La Costa Concordia sarà demolita in Italia

16 aprile 2014 - roma - La Costa Concordia, naufragata al Giglio, dovrà essere demolita in Italia. Lo ha detto quest'oggi il ministro dell'Ambiente, Gianluca Galletti, intervendo a Radio Uno. 
"Da ministro dell’Ambiente desidero che il porto sia italiano, perché da quella tragedia abbiamo avuto la perdita, irreparabile, di vite umane, ma anche danni economici ingenti. Pertanto, le operazioni di smaltimento, che sono comunque una fonte di operatività e quindi di lavoro e fatturato per le imprese, mobilitando lavoro, devono essere fatte in Italia".
Ricordiamo che il raddrizzamento dello scafo semisommerso, è stato reso possibile grazie al lavoro della Micoperi di Ravenna.

"Oggi la Costa Concordia è a tutti gli effetti, un rottame - ha detto il ministro - ed è di proprietà della Carnival, la società che a sua volta è proprietaria della Costa Crociere. Quindi spetta a loro decidere dove andare a smaltirla, perché i costi afferenti allo smaltimento, al trasporto e aggiungo anche al ripristino ambientale dell’Isola del Giglio, perché tutto deve essere restituito alle condizioni esistenti prima del tragico incidente, ecco tutti questi costi sono a carico della Carnival. E quindi è giusto che il porto di destinazione lo scelgano loro. Ma da ministro dell’Ambiente desidero che il porto sia in Italia. Secondo elemento, non meno importante: deve essere fatto tutto salvaguardando l’ambiente, cioè il posto dove si decide di portare la nave deve appunto non correre alcun rischio ambientale, deve vivere nella massima sicurezza".
Per quanto riguarda il passaggio delle grandi navi nei centri storici "il buonsenso dovrebbe aiutare a capire che le grandi navi non possono entrare nel centro storico di città fragili come Venezia, ad esempio, dove qualche settimana fa è successo un incidente con una nave da crociera. Non serve essere esperti di idraulica o architettura, per capirlo. Di concerto con il ministero delle Infrastrutture, stiamo valutando e studiando tutte le soluzioni alternative senza penalizzare il flusso turistico nella zona interessata".


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