Porti
ravenna
19 settembre 2018
Controllo merci, urge potenziare gli uffici
Le proteste di Unione utenti e Spedizionieri
![Controllo merci, urge potenziare gli uffici](/file/articoli/th/articoli_1231.jpg)
19 settembre 2018 - ravenna - Da anni, Unione utenti e Spedizionieri sottolineano la necessità di un potenziamento degli uffici pubblici preposti all’espletamento della vigilanza e dei controlli previsti dalla legge sulle merci in transito dal porto di Ravenna. In particolare, Ufficio di sanità marittima, Dogana, Servizio veterinario, Age Control (ex Ice), fitopatologo soffrono pesantemente e costantemente di carenza di personale.
Lo svolgimento delle attività di controllo o autorizzative pesa quindi principalmente sulle spalle dei pochi dipendenti presenti nei vari uffici, senza considerare che per determinati servizi (come nel caso di Age Control, che si occupa delle verifiche sull'import di prodotti freschi come verdure e frutta) il personale deve venire da fuori provincia, in questo caso da Cesena.
“In questa fase ci troviamo in una situazione particolare - spiegano il presidente degli Spedizionieri Danilo Belletti e il consigliere Alessandra Riparbelli che ha seguito specificatamente questa problematica -. Già oggi tutto il lavoro pesa su poche persone. Nel 2019 inizieranno gli escavi dei fondali ed è quindi prevedibile che nel giro di qualche anno si vedano gli effetti benefici di questo intervento con un maggiore afflusso di merce.
Ma se non si provvede in questo lasso di tempo a rimpinguare gli organici di questi servizi, ci troveremo paradossalmente ancor più in difficoltà di quanto non lo siamo ora”.
Gli Spedizionieri ribadiscono che uno dei fattori di competitività di un porto è dato dalla velocità e dalla certezza dei tempi di transito delle merci e che proprio dall'organizzazione di questi servizi dipende il tempo di sosta delle merci in porto: “I traffici sono gestiti come una catena: ogni anello dà il suo contributo; per questo siamo impegnati da tempo con tutte le parti interessate, in una logica di sistema portuale, nella ricerca di possibili soluzioni al problema della carenza di personale dei vari uffici Usmaf, veterinari, ecc per poter continuare a fornire un servizio competitivo e di alta qualità alle merci in transito dal porto di Ravenna sia nel presente che durante e dopo il periodo dei lavori di escavo dei fondali’’.
Riccardo Martini, presidente dell’Unione Utenti, aggiunge: “Le normative comunitarie negli ultimi anni hanno ampliato enormemente i prodotti soggetti a controllo sanitario. Non solo prodotti alimentari, ma anche tutti i prodotti che entrano a contatto con la filiera alimentare stessa, dalle stoviglie ai fitofarmaci.
A fronte di questo aumento di lavoro ci saremmo aspettati un potenziamento dell’ufficio di Sanità Marittima, che invece è stato penalizzato dalle varie spending review e blocchi del turn over, per cui da anni la locale Usmaf non ha un proprio dirigente, ma dipende ora da Bologna, ora da Livorno.
Se la maggior parte dei traffici si riesce a mantenere, fra mille difficoltà, è solo grazie all’impegno del poco personale in servizio, ma purtroppo qualcosa inizia a scappare in favore di altri porti comunitari, dove i controlli sono puntuali e veloci, sette giorni su sette.
Un porto come Ravenna, dove i traffici agroalimentari sono un punto di forza, non può arrendersi a questa situazione e mi auguro che Autorità di Sistema, Istituzioni locali e associazioni di categoria facciano fronte comune per ottenere un organico Usmaf adeguato alla nostra realtà attuale e futura, nella speranza che gli agognati approfondimenti dei fondali portino un aumento anche dei traffici di cui abbiamo parlato”.
© copyright Porto Ravenna News
Lo svolgimento delle attività di controllo o autorizzative pesa quindi principalmente sulle spalle dei pochi dipendenti presenti nei vari uffici, senza considerare che per determinati servizi (come nel caso di Age Control, che si occupa delle verifiche sull'import di prodotti freschi come verdure e frutta) il personale deve venire da fuori provincia, in questo caso da Cesena.
“In questa fase ci troviamo in una situazione particolare - spiegano il presidente degli Spedizionieri Danilo Belletti e il consigliere Alessandra Riparbelli che ha seguito specificatamente questa problematica -. Già oggi tutto il lavoro pesa su poche persone. Nel 2019 inizieranno gli escavi dei fondali ed è quindi prevedibile che nel giro di qualche anno si vedano gli effetti benefici di questo intervento con un maggiore afflusso di merce.
Ma se non si provvede in questo lasso di tempo a rimpinguare gli organici di questi servizi, ci troveremo paradossalmente ancor più in difficoltà di quanto non lo siamo ora”.
Gli Spedizionieri ribadiscono che uno dei fattori di competitività di un porto è dato dalla velocità e dalla certezza dei tempi di transito delle merci e che proprio dall'organizzazione di questi servizi dipende il tempo di sosta delle merci in porto: “I traffici sono gestiti come una catena: ogni anello dà il suo contributo; per questo siamo impegnati da tempo con tutte le parti interessate, in una logica di sistema portuale, nella ricerca di possibili soluzioni al problema della carenza di personale dei vari uffici Usmaf, veterinari, ecc per poter continuare a fornire un servizio competitivo e di alta qualità alle merci in transito dal porto di Ravenna sia nel presente che durante e dopo il periodo dei lavori di escavo dei fondali’’.
Riccardo Martini, presidente dell’Unione Utenti, aggiunge: “Le normative comunitarie negli ultimi anni hanno ampliato enormemente i prodotti soggetti a controllo sanitario. Non solo prodotti alimentari, ma anche tutti i prodotti che entrano a contatto con la filiera alimentare stessa, dalle stoviglie ai fitofarmaci.
A fronte di questo aumento di lavoro ci saremmo aspettati un potenziamento dell’ufficio di Sanità Marittima, che invece è stato penalizzato dalle varie spending review e blocchi del turn over, per cui da anni la locale Usmaf non ha un proprio dirigente, ma dipende ora da Bologna, ora da Livorno.
Se la maggior parte dei traffici si riesce a mantenere, fra mille difficoltà, è solo grazie all’impegno del poco personale in servizio, ma purtroppo qualcosa inizia a scappare in favore di altri porti comunitari, dove i controlli sono puntuali e veloci, sette giorni su sette.
Un porto come Ravenna, dove i traffici agroalimentari sono un punto di forza, non può arrendersi a questa situazione e mi auguro che Autorità di Sistema, Istituzioni locali e associazioni di categoria facciano fronte comune per ottenere un organico Usmaf adeguato alla nostra realtà attuale e futura, nella speranza che gli agognati approfondimenti dei fondali portino un aumento anche dei traffici di cui abbiamo parlato”.
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