sicurezza e cambiamento

Porti

ravenna 21 febbraio 2014

"Fondali, terminal e viabilità indispensabili"

21 febbraio 2014 - ravenna - La Filt Cgil ha concluso i lavori della propria assemblea congressuale, dove ha rieletto Danilo Morini alla segreteria, con un convegno dedicato al futuro del porto di Ravenna. Riferendosi all’escavo dei fondali, Morini ha detto che “abbiamo bisogno, nel rispetto delle regole, che ogni soggetto si assuma le proprie responsabilità. Non possiamo rischiare che non si realizzino interventi programmati come fondali, banchine, sistemazione delle strade”.

Il presidente dell’Autorità portuale, Galliano Di Marco, ha ricordato che, per quanto riguarda il ‘progettone’ per l’escavo dei fondali, “siamo all’ultimo miglio”. In cassa ci sono 200 milioni di euro, ma gli ostacoli burocratici creano molta preoccupazione.

“Nei prossimi due mesi avremo i risultati delle analisi sulle sabbie dei fondali di tutto il canale – dice Di Marco – per avere la certezza che le aree individuate possano ospitare il materiale scavato. Oppure, dovremo individuare altre zone. Per ora trattiamo l’affitto di un’area nell’ex Sarom, l’adiacente area Serena Monghini e uno spicchio di Largo Trattaroli. Entro giugno presenteremo il progetto definitivo al Cipe e conto, in ottobre, di poter indire il bando d’appalto, sfruttando le norme presenti nel decreto Salva Italia. Il Movimento 5 Stelle presenta interrogazioni in Senato contro Ravenna, ma io continuo a incontrare i comitati del no e il dialogo lo mantengo aperto”.

L’assessore regionale Alfredo Peri è al fianco di Ravenna: “Dobbiamo fare in modo che in due mesi il progetto arrivi alla meta, queste sono opere cantierabili, che creano occupazione. Non mi sembra un aspetto secondario”. Sostegno pieno anche del sindaco Matteucci: “L’approfondimento dei fondali è una priorità, una pregiudiziale. Il sostegno all’Autorità portuale è pieno. Andiamo avanti”.

Per Claudio Casadio, presidente della Provincia, “Autorità portuale e Regione stanno agendo bene. Il sistema normativo italiano è complesso. Troppo. Lo strumento sul quale agire è la Conferenza dei servizi, dobbiamo accelerare iter che sono troppo lunghi e dare la possibilità agli enti di modificare la propria pianificazione”. Ma le valutazioni di Casadio non si fermano qui: “I comitati del no sono pregiudizievoli e la politica si prende paura. Invece, serve una politica che guardi avanti, ad esempio per estrarre gas, altrimenti in Adriatico se lo prendono comunque i croati e ce lo rivendono maggiorato. Sono scelte che dobbiamo condividere a livello locale”.

Secondo Alberto Pagani, parlamentare Pd e membro della commissione Trasporti della Camera, “la pace che ha fatto crescere il nostro porto, va tutelata, perché è la garanzia della crescita. E’ chiaro che dobbiamo giocare le nostre carte sul fronte della logistica, mettendo assieme nave-treno-gomma”.

Quello della logistica è stato un concetto ripreso dal presidente di Confindustria, Guido Ottolenghi: “I porti del Nord Europa attraggono traffici e noi per contrastarli dobbiamo creare una catena logistica vantaggiosa. Prendiamo le rinfuse: Rotterdam sta diventando competitiva anche per portarle a Milano. Non sempre abbiamo considerato la logistica strategica. Ma ribadisco che i fondali sono vitali. Non possiamo restare fuori dal gigantismo: abbiamo una posizione di privilegio verso il Medio Oriente, dobbiamo essere capaci di portare i traffici verso il nostro porto in maniera efficiente e a costi bassi. Così respingeremo i porti del Nord Europa. Pubblico e privato nel nostro porto hanno trovato nel tempo un giusto equilibrio, che auspico prosegua”.

Per Roberto Rubboli, ad della Sapir: "Un porto che non ha un terminal container vero, non viene considerato un porto importante”. Il riferimento è al progetto del nuovo terminal, legato però all’escavo dei fondali. Per Rubboli avere un nuovo e più strutturato terminal container è una condizione indispensabile per restare competitivi e bisogna essere consapevoli che i benefici si potrebbero ripercuotere su tutte le merceologie portuali. Ma Rubboli mette in guardia dai lacci della burocrazia: “Non possiamo aspettare sette mesi perché l’autorità competente ci dica che in un capannone dobbiamo mettere una paratia “perché, nel frattempo, le merci che dovevano stare sotto quell’impianto se ne sono già andate altrove”.

Allen Boscolo, presidente della Cooperativa portuale, ha voluto sottolineare come la sicurezza nel lavoro portuale sia da mettere al primo posto: “Sulle banchine abbiamo sconfitto il capolarato tanti anni fa. La legge 84/94 ci è stata di grande aiuto. Ora va monitorato ciò che accade nel retroporto”.



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