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Interviste

roma 15 gennaio 2016

Pagani (comm. Trasporti, Camera dei deputati): “Riforma decisiva per lo snellimento burocratico”

15 gennaio 2016 - roma - Finalmente il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto di riorganizzazione dei porti italiani in attuazione della “Legge Madia”.
Ne abbiamo parlato con Alberto Pagani, parlamentare Pd, membro della commissione Trasporti della Camera.
Soddisfatto del risultato?

“Molto soddisfatto. Il decreto segue gli orientamenti che abbiamo discusso e condiviso, e risolverà molti problemi che hanno penalizzato la portualità italiana in questi anni. Abbiamo introdotto misure per la semplificazione dei processi e la competitività dei nostri porti. La sfida è quella del confronto con le grandi potenze portuali del mondo, il Nord Europa, il Nord Africa, il Pireo, il Far East. Sono misure concrete per modernizzare i nostri porti, che sono strategici per l’intera economia, perché attraverso di essi transita il 70% delle merci che entrano ed escono dal nostro Paese”.
Quali sono le innovazioni che giudica più importanti?
“La semplificazione burocratica. Rispetto agli attuali 113 procedimenti amministrativi, svolti da 23 soggetti, funzioneranno lo Sportello Unico Doganale e dei Controlli, che verrà realizzato sotto il coordinamento funzionale dell’Agenzia delle Dogane, e lo Sportello Amministrativo Unico, un front office per tutti i procedimenti amministrativi e autorizzativi che non riguardano le attività commerciali e industriali. Due sportelli che abbasseranno drasticamente i tempi di sdoganamento e amministrativi, oggi imparagonabilmente più lunghi rispetto ai maggiori porti internazionali”.

Perché questa innovazione secondo lei è così importante?
“Quella dei tempi di consegna è un problema rilevante, perché per un’impresa la certezza dei tempi di consegna della merce è molto importante. Se una nave arriva da un porto del sud est asiatico, attraversa Suez e può sbarcare in un porto italiano una settimana prima di approdare nel Nord Europa. Una delle principali ragioni per cui molti clienti scelgono comunque la rotta a Nord è la maggiore efficienza dei servizi a terra, burocratici e trasportistici, che permette di recuperare il ritardo di navigazione. Per essere competitivi è, quindi, indispensabile ridurre tempi e costi a terra, perché il nostro costo calcolato in banchina è già competitivo”.
Il tema di maggior discussione sulla stampa è stato la riduzione del numero delle Autorità Portuali. Il dibattito ha riguardato anche Ravenna. In un primo tempo pareva che l’autorità di Ravenna dovesse essere incorporata con Venezia, nel sistema dell’alto Adriatico, poi che fosse prevista una fusione con Ancona. Lei non ha fatto dichiarazioni, ma si dice che abbia lavorato per convincere il Ministro della necessità di mantenere l’autonomia di Ravenna, è vero?
“I porti italiani verranno riorganizzati in 15 Autorità di sistema portuale, tra le quali c’è l’Autorità di Ravenna, perché il ministro Delrio ha valutato che fosse la scelta migliore per il sistema nazionale, e non sulla base di nostre rivendicazioni campanilistiche, ma per ragioni legate ai traffici, ai numeri, ai dati reali. Bisogna rendere merito a questo Ministro per la sua capacità di ascolto e di approfondimento dei dati, perché ha cambiato idea su di un ragionamento strategico, non per un braccio di ferro tra di noi”.
Cosa prevede il decreto? Come funzionerà il nuovo sistema portuale riformato?
“Il decreto prevede che alle nuove Autorità di sistema portuale faranno riferimento 54 porti di rilievo nazionale. Le Regioni possono chiedere l’inserimento nelle Autorità di sistema anche di porti di rilevanza regionale, come Porto Garibaldi o Cesenatico. Alle Autorità di sistema portuale verrà affidato il compito di indirizzo, programmazione e coordinamento del sistema dei porti della propria area. Dovranno attrarre gli investimenti sui diversi scali e raccordare le diverse amministrazioni pubbliche sui progetti di sviluppo”.




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