Trasporti, Logistica
ravenna
07 febbraio 2016
Migliorelli: "Il Fast Corridor distorce il mercato"
07 febbraio 2016 - ravenna - Nei giorni scorsi è stata data notizia dell’attivazione del primo corridoio doganale stradale controllato da Ravenna a Bologna, che semplifica e velocizza il trasferimento di merci dal porto all'interporto dove potranno essere concluse le operazioni doganali di importazione. L'iniziativa, realizzata con la collaborazione dell'Autorità Portuale di Ravenna e di alcuni importanti operatori economici, si avvale dell'utilizzo di sigilli elettronici (eSeals con tecnologia radiofrequenza Rfid) e rappresenta - spiega una nota - «un passo concreto nell'attuazione della strategia che l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha definito per l'utilizzo dell'inter- net delle cose».
La tecnologia utilizzata, consentendo una tracciabilità completa delle merci, rende possibile semplificare le procedure, doganali e operative, all'interno della catena logistica intermodale internazionale.
Gli strumenti utilizzati consentono di verificare eventuali effrazioni o manomissioni in qualunque nodo della catena logistica, allertando in tempo reale le autorità di controllo.
La notizia non ha mancato di sollevare discussioni. Il nostro giornale ne ha parlato con Marco Migliorelli, presidente degli Spedizionieri.
“La nostra associazione da tempo esprime dubbi e legittima preoccupazione sul progetto Fast Corridor che, se da un lato rappresenta un’innovazione nel pa- norama logistico, dall’altro rischia di diventare un elemento di distorsione del mercato.
La nostra categoria è sensibile da sempre a tutte le forme di innovazione che ci coinvolgono e che rappresentano un vantaggio per la rapida circolazione delle merci, però il confronto con gli operatori dell’interno deve avvenire ad armi pari e alle medesime condizioni: il mercato deve poter decidere dove far affluire e sdo- ganare le merci sulla base di un sistema perfettamente concorrenziale.
I corridoi doganali sono stati oggetto di varie interrogazioni per chiarire i dubbi sulla loro conformità alla normativa doganale comunitaria e sui costi da sostenere per l’organizzazione dei controlli all’interno; un’ ulteriore interrogazione è stata presentata alla Commissione Europea per valutare se si tratti di violazione della normativa sulla concorrenza e se ci siano rischi in tema di fiscalità per le merci che escono dai confini portuali senza che siano stati emessi i documenti doganali. Ricordo che siamo stati i pionieri per lo sportello unico e lo sdoganamento in ma- re, pratiche che rappresentano un valido strumento di rapida circolazione delle merci e che non alterano ‘i confini portuali’: perché dunque il costoso doppione del Fast Corridor?”.
© copyright Porto Ravenna News
La tecnologia utilizzata, consentendo una tracciabilità completa delle merci, rende possibile semplificare le procedure, doganali e operative, all'interno della catena logistica intermodale internazionale.
Gli strumenti utilizzati consentono di verificare eventuali effrazioni o manomissioni in qualunque nodo della catena logistica, allertando in tempo reale le autorità di controllo.
La notizia non ha mancato di sollevare discussioni. Il nostro giornale ne ha parlato con Marco Migliorelli, presidente degli Spedizionieri.
“La nostra associazione da tempo esprime dubbi e legittima preoccupazione sul progetto Fast Corridor che, se da un lato rappresenta un’innovazione nel pa- norama logistico, dall’altro rischia di diventare un elemento di distorsione del mercato.
La nostra categoria è sensibile da sempre a tutte le forme di innovazione che ci coinvolgono e che rappresentano un vantaggio per la rapida circolazione delle merci, però il confronto con gli operatori dell’interno deve avvenire ad armi pari e alle medesime condizioni: il mercato deve poter decidere dove far affluire e sdo- ganare le merci sulla base di un sistema perfettamente concorrenziale.
I corridoi doganali sono stati oggetto di varie interrogazioni per chiarire i dubbi sulla loro conformità alla normativa doganale comunitaria e sui costi da sostenere per l’organizzazione dei controlli all’interno; un’ ulteriore interrogazione è stata presentata alla Commissione Europea per valutare se si tratti di violazione della normativa sulla concorrenza e se ci siano rischi in tema di fiscalità per le merci che escono dai confini portuali senza che siano stati emessi i documenti doganali. Ricordo che siamo stati i pionieri per lo sportello unico e lo sdoganamento in ma- re, pratiche che rappresentano un valido strumento di rapida circolazione delle merci e che non alterano ‘i confini portuali’: perché dunque il costoso doppione del Fast Corridor?”.
© copyright Porto Ravenna News