sicurezza e cambiamento

Energia

ravenna 23 febbraio 2018

Il Roca al nuovo governo: "Investire nel gas"

Appello delle imprese del settore energetico

23 febbraio 2018 - ravenna - “Le aziende associate al Roca sollecitano tutte le istituzioni, associazioni di categoria, sindacati e candidati locali prossimi parlamentari affinché chiedano al nuovo governo che scaturirà dalle elezioni del 4 marzo un impegno preciso per una nuova politica di efficienza energetica e di investimenti per l’utilizzo del gas come fonte di transizione verso le future energie alternative. Senza nuove concessioni, nuovi investimenti e la rimozione della limitazione delle 12 miglia la bilancia dei pagamenti sul piano energetico sarà sempre in passivo, le famiglie avranno una bolletta sempre più elevata, le imprese e i lavoratori continueranno a vivere una paradossale situazione di crisi”. Lo ha sostenuto questa mattina il presidente di Roca, Franco Nanni, intervenendo al congresso della UILTEC.


Nanni ha poi fornito una serie di dati.
Consumo gas Italia 61,9 mld di metri cubi standard (smc): ne importiamo 55,9 mld e ne produciamo 6.
Dipendenti Aziende ROCA: 2014 n. 8.816; 2015 n. 5.611; 2016 n. 5.420.
Fatturato ROCA: 2014 € 2.022 MLD; 2015 €1,333 MLD; 2016 € 1.063 MLD

E bisogna dire che l’indotto di OMC, evento mondiale che si tiene ogni due anni a Ravenna grazie alle imprese Oil&Gas e le Istituzioni locali, muove un giro d’affari di 11,3 milioni di euro, a vantaggio della collettività.
Il Ministero dello Sviluppo Economico stima che le riserve in Italia siano di 700 milioni di tonnellate equivalente di petrolio (TEP) di cui certi 130 milioni, mentre i rimanenti 570 milioni sono classificati come probabili e possibili.

“Se dovessimo continuare la nostra attività come ai bei tempi e sviluppare queste riserve già scoperte, potremmo soddisfare la nostra produzione attuale di 11,6 mln TEP anno per almeno 50 anni da oggi.
Ma soprattutto si potrebbero creare 3.500 nuovi posti di lavoro per almeno 12 anni.
Oppure 700 posti di lavoro per 50 anni”.

“Questo significa anche che potremmo raddoppiare la nostra attuale produzione da 12 a 24 milioni di TEP, diminuire ulteriormente la nostra dipendenza dall’importazione con una conseguente riduzione della bolletta energetica di svariati miliardi di euro all’anno, garantendo non solo l’attuale occupazione ma anche e soprattutto aumentandola”.
È importante ricordare che 1.000 m3 di gas nella penisola Orengoj in Russia, a 5000 km di distanza, il 25 % debbono essere bruciati per azionare i compressori e far arrivare il gas sulle nostre tavole con la conseguenza di un maggior inquinamento ambientale e un maggior costo per l’utente finale.
Gli stessi 1000 m3 di gas prodotti in Adriatico a “km. 0” non causerebbero questo danno.
Dobbiamo sfatare questa favola che non sfruttando il metano dell’Adriatico utilizzeremo energie pulite.
Per ogni metro cubo di gas non prodotto in Italia ne importiamo 1,1-1,2 dall’estero. Per il trasporto immettiamo anidride carbonica, spendiamo di più e perdiamo posti di lavoro.

Ogni nuova piattaforma porterebbe almeno 200.000 giornate lavorative.



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