Porti
venezia
06 dicembre 2018
Le opportunità della Via della Seta
Le nuove prospettive per il commercio tra Italia e Cina
06 dicembre 2018 - venezia - Università Cà Foscari di Venezia, Centro Studi sulla Cina Contemporanea e Politecnico di Torino hanno chiamato a raccolta esperti, accademici, diplomatici e i vertici dei principali nodi marittimi italiani per dibattere sulle nuove prospettive per il commercio tra Italia e Cina lungo le vie della Seta di terra e di mare.
Il Porto di Venezia, rappresentato dal presidente dell'Autorità di Sistema Portuale, Pino Musolino, e intervenuto insieme ai Porti di Trieste (rappresentato da Zeno D’Agostino presidente Autorità di Sistema Portuale Mare Adriatico Orientale) e di Genova e Savona (rappresentati da Paolo Emilio Signorini presidente Autorità di Sistema Portuale Mar ligure occidentale) in una sessione aperta dal prof. Stefano Soriani dell’Università Cà Foscari, e moderata da Paolo Salom del Corriere della Sera.
Il presidente Pino Musolino, ribadendo che la via della Seta è da considerarsi sia una strategia commerciale per connettere la Cina e l’Europa, sia una legittima proiezione economica, militare e politica della Cina quale Potenza globale, ha ricordato che nei porti dell’Alto Adriatico è già una realtà dato che opera una linea diretta container che collega Venezia, Trieste, Ravenna e Koper con il Far East.
In questo contesto il Porto di Venezia può contribuire all'ulteriore sviluppo dell’Alto Adriatico, a servizio del Nordest italiano e dell’intero Paese, se saprà fungere adeguatamente da driver logistico per la produzione manifatturiera della Pianura Padana (una delle aree più manifatturiere d’Europa che ospita il 50% dei distretti produttivi d’Italia) stante anche la propensione all’export di questo mercato (il valore dell’export del solo Veneto è pari a 60 miliardi € e oltre il 50% dell’export è rivolto ai mercati extra EU).
Per farlo il Porto di Venezia punta allo sviluppo dei propri asset logistici e operativi in un’ottica porto-centrica che guarda al commercio; sono infatti il consumo e la produzione ad alimentare il commercio che, a sua volta, sostiene e rafforza la logistica.
Da qui l’idea di replicare il modello vincente che fece di Venezia la Regina dei Mari. La zona di Rialto infatti era il cuore pulsante del commercio e fu lo sviluppo del commercio a espandere le rotte marittime da un lato e la realizzazione dei “Fondaci” – veri e propri centri riservati ai principali partner commerciali della Serenissima – nell’area realtina.
Da qui l’idea di realizzare un “Fondaco 4.0” per far incontrare da un lato i partner commerciali del Porto di Venezia e dall’altro produzione e manifattura.
© copyright Porto Ravenna News
Il Porto di Venezia, rappresentato dal presidente dell'Autorità di Sistema Portuale, Pino Musolino, e intervenuto insieme ai Porti di Trieste (rappresentato da Zeno D’Agostino presidente Autorità di Sistema Portuale Mare Adriatico Orientale) e di Genova e Savona (rappresentati da Paolo Emilio Signorini presidente Autorità di Sistema Portuale Mar ligure occidentale) in una sessione aperta dal prof. Stefano Soriani dell’Università Cà Foscari, e moderata da Paolo Salom del Corriere della Sera.
Il presidente Pino Musolino, ribadendo che la via della Seta è da considerarsi sia una strategia commerciale per connettere la Cina e l’Europa, sia una legittima proiezione economica, militare e politica della Cina quale Potenza globale, ha ricordato che nei porti dell’Alto Adriatico è già una realtà dato che opera una linea diretta container che collega Venezia, Trieste, Ravenna e Koper con il Far East.
In questo contesto il Porto di Venezia può contribuire all'ulteriore sviluppo dell’Alto Adriatico, a servizio del Nordest italiano e dell’intero Paese, se saprà fungere adeguatamente da driver logistico per la produzione manifatturiera della Pianura Padana (una delle aree più manifatturiere d’Europa che ospita il 50% dei distretti produttivi d’Italia) stante anche la propensione all’export di questo mercato (il valore dell’export del solo Veneto è pari a 60 miliardi € e oltre il 50% dell’export è rivolto ai mercati extra EU).
Per farlo il Porto di Venezia punta allo sviluppo dei propri asset logistici e operativi in un’ottica porto-centrica che guarda al commercio; sono infatti il consumo e la produzione ad alimentare il commercio che, a sua volta, sostiene e rafforza la logistica.
Da qui l’idea di replicare il modello vincente che fece di Venezia la Regina dei Mari. La zona di Rialto infatti era il cuore pulsante del commercio e fu lo sviluppo del commercio a espandere le rotte marittime da un lato e la realizzazione dei “Fondaci” – veri e propri centri riservati ai principali partner commerciali della Serenissima – nell’area realtina.
Da qui l’idea di realizzare un “Fondaco 4.0” per far incontrare da un lato i partner commerciali del Porto di Venezia e dall’altro produzione e manifattura.
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