sicurezza e cambiamento

Interviste

ravenna 18 dicembre 2017

Righini (Roca): "Il gas come fonte di transizione”

18 dicembre 2017 - ravenna - “Innanzitutto dobbiamo dare atto a Gianfranco Magnani, Giuliano Resca e Franco Nanni di essere stati tra gli imprenditori che per primi presero in considerazione l’idea di dare vita a ROCA.
Nanni, in particolare, viaggiava molto e partecipava alle fiere dell’oil&gas che andavano per la maggiore, come quella di Aberdeen. Tra di noi c’era più che altro un rapporto che derivava dalla provenienza associativa nell’allora Confapi: io ero in questa associazione e mi trovavo spesso a dialogare con Resca e Magnani che avevano la stessa provenienza. Allora il settore andava molto bene e quindi non ci si poneva troppo il problema di una associazione di categoria. Oggi ci rendiamo conto di quanto l’idea di fondare ROCA sia stata lungimirante”.

Renzo Righini, imprenditore, presidente di OMC, descrive così i primi contatti avuti con ROCA, negli anni subito seguenti la sua fondazione.

“L’attività di ROCA - aggiunge - si è imperniata inizialmente sullo sviluppo di qual grande evento che è poi diventato OMC. La prima fu un’edizione pionieristica, anche se trovammo da subito il sostegno di Agip, oggi Eni, che aveva a Ravenna il suo più importante distretto italiano. La manifestazione è poi progressivamente cresciuta fino a diventare un punto di riferimento del Mediterraneo, non solo come rappresentanza dei Paesi e delle companies che si affacciano su questo grande mare, ma anche per l’importanza dei giacimenti scoperti”.
Luogo di incontri, scambio di esperienze, opportunità di conoscenze: il passare degli anni e delle edizioni di OMC, hanno poi ampliato il raggio di azione di ROCA.


”Indubbiamente ROCA e OMC hanno rappresentato in maniera sempre più evidente un collante tra le aziende ravennati dell’oil&gas. E così è stato abbastanza naturale che ROCA abbia poi assunto sempre più il ruolo di associazione di rappresentanza della nostra categoria, probabilmente andando a colmare qualche vuoto esistente. La storia recente ci dice che ROCA è stata l’unica associazione a prendere una decisa presa di posizione in occasione del cosiddetto ‘referendum sulle trivelle’. In quell’occasione Ravenna è diventata un laboratorio nazionale che ha attirato tutta la stampa nazionale.
Non è un caso se in questa città sono cresciuti assieme attività estrattive, turismo, arte e cultura, il balneare, la chimica, il Parco del Delta. Il referendum fu vinto e a Ravenna venne riconosciuto di essere stata protagonista. Di qui il ruolo di ROCA si è ampliato. Non più solo sostegno e stimolo per OMC, ma anche luogo di aggregazione delle aziende del settore, punto di riferimento per università e centri di ricerca, progettualità. Siamo l’unica associazione che con entusiasmo crede nell’assoluta necessità di utilizzare le risorse energetiche che questo Paese ha nei propri confini. Penso al gas dell’Adriatico ma anche alle risorse che ci sono sulla terraferma”.

Il gas, quindi, come fonte energetica di transizione tra il fossile e le fonti energetiche.


“Non c’è dubbio che il gas abbia davanti a sé almeno 20 o 30, se non di più, in cui può essere strategico. E non ha senso importarlo quando ne abbiamo abbondanti riserve che, con la tecnologia moderna, possono essere utilizzate senza timori di chissà quali disastri. Produrre metano nazionale significa meno costi per il Paese e quindi per le famiglie, e più risorse da ridistribuire. Per l’Adriatico siamo davanti a una opportunità storica: c’è una ricchezza enorme che siamo in grado di estrarre nel rispetto di tutto e tutti”.

È evidente che il settore dell’oil&gas viene da anni di profonda crisi, sia in Italia che nel mondo. Anche se ci sono Paesi che sono ormai fuori dalle difficoltà.
“Il settore non tornerà mai più ai fasti del passato dove, non nascondiamocelo, non mancarono esagerazioni nel prezzo del petrolio. Non credo che ormai il mercato resti depresso a lungo. Vedo una ripresa del settore che a partire dal prossimo anno, ma soprattutto dal 2019-2020, vedrà un maggiore equilibrio tra domanda e offerta dei lavori di sfruttamento dei giacimenti”.


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