sicurezza e cambiamento

Interviste

roma 10 marzo 2022

Bunicci “pilota” a livello nazionale

10 marzo 2022 - roma - Il comandante Leo Morolla, Capo Pilota della Corporazione piloti del porto di Brindisi, è il nuovo presidente della Federazione Italiana Piloti dei Porti per i prossimi quattro anni. 

Per il ruolo di vice presidente è stato nominato il com.te Roberto Bunicci, Capo pilota della Corporazione dei Piloti di Ravenna, che resterà anche lui, insieme al consiglio direttivo, in carica fino al 2026. A completare il quadro di comando ci sarà ancora il com.te Giacomo Scarpati, che prosegue il suo mandato come direttore di Fedepiloti. 

 

Bunicci, è la prima volta che assume un incarico nazionale ?

Sono nel consiglio direttivo di Fedepiloti dal 2008 a oggi, salvo un breve periodo nel 2016. Molte cose sono accadute in quegli anni, segno inequivocabile di tempi complicati non solo per noi piloti ma anche per il mondo finanziario e dello shipping. Ho assistito, proprio 12 anni fa, alla nascita di Unione Piloti, la prima associazione di piloti Italiani che puntava al riscatto e rinnovo di alcuni modelli ritenuti obsoleti. 

 

Mennella, nel suo saluto a conclusione del mandato, ha citato tra le misure più significative l'adozione ed entrata in vigore della nuova circolare tariffaria. Quali sono gli aspetti più importanti?

Senz’altro la piena conformità al Reg. EU 352/2017 per il quale è richiesto che per un servizio come il nostro, offerto in regime di monopolio naturale,

la tariffa sia trasparente, rendicontabile e proporzionale. Fedepiloti era già ben consapevole che lo fosse, ma la verifica ha richiesto mesi di lavoro.

Inoltre, l’algoritmo che la determina è stato assunto come modello di principio, anche dal servizio di rimorchio e di ormeggio, seppur con dei distinguo. Il primo è infatti un servizio capital intensive, per via degli importanti costi di ammortamento dei rimorchiatori costruiti e previsti dalla concessione, mentre i secondi sono un servizio human intensive. 

Di tutto questo tiene ben conto la formula tariffaria, che resiste molto bene da quasi 50 anni, seppur abbia avuto profondi aggiustamenti in questi ultimi 15 anni. 

Il tema del costo del servizio è sempre molto vivo, sebbene da studi fatti si dimostra che le tariffe medie nazionali sono più economiche rispetto ai porti anseatici di riferimento. Evidentemente la maggiore competitività in termini di assolvimenti burocratici, doganali, sanitari, ecc., uniti alla maggiore connessione intermodale, peraltro con spazi e fondali portuali ben adeguati, fa una enorme differenza sul risultato finale, creando al Nord Europa modelli esemplari di buona gestione, nel quale i costi dei servizi sono ampiamente ripagati da un'alta efficienza complessiva.

 

Con la nascita di Assopiloti la categoria ha tre associazioni di rappresentanza

Come ho già detto la categoria è stata strattonata per la naturale aspettativa delle controparti di fare economia laddove possibile (fra cui nel servizio di pilotaggio) dato il grave e maggiore aggravio di costi cui esso è sottoposto, rispetto all’armamento di altri Stati. In fin dei conti, esse rappresentano il malessere di tutte le aziende italiane, siamo esse pmi o grandi aziende, di tanti altri settori. 

Il tema della autoproduzione è ormai capitolo chiuso, per ragioni di sicurezza, ma anche perché si è dimostrato anti economico e di sicuro vantaggio solo per colui che avrebbe “posseduto” il controllo del servizio.

Altre spaccature sono state determinate dal riordino interno, dettato dalle nuove regole fissate dall’allora Min. delle Infrastrutture per mezzo del Pilotage Act, e alcune imperfette riscritture di leggi che hanno creato un certo malumore.

Le posizioni non sono lontane ma le modalità di manifestazione del dissenso, invece, non potrebbero essere più distanti fra Fedepiloti e Unione Piloti. Riguardo la neonata associazione di piloti della Lanterna, sono fiducioso non sia necessariamente un male, ma solo la manifestazione dei tempi di oggi. Quello che posso affermare senza dubbio, è che la categoria ha molte frecce nel suo arco, figure competenti e ispirate, e ritengo che i percorsi, quanto meno nei contenuti, si faranno sempre più stretti. 

 

Su quali aspetti intende lavorare come vice presidente ?

La mia fresca nomina al ruolo di vice presidente, la interpreto come una investitura fatta da tutta la categoria e non solo dagli associati Fedepiloti, nei miei confronti. 

Il ruolo centrale del pilota, i rischi professionali, le sue aspettative, sono a mio avviso molto vicine fra i tre soggetti, per cui sarò certamente aperto a condividere lo sviluppo delle nostre strategie con le altre sigle per uscire quanto prima con un’unica voce.

 

Parliamo del quadro locale

Per quanto riguarda la realtà del nostro porto, il quadro ora è molto migliore, avendo assunto di recente altri due aspiranti piloti dopo i primi due assunti nel 2021. Si tratta di ripianamenti necessari in seguito a pensionamenti programmati da tempo, sebbene siano arrivati in forte ritardo sui tempi programmati, per difficoltà e attese di definizioni sulle circolari relative alla nuova emanazione dei concorsi pubblici per pilota del porto.

La cosa è stata particolarmente preoccupante e faticosa durante il lockdown del 2020, in cui la Capitaneria mi chiese di riorganizzare il turno, in almeno due squadre distinte, separate e senza alcun contatto. 

Sono riuscito nell’impresa richiesta, solo grazie alla piena collaborazione dei piloti, che hanno compreso il momento e non si sono risparmiati in turni aggiuntivi. 

Per quanto riguarda i mezzi, abbiamo l’anno scorso rinnovato completamente la motorizzazione di una pilotina ed è in corso lo stesso refitting profondo per la seconda. 

Le attività messe in campo della AdSP sono certamente un utile strumento in attesa dell’avvio 

dei grossi lavori alle banchine e di approfondimento programmati dal progetto Hub portuale, nel quale sono riposte le attese di molti e il salto di qualità del nostro scalo.


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