Porti
koper
07 settembre 2018
Koper pianifica 230 milioni di investimenti
Nella prima metà del 2018 crescita del 6% nei containers
07 settembre 2018 - koper - Frenano gli investimenti a Luka Koper e slittano al prossimo anno.
Gli investimenti sono stati quasi dimezzati a causa "dei lunghi processi per l’ottenimento delle autorizzazioni e dei permessi di costruzione", spiegano i vertici portuali, in seguito alla lunga contesa con il comune di Capodistria, che si era opposto al prolungamento del Molo I per ragioni legate alla valutazione di impatto ambientale del progetto.
A fine giugno, dopo aver trovato un accordo con Luka Koper, il Consiglio comunale ha deciso all’unanimità di interrompere la propria opposizione ai lavori a livello di giustizia amministrativa (il Comune aveva già vinto un ricorso al riguardo). Ma ora, anche se i lavori potranno a breve ripartire, la parte principale di quello che è considerato il progetto strategico. A questo punto, però, tutto slitta al 2019.
L’accordo col Comune prevede che l’azienda si faccia carico di diverse iniziative per limitare l’impatto (in particolare sonoro) del porto nei confronti dei cittadini ma anche che, nel lungo termine, l’azienda liberi il cosiddetto Molo Zero dalle attività portuali.
Dal punto di vista della strategia quinquennale di Luka Koper (2016-2020), non si tratta di una rivoluzione ma solo di un rallentamento.
Il progetto di ampliamento del Molo I si inserisce in un pacchetto di investimenti che porteranno a rafforzare il terminal container (un aspetto su cui il porto sta puntando come priorità).
In totale, l’impresa parla di 230 milioni di euro da spendersi non soltanto nell’allungamento del molo, ma anche nell’acquisto di nuove gru, nella creazione di nuove aree di stoccaggio e nell’ampliamento delle infrastrutture. Progetti che fanno seguito a quelli già compiuti negli due ultimi anni: dal drenaggio delle banchine alla posa di nuove rotaie sul terminal container, passando per l’acquisto di diverse gru su gomma e su rotaia. Avanti tutta, dunque, con l’automatizzazione del porto, che ha registrato l’anno scorso un totale di oltre 23 milioni di tonnellate di merci trasportate, di cui 9 milioni soltanto nel settore containers.
Al riguardo, i dati pubblicati questa settimana e concernenti la prima metà del 2018 indicano una crescita del 6% nei containers rispetto al primo semestre del 2017. Anche nel trasporto delle automobili, Capodistria si è imposta l’anno scorso come il nono porto d’Europa e il terzo del Mediterraneo (dopo Barcellona e Valencia) con oltre 741mila auto.
© copyright Porto Ravenna News
Gli investimenti sono stati quasi dimezzati a causa "dei lunghi processi per l’ottenimento delle autorizzazioni e dei permessi di costruzione", spiegano i vertici portuali, in seguito alla lunga contesa con il comune di Capodistria, che si era opposto al prolungamento del Molo I per ragioni legate alla valutazione di impatto ambientale del progetto.
A fine giugno, dopo aver trovato un accordo con Luka Koper, il Consiglio comunale ha deciso all’unanimità di interrompere la propria opposizione ai lavori a livello di giustizia amministrativa (il Comune aveva già vinto un ricorso al riguardo). Ma ora, anche se i lavori potranno a breve ripartire, la parte principale di quello che è considerato il progetto strategico. A questo punto, però, tutto slitta al 2019.
L’accordo col Comune prevede che l’azienda si faccia carico di diverse iniziative per limitare l’impatto (in particolare sonoro) del porto nei confronti dei cittadini ma anche che, nel lungo termine, l’azienda liberi il cosiddetto Molo Zero dalle attività portuali.
Dal punto di vista della strategia quinquennale di Luka Koper (2016-2020), non si tratta di una rivoluzione ma solo di un rallentamento.
Il progetto di ampliamento del Molo I si inserisce in un pacchetto di investimenti che porteranno a rafforzare il terminal container (un aspetto su cui il porto sta puntando come priorità).
In totale, l’impresa parla di 230 milioni di euro da spendersi non soltanto nell’allungamento del molo, ma anche nell’acquisto di nuove gru, nella creazione di nuove aree di stoccaggio e nell’ampliamento delle infrastrutture. Progetti che fanno seguito a quelli già compiuti negli due ultimi anni: dal drenaggio delle banchine alla posa di nuove rotaie sul terminal container, passando per l’acquisto di diverse gru su gomma e su rotaia. Avanti tutta, dunque, con l’automatizzazione del porto, che ha registrato l’anno scorso un totale di oltre 23 milioni di tonnellate di merci trasportate, di cui 9 milioni soltanto nel settore containers.
Al riguardo, i dati pubblicati questa settimana e concernenti la prima metà del 2018 indicano una crescita del 6% nei containers rispetto al primo semestre del 2017. Anche nel trasporto delle automobili, Capodistria si è imposta l’anno scorso come il nono porto d’Europa e il terzo del Mediterraneo (dopo Barcellona e Valencia) con oltre 741mila auto.
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