sicurezza e cambiamento

Interviste

bologna 21 maggio 2020

Fabbri (ITL): “Subito al lavoro sulla ZLS”

21 maggio 2020 - bologna - Intervista all’avvocato Guido Fabbri, neoeletto presidente della Fondazione ITL (Istituto sui trasporti e la logistica).

Il porto di Ravenna è probabilmente una delle principali infrastrutture italiane con maggiori investimenti in programma: 235 milioni per Hub portuale (+250 mni di interventi privati), 50 milioni di RFI appena annunciati.
Ci sono tutti i presupposti perché tra qualche anno il porto ravennate sia una vera piattaforma logistica internazionale. È così che si può inquadrare anche nel contesto della programmazione logistica della Regione?

Il porto di Ravenna è senza dubbio una delle principali infrastrutture italiane, con un flusso di 26.256.248 tonnellate di merce nel 2019.
Si tratta di una piattaforma logistica fondamentale e tale è considerato nel PRIT 2025. Il progetto dell’hub portuale rappresenta una grande possibilità di sviluppo, sia per la movimentazione delle tipologie merceologiche dove il porto di Ravenna ha già una posizione di leadership, sia per sviluppare l’attività in settori, come quello della movimentazione dei containers, dove le opere previste nel progetto hub offriranno notevoli possibilità di crescita.
Il porto di Ravenna è, e può essere ancora di più in futuro, la via di accesso al mare della regione Emilia Romagna, in particolare per gli scambi commerciali con i mercati del Mediterraneo orientale, del Mar Nero, del Medio e dell’Estremo Oriente. Quindi, c’è molto lavoro da fare ma anche tutti presupposti per dare un forte sviluppo allo scalo ravennate e a tutti i settori economici a esso collegati.

Gli investimenti, in particolare, rafforzeranno parecchio lo scalo. Come vede il servizio ferroviario merci offerto dall’Emilia Romagna?
Il trasporto merci su rotaia è una parte fondamentale del sistema dei trasporti regionale. Tutti conosciamo i cosiddetti “treni dell’argilla” che trasportano da Ravenna a Dinazzano Po la materia prima destinata al distretto ceramico.
Si è trattato, almeno prima della crisi epidemiologica, di circa novecento treni l’anno, che hanno portano anche notevoli benefici ambientali rispetto all’alternativa del trasporto su gomma.
Sono stati compiuti, anche con la collaborazione di ITL, studi dai risultati promettenti sull’opportunità di utilizzare questi treni anche per il trasporto di merci, “in export”, nella tratta di ritorno verso il porto di Ravenna. Spetta alla Regione e alle amministrazioni locali assumere le decisioni sul potenziamento del traffico merci su ferrovia, il PRIT 2025 pone obiettivi importanti su questo settore, con interventi di potenziamento dei servizi ferroviari merci nell’ottica di una maggiore intermodalità dei trasporti.
A mio parere si tratta di un traguardo da raggiungere sia in relazione ai benefici ambientali, sia per una riduzione dei costi di trasporto a beneficio delle imprese. Come tutti sappiamo, pochi giorni fa è stato annunciato un importante investimento sullo scalo merci del porto di Ravenna e mi pare un passo importantissimo in questa direzione.
Vi sono altri importanti interventi da eseguire sulla rete ferroviaria della nostra regione. Tra gli altri mi vengono in mente la realizzazione nuova bretella Dinazzano Marzaglia, il potenziamento della tratta Bologna Bivio S.Vitale-Castel Bolognese e il completamento del raddoppio della ferrovia Pontremolese.

Per il suo primo mandato come presidente Itl, ha un programma di priorità?
Le ipotesi che ho fatto quando sono stato nominato nel Consiglio di Amministrazione della fondazione dovranno essere valutate alla luce di quanto è accaduto negli ultimi mesi, e delle ricadute della pandemia.
Uno dei miei primi compiti sarà quello di confrontarmi con la Regione e con gli altri soci di ITL per capire come la fondazione potrà essere utile, nel settore in cui opera, all’elaborazione di politiche che aiutino il sistema economico regionale e i cittadini ad affrontare la crisi. Quello del trasporto e della logistica è un settore fondamentale per lo sviluppo della nostra regione e ITL è pronta a fare la sua parte.
In linea generale, credo che ITL debba, prima di tutto, restare fedele alla sua missione istituzionale che è fornire i suoi servizi di studio e consulenza per lo sviluppo e la promozione della logistica e dei sistemi di trasporto nella regione Emilia-Romagna, mantenendosi, economicamente, grazie alla propria attività e senza gravare sulle finanze pubbliche.
Sicuramente cercheremo di svolgere la nostra attività in stretto collegamento con la Regione, il suo assessorato ai trasporti, gli altri soci e gli operatori del settore.
Pochi giorni fa, con l’approvazione da parte del Consiglio Comunale di Ravenna si è compiuto un passo importante nell’iter di definizione di un accordo quadro di collaborazione tra ITL e i suoi soci. Credo che una delle cose che dovremo fare nel prossimo futuro sia dare contenuto concreto a tale accordo, e ciò permetterà di intensificare la collaborazione tra la fondazione e i soci, al servizio della comunità regionale.
Poi vi sono molti altri progetti e ipotesi di attività già impostati dal mio predecessore Mario Petrosino, e dallo staff di ITL, che devono essere proseguiti.
Sono tanti, interessano tutto il territorio regionale e non si possono citare tutti qui, mi limito, quindi, a menzionarne due: il contributo che ITL può fornire e per l’elaborazione di progetti di mobilità sostenibile e quello per l’istituzione di una zona logistica semplificata, che interessa, in modo principale, anche il porto di Ravenna.

Quali sono gli studi sui quali sta lavorando ora ITL?
Abbiamo quasi una quarantina di progetti attivi, sia con enti pubblici che con soggetti privati, ed altri, molto importanti, che si stanno attivando in questi giorni.
Come detto, ITL non riceve sovvenzioni a fondo perduto dagli enti pubblici e vive grazie ai progetti che riesce a portare avanti. A questo proposito voglio ringraziare il presidente uscente, Mario Petrosino per la proficua attività che ha svolto a favore della fondazione e per i risultati raggiunti.
I progetti attivi riguardano vari settori: ve ne sono che mirano ad attirare nuovi investimenti, vi sono studi sulla mobilità sostenibile, anche di razionalizzazione degli spostamenti casa – lavoro, analisi e verifiche tecniche che riguardano l’istituzione della zona logistica semplificata, i progetti di assistenza che forniamo nell’ambito del Programma Connecting Europe Facility e le numerose attività che portiamo avanti nel quadro dei programmi di cooperazione Interreg.
Vi sono, poi, diversi progetti di formazione diretti ai giovani, per dare alla nostra regione e agli operatori del settore figure professionali qualificate nella logistica e nei trasporti.





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