sicurezza e cambiamento

Interviste

ravenna 12 novembre 2020

Martini: “Ora si lavori a testa bassa per ripristinare i fondali come prima della riduzione dei pescaggi”

12 novembre 2020 - ravenna - Gli operatori portuali, il progetto Hub, la manutenzione. A Riccardo Martini, presidente dell’Unione Utenti del Porto di Ravenna, abbiamo chiesto di esprimere un giudizio sul lavoro fatto per assegnare i lavori, ma anche su quali sono le priorità in questo momento.

“Sono ovviamente contento per questo ulteriore passo avanti per l’inizio dei lavori di approfondimento dei fondali e mi congratulo con l’AdSP tutta per il lavoro che sta facendo, ma in questo momento ritengo più importante l’annuncio dei due bandi appena pubblicati per le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria. Attenzione a non sottovalutare l’assoluta necessità di garantire ai terminal il regolare e permanente usufrutto dei pescaggi già raggiunti. L’azione delle correnti e delle mareggiate sono eventi prevedibili e non bisognava arrivare al punto in cui la Direzione Marittima è stata costretta a ridurre questi pescaggi, con inevitabili ripercussioni sui traffici. Ora si sta cercando di porre rimedio, ma ci vorrà ancora del tempo e purtroppo i mercati non aspettano i nostri comodi. L’appello è di mettere in campo tutte le energie possibili per ripristinare le condizioni preesistenti nel più breve tempo possibile”.

Le statistiche sui traffici portuali rilevano, già da mesi, il calo dei cereali e anche dell’acciaio, due dei maggiori business ravennati. Ha analizzato il perché di questo trend?
“Sono tanti i fattori che influenzano questi traffici. Innanzitutto, queste merci utilizzano navi che richiedono pescaggi importanti per essere sfruttate al meglio e mentre noi siamo rimasti fermi o siamo andati addirittura indietro, altri porti hanno potenziato le loro capacità.
Poi l’emergenza Covid ha colpito la produzione industriale, che ha quindi ridotto l’approvvigionamento delle materie prime. Infine, anche le guerre daziarie fra USA, Cina e UE, che stanno influenzando i mercati mondiali e l’interscambio di queste commodity, possono provocare riflessi sul nostro porto”.

Cosa si può fare per riportare a casa questi traffici?
“Non sono un grande esperto di queste merceologie, ma credo che alcune dinamiche di tipo commerciale siano comunque indipendenti dalla nostra volontà. Di sicuro dobbiamo porre rimedio al più presto ai problemi di manutenzione dei fondali di cui parlavamo prima.
Dobbiamo, inoltre, affrontare con più decisione le questione della carenza di organico degli uffici di controllo come Dogana, Usmaf, Fitosanitario, ecc., che riguardano non solo le rinfuse ma tutti i tipi di traffico. La competitività di un porto non è data solo dalle infrastrutture, ma anche dalla velocità, e quindi economicità, dell’entrata e dell’uscita delle merci dal porto stesso.
Evidenzio questo tema, perché dobbiamo compensare il gap infrastrutturale che abbiamo in questo momento con alcuni porti concorrenti, cercando di essere più bravi di loro negli altri servizi che compongono la catena logistica. L’avvio dello sdoganamento in mare anche per le navi di rinfuse, ad esempio, va in questa direzione e ringrazio la Dogana e la Capitaneria di Porto per quanto stanno facendo”.

Ora si aprono 5 anni di lavori infrastrutturali che interesseranno tutto lo scalo. Cosa chiedono gli operatori per essere pronti a beneficiare delle nuove opportunità?
“Ci sono stati recentemente tanti annunci di opere strategiche per migliorare i collegamenti con il nostro porto, sia per strade che per ferrovie. Devo dire con soddisfazione che l’attenzione che su questo fronte stanno dimostrando sia il Comune che la Regione è sicuramente più alta e concreta rispetto al passato. Se questi interventi verrano fatti in tempi ragionevoli, tutto il sistema portuale ne trarrà grossi benefici e potrà sfruttare al meglio le opportunità che verranno dal completamento della fase 1 del progetto Hub.
A costo di essere ripetitivo, dico però che intanto va sistemato l’esistente. È inconcepibile, ad esempio, che il tratto di E-45 da Ravenna a Cesena, a tre anni dall’inizio del suo rifacimento, non sia stato ancora ultimato e un camion debba impiegare un’ora per fare 30 kilometri.
Ritengo, inoltre, importante iniziare già adesso a elaborare un piano strategico per sfruttare al meglio le nuove aree per la logistica che il progetto Hub metterà a disposizione, che saranno inoltre beneficiate dallo stato di ZLS.
È necessario a mio parere coinvolgere tutte le categorie di operatori portuali, perché ognuna porti il suo contributo di idee ed esperienza, sia per consolidare i traffici attuali che per individuarne altri che amplino l’offerta del nostro scalo, facendolo diventare un grande porto multipurpose che attiri l’attenzione dei mercati internazionali”.



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