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Interviste

ravenna 17 maggio 2021

Mennella: “Servono norme per rafforzare lo status giuridico del Pilota e della Corporazione”

17 maggio 2021 - ravenna - Nelle ultime settimane si è molto discusso attorno al regime che regola l’attività dei piloti del porto e delle prospettive della categoria. Ne abbiamo parlato con Luigi Mennella, presidente di Fedepiloti.
A cosa vi riferite quando chiedete una norma per rafforzare lo status giuridico della corporazione?

Il riferimento è al CDN e al suo regolamento che disciplina il pilotaggio in Italia, in particolare alla necessità di armonizzare le norme alla giurisprudenza civile di oggi, per una migliore gestione delle Corporazioni. A titolo esemplificativo c’è la questione dei concorsi, il relativo punteggio, il limite d’età, la regolamentazione delle assemblee interne e, non ultima, una razionalizzazione territoriale.

È possibile il passaggio dallo status di corporazione a un altro?
Rispondo con un'altra domanda. Perché cambiare? Il nostro sistema è uno dei migliori esistenti, sotto ogni profilo: tecnico, operativo, economico.
Ciò non vuol dire che non vi siano criticità, da qui la necessità di aggiornare l'impianto normativo, rafforzandolo. Riteniamo, già da tempo, che un confronto sia pubblico che al nostro interno, non sia più procrastinabile.
La gestione dei porti deve rimanere allo Stato per garantire massima sicurezza e libera concorrenza tra i vettori. Un concetto che passa anche attraverso la Corporazione dei Piloti del Porto, la cui natura pubblica per l’interesse generale è nota.

L'ultima assemblea aveva per titolo 'Professione pilota: passato, presente, futuro'. Cosa c'è nell'immediato futuro dei piloti?
Sicuramente il costante aggiornamento professionale dettato anche dal Decreto Interdirigenziale 112/2018 con corsi specifici per il pilota che deve sempre più adattarsi alle nuove esigenze degli armatori e alle nuove tecnologie installate a bordo delle navi.
Fare il pilota non deve essere un punto di arrivo, ma un punto di partenza per dei professionisti per molti aspetti già specializzati.

Il tema caldo è quello tariffario: quanto ha pesato economicamente il Covid, come affrontare questo tema?
Il tema tariffario è caldo perché le corporazioni necessitano di un costante (ogni due anni) riequilibrio economico, cosa disattesa, almeno in parte, negli ultimi anni.
Le verifiche fatte, unitamente alla burocrazia, hanno preso il sopravvento. Così si rischia di perdere l’obiettivo finale. Il nostro sistema economico ha per principio l’equilibrio. Vuol dire che abbiamo realtà dove è necessario aumentare le tariffe, mentre in altre devono essere ridotte.
Nel 2020, inutile dirlo, c’è stato un importante ammanco della dotazione economica necessaria alle Corporazioni per erogare il servizio richiesto, mentre lo scorso biennio avevamo avuto un ridimensionamento dei soli aumenti tariffari in vista delle verifiche anzidette. Bene, le verifiche sono state ampiamente ed esaustivamente dibattute da tutti i soggetti preposti sotto la direzione del Ministero e ora siamo in attesa dell’emanazione ufficiale e definitiva delle nuove tariffe.
Le perdite, in valore assoluto, che stiamo via via accumulando, continuano giornalmente a gravare sulle singole Corporazioni che, lo ricordiamo ancora una volta, non godono di alcun sussidio pubblico, proprio per lo “status giuridico” che le contraddistingue.

In chiusura, vorrebbe fare una panoramica generale sullo stato di salute della vostra Associazione?
La Federazione Italiana dei Piloti dei Porti, che mi onoro rappresentare in questo momento storico, per oltre sessant’anni è stata l’unico riferimento del pilotaggio italiano, ma soprattutto dei piloti italiani, guadagnandosi sul campo il profilo istituzionale che ha sempre contraddistinto il suo operato. Infatti, oltre a tutelare i sacrosanti diritti dei piloti quali lavoratori al pari di chiunque altro, la Federazione è impegnata attivamente all’estero presso le Nazioni Unite in sede IMO, così come presso le nostre due associazioni internazionali di riferimento l’IMPA e l’EMPA.
Inoltre, l’approccio di stretta collaborazione con l’Amministrazione marittima in generale, e il Comando Generale delle Capitanerie di Porto Guardia Costiera in particolare, si è sempre configurato più con sentimenti di appartenenza che non semplicemente di interlocuzione sindacale.
Oggi, con oltre 74 anni di anzianità sulle spalle, la Federazione continua a mantenersi responsabilmente centrata nella tutela del pilotaggio portuale, molto lontana da qualsiasi altra diversa manifestazione non tesa al medesimo fine.



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