Porti
roma
28 dicembre 2013
"Quattro porti vogliono i fondi pubblici"
28 dicembre 2013 - roma - Si annuncia infuocata la prossima riunione del direttivo di Assoporti, convocata per il 7 gennaio. All’ordine del giorno la proposta di riforma, per ora solo verbale, messa a punto dal ministro dei trasporti Maurizio Lupi.
Da una parte ci sono quattro tra i principali porti italiani (Genova, Livorno, Trieste e Venezia) che tratteggiano solo sette distretti logistici italiani (Nord Tirreno, Nord Adriatico, Tirreno Centrale, Adriatico centro - meridionale, Tirreno Meridionale, Sardegna e Sicilia) ognuno con a capo un’Autorità portuale e anche un organo per gestire queste macro aree: un consiglio direttivo “snello” che nella fase di transizione dia spazio anche ai presidenti delle autorità cancellate. Ma tanti altri porti, definiti ‘piccoli’ parlano di riforma sì, ma quella che è ancora al Senato e che di fatto manterrebbe le Autorità portuali.
Polemico il presidente dell’Autorità portuale di La Spezia, Lorenzo Forcieri: “Non vorrei - che si facessero alleanze che usano come collante la volontà di catalizzare la maggior parte dei fondi pubblici nella propria zona di competenza. Stare insieme insomma, per fare la parte del leone nei finanziamenti futuri”.
Per Forcieri l’idea dei 7 corridoi è da bocciare perché, tra l’altro, si costituirebbero nuovi organismi di coordinamento invece di snellirli. “Molto meglio seguire il progetti di Corridoi, messo a punto in sede Ue.
E Galliano Di Marco, presidente dell'AP ravennate, da sempre in polemica con Assoporti, annuncia che non starà a guardare passivamente: "La proposta di Lupi viola il titolo V della Costituzione. Ne tragga le conseguenze".
© copyright Porto Ravenna News
Da una parte ci sono quattro tra i principali porti italiani (Genova, Livorno, Trieste e Venezia) che tratteggiano solo sette distretti logistici italiani (Nord Tirreno, Nord Adriatico, Tirreno Centrale, Adriatico centro - meridionale, Tirreno Meridionale, Sardegna e Sicilia) ognuno con a capo un’Autorità portuale e anche un organo per gestire queste macro aree: un consiglio direttivo “snello” che nella fase di transizione dia spazio anche ai presidenti delle autorità cancellate. Ma tanti altri porti, definiti ‘piccoli’ parlano di riforma sì, ma quella che è ancora al Senato e che di fatto manterrebbe le Autorità portuali.
Polemico il presidente dell’Autorità portuale di La Spezia, Lorenzo Forcieri: “Non vorrei - che si facessero alleanze che usano come collante la volontà di catalizzare la maggior parte dei fondi pubblici nella propria zona di competenza. Stare insieme insomma, per fare la parte del leone nei finanziamenti futuri”.
Per Forcieri l’idea dei 7 corridoi è da bocciare perché, tra l’altro, si costituirebbero nuovi organismi di coordinamento invece di snellirli. “Molto meglio seguire il progetti di Corridoi, messo a punto in sede Ue.
E Galliano Di Marco, presidente dell'AP ravennate, da sempre in polemica con Assoporti, annuncia che non starà a guardare passivamente: "La proposta di Lupi viola il titolo V della Costituzione. Ne tragga le conseguenze".
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