Da energie diverse un

Interviste

bologna 28 marzo 2022

Tabarelli: “Gas, se si interrompono i flussi dall'estero cosa accadrà?”

28 marzo 2022 - bologna - Nuovi gasdotti, navi rigassificatrici, acquisti di gas da Algeria e Mozambico, semplificazioni burocratiche per tentare di accelerare anche l’utilizzo di rinnovabili. La guerra aperta dalla Russia contro l’Ucraina ha messo a nudo tutti i limiti di una politica energetica basata esclusivamente sulla dipendenza da Paesi terzi. Ma quando si interrompono i flussi di gas dall’estero cosa può accadere?

Ne abbiamo parlato con il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli.

 

Presidente Tabarelli, quale inverno ci aspetta dal punto di vista energetico?

“Freddo, forse più freddo dell'anno scorso. Corriamo il rischio di interruzioni. La situazione è confusa, come ovviamente deve essere in una situazione di guerra. Ma le bollette calde, bollenti, dell'ultimo inverno forse si raffredderanno. Se adottiamo le sanzioni, allora mettiamo un tetto ai prezzi”.

Per ora si leggono tanti annunci su acquisto di gas all'estero, navi rigassificatrici, rinnovabili. Ma di concreto si vede ben poco...

“Poco, sì. Ma qualcosa sta arrivando, 4,5 miliardi da Algeria, 2 dall'Egitto. Qualcosa in più via TAP, volumi arrivano anche dagli Usa. Sì, ma prima di arrivare ai 29 miliardi della Russia, ce ne vuole”.

 

Le navi rigassificatrici andranno davvero a Ravenna e Piombino?

“Ravenna è più vicina a centrare l’obiettivo. Piombino non credo. Ma ci sono altri porti che si stanno muovendo, come Crotone e Taranto.

 

Di estrazioni nazionali di gas, addirittura proprio non se ne parla?

Se ne parla poco, ma questa era una tragedia economica già prima della guerra. La Russia l'ha solo aggravata. 

È assurdo che noi ogni anno trasferiamo all'estero 10 miliardi di euro per comprare gas. È tutto Pil che potevamo fare da noi. 

 

In compenso abbiamo tutti gli impianti di rinnovabili al Sud, mentre l'energia serve soprattutto al Nord. Come facciamo a trasferirla dove serve?

Servono linee elettriche potenti e costose, che si fa fatica a realizzare perché la gente non vuole vedere i piloni e ha paura di tutto, anche dei fili ad alta tensione. Ma anche al Sud non riusciranno a fare tutto con le rinnovabili.


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