Così Lupi vuole accorpare le Autorità portuali

16 gennaio 2014 - roma - Il Secolo XIX anticipa la bozza di riforma dei porti che sta mettendo a punto il ministro Lupi.
Per la portualità sparirebbero i confini regionali. Di fatto l’Italia verrebbe divisa in 8 distretti logistici: Alto Tirreno, Medio Tirreno, Basso Tirreno, Alto Adriatico, Medio Adriatico, Basso Adriatico-Ionio, Sicilia, Sardegna. Sono le aree comprese nelle reti Ten-T europee e ognuno di questi otto distretti farà capo ad una Autorità Portuale e Logistica di interesse strategico (APL).

I nuovi enti gestiranno non solo le banchine ma tutta la filiera logistica, non badando ai confini regionali.
Inevitabili, quindi, gli accorpamenti tra Autorità portuali. Nel Medio Adriatico, ad esempio, Ravenna con Ancona, nell'Alto Venezia con Trieste, sul Tirreno Genova con Savona e Spezia con Livorno. Le AP rimaste fuori dai distretti verrebbero ad essere inglobate nelle nuove APL ovvero, in caso di mancato accorpamento, verrebbero trasferite alle Regioni sulla base di apposite intese.

Come anticipato al termine della riunione di Assoporti, si è proceduto alla creazione dei distretti sulla base delle reti Ten europee e dei nodi portuali. Logistica è la parola chiave del documento: le nuove APL dovranno infatti riuscire a gestire e promuovere la logistica integrata e attivare strumenti finanziari per la realizzazione delle infrastrutture necessarie.

Secondo la bozza cesserebbero di esistere i Comitati portuali, sostituiti dal Consiglio Direttivo (Organismo snello - presso cui siedono, oltre al Presidente, un componente del MIT, uno dell’autorità marittima, un rappresentante delle realtà imprenditoriali del Distretto ed un membro per ciascuna delle Regioni del Distretto - avente compiti e funzioni propri di un Consiglio di Amministrazione, ed incaricato, di adottare il Piano integrato logistico ed i Piani regolatori dei porti facenti parte del Distretto; di approvare il bilancio di previsione dell’Ente; di adottare il Regolamento di amministrazione e contabilità dell’Autorità; di deliberare in ordine alle concessioni di durata superiore ai cinque anni determinando l’ammontare dei canoni”.

La rivoluzione di Lupi si gioca sulla governance. Nella bozza della riforma per decreto è prevista anche una Commissione Consultiva, simile all’attuale comitato portuale, ma con più rappresentanti delle categorie.


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