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trieste 24 gennaio 2018

Per il terzo anno una performance da primato

Primo porto in Italia per tonnellaggio totale movimentato, primo porto italiano per traffico ferroviario e primo porto petrolifero nel Mediterraneo.

24 gennaio 2018 - trieste - Primo porto in Italia per tonnellaggio totale movimentato, primo porto italiano per traffico ferroviario e primo porto petrolifero nel Mediterraneo. Lo scalo triestino conferma per il terzo anno consecutivo una performance da primato.

“Il porto sta tornando ad essere il volano di sviluppo economico per Trieste, il Friuli Venezia Giulia e il nostro paese, nonché su scala internazionale”. Lo ha affermato il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, Zeno D’Agostino, commentando i dati di traffico del 2017 e l’importante rete di relazioni istituzionali e commerciali intessuta a livello europeo e soprattutto con Middle e Far East negli ultimi anni.

Sono le statistiche che rivelano un anno da record per il porto di Trieste, a partire dal dato complessivo che sfiora i 62 milioni, con 61.955.405 tonnellate di merce movimentata, pari ad un incremento del +4,58% rispetto al 2016.

I dati più rappresentativi del 2017 sono quelli relativi ai container e ai treni: il settore container registra un traffico mai raggiunto in precedenza nello scalo con 616.156 TEU (+26,66% rispetto al 2016); ma sommando la movimentazione dei container con i semirimorchi e le casse mobili (espressi in TEU equivalenti) nel corso del 2017, si sono raggiunti 1.314.953 TEU (+13,52%).

Crescita che D’Agostino ha definito “molto positiva in termini quantitativi, ma soprattutto qualitativi”. Basti guardare al numero dei container pieni sul totale movimentato: 89%. Per il presidente dell’Autority giuliana si tratta di un dato “esemplare” se paragonato alla normale performance di un terminal contenitori. “A Trieste non solo crescono i container, ma crescono in maniera sana: qui passano merci, non scatole vuote”.

Di rilievo assoluto anche il dato del traffico ferroviario: 8.681 sono stati i treni, con un aumento del +13,76% sul 2016 e del 45,17% rispetto al 2015. Tale crescita è stata sostenuta dai treni su direttrice internazionale legati al traffico container (+34,31%) ma anche da quelli lavorati nel porto industriale, del settore siderurgico (+24,58%).

Dai numeri emerge chiaramente l’impulso che il traffico ferroviario ha innescato sul segmento dei contenitori, ciò significa per D’Agostino che “la strategia del ferro intrapresa dall’Autorità portuale di Trieste sta pagando e questa è la via da seguire anche nei prossimi anni. I forti investimenti di Rfi, della Regione FVG e del Governo, che sommati ammontano a 83 milioni di euro già stanziati, lo dimostrano”.

L’elemento che rende lo scalo giuliano unico nel panorama italiano non è dato però solo dal consolidamento del ruolo di porto leader del traffico ferroviario e intermodale su scala internazionale - che fa di Trieste sempre più un gateway continentale per i traffici globali - ma anche dalla presenza di svariati attori del mercato ferroviario che operano nello scalo. Oltre al gruppo Fs, sono attive importanti compagnie ferroviarie private italiane (CFI e Inrail) e alcune società ( Rail Cargo Carrier Italy, Rail traction Company, CapTrain Italia) partecipate da operatori europei di primaria importanza (Rail Cargo Austria, DB Schenker, SNCF). Va rilevato infine il ruolo fondamentale di Adriafer (controllata al 100% dall’AdSP giuliana) che come sottolinea D’Agostino “da luglio ha ottenuto la certificazione a poter operare in rete e non più solo come operatore di manovra portuale”.

Da osservare, nello specifico, che il gruppo controllato dall’austriaca Rail Cargo è il maggiore protagonista, con una quota che corrisponde a più del 28% dei treni totali del porto. Un dato che fa emergere con evidenza il posizionamento storico dello scalo triestino rispetto ai mercati finali del centro-Europa.

Ma guardando la mappa dei collegamenti intermodali del porto, risulta una nuova rete di destinazioni ferroviarie che nell’ultimo triennio è andata estendendosi progressivamente, coinvolgendo tutti i principali nodi del continente, molti dei quali non programmabili fino a qualche anno fa. Basti citare i servizi operati dalla Ekol, attivati nel 2017: il Kiel-Göteborg sull’asse Adriatico-Baltico e il recente collegamento verso Zeebrugge in Belgio che permette di raggiungere la Gran Bretagna da Trieste.

Sull’asse Est europeo invece il servizio in partenza dal molo VII (Trieste Marine Terminal) verso Budapest, è tra i più performanti: inaugurato nel 2015 con 2 round trip settimanali, è passato da 4 a 7 e quindi alle attuali 10 coppie di treni a settimana, tanto che l’Ungheria sta diventando il primo mercato di riferimento di Trieste per il traffico ferroviario dei contenitori.

Altro elemento fondamentale della crescita del 2017 sono state le merci varie, 16.565.255 tonnellate di merce movimentata e un aumento a doppia cifra (+14,11%) rispetto all’anno precedente. Trieste rimane porta privilegiata per i traffici della Turchia in Europa: in costante aumento il comparto RO-RO con 302.516 mezzi (+4,28%) su un totale di 314.705 veicoli transitati (+3,99%). In crescita anche le rinfuse liquide con 43.750.555 tonnellate (+2,33%). Solo le rifuse solide portano il segno negativo, arretrando del 16,81%.


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