Porti
«Rigassificatore, abbiamo l'esperienza per affrontare la sfida»
Alberto Antonelli neopresidente del Gruppo Ormeggiatori
Antonelli, qual è il fronte aperto che vi sta impegnando maggiormente?
Sicuramente il rigassificatore di Snam in costruzione al largo di Punta Marina. Per il porto è una nuova sfida, ma non per noi. Siamo da 15 anni abituati a intervenire al rigassificatore di Rovigo, quindi abbiamo già un bagaglio notevole di esperienza. A breve andremo a stipulare un'associazione temporanea di impresa con i due gruppi ormeggiatori di Chioggia e Venezia proprio per gestire al meglio, in questo caso, i rigassificatori. Se necessario, ognuno di noi metterà a disposizione mezzi e personale.
Dovrete acquistare nuovi mezzi?
Attualmente abbiamo un mezzo offshore, il Terzo Sirotti, e sette motobarche. A breve firmeremo il contratto per la costruzione della nuova versione del Terzo Sirotti, un 14 metri rivisto e rimodernato con soluzioni tecnologiche tipo lo stabilizzatore giroscopico e un intruder elettronico, tutto funzionerà elettricamente.
Dovremmo riuscire a installare anche dei pannelli solari per poter ridurre le emissioni al minimo quindi ricaricare quando siamo fermi in porto le batterie e utilizzarle per essere sempre green con la nuova barca.
Un investimento di circa 800mila euro, ma vedremo work in progress perché è costruita su misura per noi e ogni modifica comporta un aumento di prezzo.
State ragionando sul personale da assumere?
Ad oggi siamo 26 e a breve dovrebbero entrare il terzo e quarto classificato dell'ultimo bando di concorso, quindi arriveremo a 28 unità. Ma per coprire le necessità del rigassificatore dovremo procedere ad altre assunzioni. Ancora non le abbiamo quantificate, stiamo cercando di capire quante ne occorreranno per organizzare il lavoro.
Come formate il personale?
Facciamo formazione continua da dieci anni e seguiamo tutti i corsi che ci vengono richiesti obbligatoriamente come marittimi
Il bilancio 2023 del Gruppo come si è chiuso?
Con una lieve flessione rispetto al 2022, che però è stato un anno record, dovuta probabilmente ai danni provocati dall’alluvione. Il bilancio si è, comunque, chiuso positivamente.
Com'è cambiato negli anni il vostro modo di lavorare?
Sono qui dal 1 ottobre del 1998, quando sono arrivato ormeggiavamo delle barchettine di 2mila tonnellate mentre oggi sono navi mediamente con una stazza di 20mila tonnellate. C'è stato uno stravolgimento al porto di Ravenna e quindi anche nel nostro modo di lavorare e nei nostri mezzi. Allora avevamo barchine di legno con motori da 44 cavalli, oggi ci troviamo dei motoscafi con motori da 150 cavalli. Insomma, c’è stato un forte cambiamento in questi anni.
Inoltre, sono state modificate le altezze delle banchine, un tempo erano quasi tutte basse, a mezzo metro dall’acqua, ora sono anche 3 metri sul livello del mare, per cui il nostro impegno è molto più importante. Un modo di lavorare che in vent’anni è cambiato e progredito notevolmente.
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