decisione?

“L’Autorità Portuale è finalmente rientrata in Assoporti in risposta alle sollecitazioni di molti componenti del Comitato Portuale e di operatori, che hanno ritenuto fosse più efficace un’azione svolta all’interno della compagine dei porti che fanno parte dell’Associazione piuttosto che portata avanti da soli, come accaduto negli ultimi anni.

Come sono state le riunioni del Comitato portuale?


“Non mi stancherò mai di dire che la portualità di Ravenna è tra le migliori d’Italia. I dati sui traffici lo confermano.
Abbiano avuto un Comitato di alto livello: raramente le decisioni non sono state prese all’unanimità e questo non è così scontato come potrebbe apparire, se si guarda cosa accade negli altri Comitati Portuali.
Dalle agenzie marittime ai terminalisti, passando per i lavoratori e i servizi tecnico nautici, tutti contribuiscono a rendere competitivo questo scalo.
Uno sforzo che va compiuto è quello di rendere ancora più efficiente l’organizzazione interna dell’Autorità Portuale.
Considerando che 59 dipendenti sono comunque pochi rispetto al lavoro che l’Ente svolge, in proporzione al traffico del porto e agli organici di altre Autorità Portuali”.

Una volta dragato, il porto uscirà dalla fase dell’emergenza. Su cosa si dovrà concentrare?

“Quello di Ravenna è un grande porto per le rinfuse. È un porto cosiddetto “multipurpose” poiché ha il pregio di poter accogliere traffici di tutti i tipi, ma dobbiamo capire che le merci secche alla rinfusa sono e saranno sempre la peculiarità di questo scalo, sapendo di poter contare, come ho già detto, su professionalità di primo piano e tariffe che ci rendono competitivi”.


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