Porti
Declassamento della Dogana, de Pascale e Priolo: «Dal Governo risposte insoddisfacenti»
«Un algoritmo non può decidere il futuro de porto». Lo affermano il presidente della Regione e l’assessora alle Infrastrutture. On. Bakkali: «Una revisione ogni tre anni è fuori tempo massimo». L'assessora Randi: «Il provvedimento va rivisto»

«Prendiamo atto della risposta del Governo, ma non possiamo ritenerci soddisfatti. Riclassificare l’Ufficio delle Dogane in terza fascia è una scelta ingiustificata che, invece di supportare il rilancio infrastrutturale e logistico del porto di Ravenna, rischia di penalizzare un’infrastruttura centrale per il commercio nazionale e internazionale proprio nel momento in cui è oggetto di importanti investimenti per il suo potenziamento».
È quanto affermano il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, e l’assessora regionale alle Infrastrutture, Irene Priolo, dopo la risposta del Governo all’interpellanza urgente presentata alla Camera dei deputati dalla parlamentare ravennate Ouidad Bakkali, per chiedere al ministro dell’Economia e delle Finanze di intervenire sulla recente decisione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di declassare l’Ufficio Dogane di Ravenna dalla prima alla terza fascia.
«Il Porto di Ravenna è uno snodo fondamentale per l’economia regionale e nazionale, un’infrastruttura che si colloca tra le principali d’Europa per traffici e prospettive di crescita- proseguono de Pascale e Priolo-. Non condividiamo il metodo con cui è stato determinato questo declassamento, basato su parametri che non tengono conto della reale funzione del porto e delle dinamiche economiche e logistiche in atto. Fattori che un algoritmo non può calcolare, né che una revisione triennale è sufficiente a correggere».
Il Porto di Ravenna è al centro di un ampio piano di investimenti e iniziative infrastrutturali fondamentali per la competitività del territorio, a partire dal Progetto HUB, che prevede il potenziamento delle banchine, il dragaggio dei fondali e il miglioramento dei collegamenti ferroviari. A questi interventi si aggiunge l’istituzione della Zona Logistica Semplificata dell’Emilia-Romagna, pensata per attrarre investimenti e rafforzare la competitività del sistema portuale.
«Siamo di fronte a una scelta che si basa su un approccio tecnocratico, più che strategico, e che rischia di penalizzare un’infrastruttura in crescita, su cui si stanno concentrando risorse pubbliche e private per rafforzarne il ruolo internazionale- concludono presidente e assessora-. Continueremo a chiedere al Governo di rivedere questa decisione e di adottare criteri di valutazione più aderenti alla realtà economica e strategica del Porto di Ravenna. Non possiamo accettare che venga penalizzato proprio mentre si stanno gettando le basi per il suo futuro».
Anche per l'assessora comunale al Porto Annagiulia Randi, la risposta del Governo non è soddisfacente: «Prendiamo atto della conferma del declassamento a terza fascia dell’ufficio doganale di Ravenna e chiediamo che il provvedimento sia rivisto, in quanto l’algoritmo con il quale è stato riclassificato non tiene conto della complessità del nostro scalo. La prossima azione sarà convocare al più presto un incontro tra tutti i portatori di interesse tra cui associazioni di categoria, Unione utenti e operatori del porto, Roca (Ravenna offshore contractor association) e organizzazioni sindacali, per decidere quali iniziative intraprendere».
«Non siamo soddisfatti della risposta ricevuta dal Governo, che di fatto conferma il declassamento dell’ufficio doganale di Ravenna. Una decisione che ignora la strategicità del nostro porto e gli investimenti in corso». Così l’on. Ouidad Bakkali, intervenendo alla Camera dei Deputati sull’interpellanza urgente relativa al declassamento dell’ufficio doganale di Ravenna dalla prima alla terza fascia.
«L’interpellanza, sostenuta da un ampio fronte istituzionale e sindacale, ha evidenziato le gravi conseguenze che la riorganizzazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli potrebbe avere sulla competitività e sull’operatività del porto ravennate. "Non si tratta di un’allucinazione collettiva, ma di una preoccupazione concreta espressa da sindacati, associazioni di categoria, Regione, Comune e Camera di Commercio», ha sottolineato Bakkali.
«Il sottosegretario competente ha difeso la riorganizzazione dell’Agenzia, spiegando che la nuova classificazione deriva da un algoritmo di valutazione basato su criteri oggettivi. Tuttavia, non è stata data alcuna rassicurazione concreta sulle ricadute pratiche della misura, né sulla possibilità di una revisione in tempi brevi».
Nella sua replica, l’on. Bakkali ha ribadito l’insoddisfazione per una risposta che di fatto conferma il declassamento, ignorando le criticità espresse dalle istituzioni e dagli operatori del settore: «Abbiamo appreso che possa esserci una revisione, ma che questa avvenga ogni tre anni per noi è fuori tempo massimo. Il porto di Ravenna sta affrontando investimenti cruciali per il futuro e questa decisione non tiene conto della sua strategicità, in particolare in campo energetico. Chiediamo che il governo sospenda immediatamente questo provvedimento e lo riveda con criteri più adeguati alla realtà operativa».
Bakkali ha inoltre sottolineato che l'annunciato incremento dell’organico, comunicato dal direttore dell'Agenzia delle Dogane nella giornata di ieri, è un fatto positivo ma non conseguenza di questa riorganizzazione: «Da anni chiediamo un potenziamento del personale per un ufficio che opera in condizioni di sotto-organico, ma resta il nodo centrale: non conosciamo ancora gli effetti concreti di questo declassamento sulle attività doganali di Ravenna. Il governo non può ignorare il rischio che questa scelta penalizzi l’efficienza, la sicurezza e la competitività del nostro porto».
L’on. Bakkali e il Partito Democratico continueranno a monitorare la situazione e a sollecitare il governo affinché riveda al più presto una decisione che minaccia il futuro del sistema portuale ravennate e dell’economia del Paese.

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