sicurezza e cambiamento

Interviste

ravenna 30 giugno 2017

Poggiali (Agenti): "Meno burocrazia, più efficienza infrastrutturale"

30 giugno 2017 - ravenna - Franco Poggiali, neo presidente degli Agenti marittimi: l'associazione ravennate viene dal successo dell'organizzazione dell'annuale assemblea di Federagenti.
Quale bilancio fa di quell'evento e, soprattutto, quali strascichi positivi ha lasciato?

“Dopo ben 14 anni Ravenna è tornata a ospitare l’assemblea generale di Federagenti – Federazione Nazionale degli Agenti Raccomandatari e Mediatori Marittimi: l’organizzazione di questo evento ha richiesto uno sforzo notevole da parte di tutto il Consiglio direttivo. L’ampia partecipazione è stata il giusto compenso a tanto impegno e tutti gli ospiti hanno portato a casa il piacevole ricordo dell’ospitalità tipica romagnola e anche pochi giorni fa a Genova, durante il Consiglio Nazionale, ci sono stati rinnovati i ringraziamenti da parte di tutta la Federazione.

Per queste continue attestazioni di stima verso la nostra Città che ha saputo, - grazie anche all’impegno discreto ma, consistente delle Forze dell’Ordine, - far fronte a una manifestazione dalle dimensioni notevoli e con ospiti di prim’ordine, come il Ministro Delrio, devo fare a mia volta dei ringraziamenti doverosi iniziando dal mio predecessore, il presidente Carlo Cordone, la cui tenacia e determinazione hanno permesso a Ravenna di tornare, per qualche giorno, ancora una volta capitale ma, della portualità italiana. Poi, come non ringraziare tutto il Consiglio direttivo che si è speso al massimo per raggiungere il risultato ottenuto.

Due parole vorrei spenderle anche per il mio attuale vice presidente, Raimondo Serena Monghini, per la sua costante disponibilità e competenza, sempre al servizio degli Associati. Vice presidente e ne sono certo continuerà con maggiore e rinnovato zelo il suo servizio agli associati.

Raccogliere l’eredità del presidente Carlo Cordone non è e non sarà facile ma, sul solco del suo modo di agire e nel nuovo spirito di considerare la carica di presidente non una poltrona onorifica o politica, bensì operativa, dinamica e vicina alle concrete problematiche giornaliere degli Associati, non potremo che raccogliere continuare a mietere altri successi, per i nostri Associati e per il nostro porto. Egli continuerà a collaborare attivamente, come presidente della commissione operativa, a proseguire su questa linea”.

Veniamo al suo mandato: quali le linee che lo contraddistingueranno?

“Le linee guida sono quelle già tracciate dalle presidenze che mi hanno preceduto: l’obiettivo da raggiungere resta sempre quello della salvaguardia della nostra professione, nella ricerca della maggiore competitività del porto, attraverso la valorizzazione delle nostre risorse e la ricerca di nuove opportunità di sviluppo.

Cordone era solito dire: “La nave siamo noi!”. Mi permetto di aggiungere che il porto esiste perché esistono le navi che vi fanno scalo: se calano le navi, il porto invecchia e muore. Occorre un porto efficiente che accolga le navi e non un porto ingessato da una politica che, molto spesso è troppo lontana dalle nostre effettive esigenze”.

I traffici portuali segnano un calo nei primi cinque mesi dell’anno. Preoccupato?

“Fino a qualche tempo fa, era un dato certo e inconfutabile che il porto di Ravenna si trovava tra primi porti italiani per il traffico di rinfuse solide, fertilizzanti, prodotti di materie prime per l’industria ceramica e tra i primissimi per i traffici siderurgici. Oggi, stiamo assistendo a un cambiamento merceologico, i traffici portuali sono in calo – a parer mio - perché le caratteristiche di questo nostro vecchio porto sono obsolete e, nonostante il grande impegno nostro e delle forze presenti sul territorio, i lavori vanno sempre a rilento. Già molte navi vengono dirottate verso altri porti dell’alto Adriatico che non hanno questo tipo di problemi.

Siamo soffocati dalla burocrazia, dai nulla osta da ottenere, dalle approvazioni di vari tavoli di lavoro, da esigenze contrapposte, da volontà politiche a volte fallaci e non dimentichiamo la conformazione geografica del nostro scalo che rimane comunque un ostacolo naturale al suo sviluppo e che dovremmo cercare di adattare con molto impegno e molte risorse alle esigenze di un mercato che oggi chiede maggiori servizi e più logistica. Per questo bisogna dotarsi di una cornice infrastrutturale, ma soprattutto amministrativa, che consenta un pieno rilancio del sistema logistico e portuale, favorendo un percorso che oggi è, tengo a ribadirlo con forza, quotidianamente rallentato da inefficienze, ostacoli e criticità di varia natura”.

Il problema è rappresentato solo dai fondali, oppure concorrono anche altre motivazioni?

“Noi siamo un porto al servizio di un entroterra prettamente agricolo e non si può ignorare che un porto, costituito da un canale, rappresenta quanto di meglio può chiedersi per uno sviluppo industriale che ha visto in questi anni un incremento delle merci, ma ciò non toglie che proprio per la sua conformazione questo porto ha degli oneri aggiuntivi nella movimentazione delle navi.

Il nostro impegno è e sarà quello di continuare a chiedere, a sollecitare le preposte Autorità al fine di ottenere in primis un mantenimento dei fondali attuali con una seria politica di manutenzione, oserei dire quasi giornaliera, senza perdere di vista l’obiettivo per un miglioramento e un adeguamento degli stessi, nel rispetto di quanto i traffici attuali richiedono”.




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