Interviste
ravenna
18 gennaio 2018
Zunarelli (UniBo): "Una catena logistica integrata"
18 gennaio 2018 - ravenna - Il sistema italiano della logistica risulta fortemente caratterizzato dal prevalente uso della modalità stradale (utilizzata per il trasporto di merce in una percentuale tra il 50 e 60%) rispetto alle modalità di trasporto più eco-sostenibili, quali la ferrovia e il mare.
Ciò comporta per il sistema della mobilità del Paese ingenti costi diretti e costi indiretti (incidentalità, congestione, inquinamento acustico ed atmosferico, etc.).
Già il Piano Nazionale della Logistica e dei Trasporti del 2001 introduceva il concetto di “sostenibilità ambientale”, concetto che si pone in diretta connessione con i principi dello sviluppo sostenibile e individua l’insieme delle modalità di trasporto in grado di diminuire le “esternalità negative” del traffico merci sul piano economico, sociale ed ambientale.
Una fondamentale soluzione per realizzare una mobilità sostenibile può essere individuata appunto nella intermodalità e, dunque, in un’ottica di catena logistica integrata.
Così anche nel Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica del 2015, la cui adozione era stata prevista dal c.d. decreto “Sblocca Italia”, una delle finalità che il piano persegue è proprio quella della “promozione dell’intermodalità nel traffico merci”.
Il piano rappresenta una programmatica risposta alla criticità del sistema modale, ponendosi, tra gli altri, l’obiettivo di perseguire una strategia di potenziamento degli hub logistici e portuali volta a riequilibrare le scelte intermodali di trasporto di tutto il sistema della catena logistica; prevedendo azioni per lo sviluppo dell’intermodalità strada-mare e strada-ferro.
Per dare concreta attuazione a questa visione strategica di potenziamento dell’intermodalità, la Legge 28 dicembre 2015, n. 208 (Legge di Stabilità 2016) interviene a prevedere incentivi finanziari destinati al potenziamento della catena logistica collegata, rispettivamente, all’utilizzo delle autostrade del mare e della ferrovia per il trasporto delle merci.
Stefano Zunarelli
Professore ordinario di Diritto della Navigazione
Università di Bologna
© copyright Porto Ravenna News
Ciò comporta per il sistema della mobilità del Paese ingenti costi diretti e costi indiretti (incidentalità, congestione, inquinamento acustico ed atmosferico, etc.).
Già il Piano Nazionale della Logistica e dei Trasporti del 2001 introduceva il concetto di “sostenibilità ambientale”, concetto che si pone in diretta connessione con i principi dello sviluppo sostenibile e individua l’insieme delle modalità di trasporto in grado di diminuire le “esternalità negative” del traffico merci sul piano economico, sociale ed ambientale.
Una fondamentale soluzione per realizzare una mobilità sostenibile può essere individuata appunto nella intermodalità e, dunque, in un’ottica di catena logistica integrata.
Così anche nel Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica del 2015, la cui adozione era stata prevista dal c.d. decreto “Sblocca Italia”, una delle finalità che il piano persegue è proprio quella della “promozione dell’intermodalità nel traffico merci”.
Il piano rappresenta una programmatica risposta alla criticità del sistema modale, ponendosi, tra gli altri, l’obiettivo di perseguire una strategia di potenziamento degli hub logistici e portuali volta a riequilibrare le scelte intermodali di trasporto di tutto il sistema della catena logistica; prevedendo azioni per lo sviluppo dell’intermodalità strada-mare e strada-ferro.
Per dare concreta attuazione a questa visione strategica di potenziamento dell’intermodalità, la Legge 28 dicembre 2015, n. 208 (Legge di Stabilità 2016) interviene a prevedere incentivi finanziari destinati al potenziamento della catena logistica collegata, rispettivamente, all’utilizzo delle autostrade del mare e della ferrovia per il trasporto delle merci.
Stefano Zunarelli
Professore ordinario di Diritto della Navigazione
Università di Bologna
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