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Porti

ravenna 05 settembre 2019

Il Pd: "Sui porti ripartiamo dalla riforma Delrio"

Alla Festa nazionale dell'Unità i democratici tornano in prima linea sulle infrastrutture

05 settembre 2019 - ravenna - Gli ‘autoconvocati’ di maggio della portualità Pd sono tornati e questa volta sono più di quaranta. Da oppositori annunciati della politica del governo Conte 1, pronti a dare battaglia “perché la politica portuale e infrastrutturale torni a essere nell’agenda governativa”, a maggioranza nel Conte 2 dove il Pd fa coppia con il M5S.


Nella Sala Rossa del Pala De André dove si sta svolgendo la Festa nazionale dell’Unità sono almeno 200: parlamentari, presidenti di Adsp, compagnie portuali, ormeggiatori e piloti, associazioni di rappresentanza, lavoratori: parte da loro il ritorno in prima linea del Pd sui temi portuali. Due ore e mezzo di discussione, sintetizzate alla fine dal deputato ravennate Alberto Pagani. “Siamo qui per riprendere il lavoro di Delrio sulla riforma dei porti, dopo un anno e mezzo di ‘nulla’ del precedente Governo.


I temi sui quali lavorare stanno sono già sul tavolo: dal progetto ‘Connettere l’Italia’ a Ferrobonus”. Pagani porta a sintesi i temi centrali del confronto: “Le Adsp devono essere autorità pubbliche che gestiscono i porti che sono beni pubblici, quindi dei cittadini italiani”. Ma le Adsp devono funzionare e avere una visione d’insieme attraverso la Conferenza dei presidenti di questi organismi. A questo punto scende in campo il Mit per indicare la linea politica della portualità, oltre che svolgere funzioni di controllo”.

Ferma la linea sulle infrastrutture: “Noi chiediamo che le infrastrutture vengano realizzate. Basta coi tentennamenti e i rinvii. Anche i porti hanno bisogno di essere collegati con il resto dell’Europa”. Sulla manutenzione: “E’ ora di fare chiarezza: se c’è un dosso in porto va rimosso nel contesto della manutenzione ordinaria. Però non si può rischiare un avviso di garanzia per fare ciò che è logico fare”. Quindi il lavoro portuale: “Facciamo attenzione a tutto questo interesse degli armatori a fare i terminalisti, ai fondi internazionali che comprano pezzi di porto. Deve essere chiaro a tutti che in Italia il portuale fa il portuale, il marittimo fa il marittimo. Se non si rispetta questa dinamica avremo un lavoro meno retribuito, meno qualitativo e più pericoloso”.


In apertura era stato Franco Mariani, leader degli autoconvocati insieme ad Alberto Pagani, Roberto Rubboli e Cesare Guidi, a mettere sul tappeto i problemi aperti, strappando applausi quando ha sostenuto il contratto unico dei lavoratori portuali italiani: “Un vero e proprio fiore all’occhiello”. Ad Andrea Appetecchia, segretario generale della Fondazione SILP – Scuola Italiana Logistico Portuale, e al prof. Sergio Maria Carbone, docente universitario, il compito di una lettura giuridica e tecnica dei problemi portuali, a partire dalla definizione delle Adsp come soggetti pubblici. Appetecchia ha però in messo in guardia rispetto alla necessità di connessione tra le infrastrutture italiane per favorire la tenuta dei porti nazionali rispetto al forte sviluppo di altre banchine mediterranee, come quelle spagnole.


Gino Maioli, presidente di Dinazzano Po, ha chiesto a gran voce il rifinanziamento del Ferrobonus introdotto dall’ex ministro Delrio, così come va mantenuto lo sconto tracce. Appassionato l’intervento del presidente dell’Angopi, Cesare Guidi, fortemente preoccupato dal gigantismo navale e dagli effetti sui porti italiani e sull’ambiente. Stesso ragionamento sugli armatori che diventano terminalisti “con il rischio che decidano in 24 ore di lasciare un porto per insediarsi in un altro creando disoccupazione nei territori”.


“Il convegno di oggi – ha detto Roberto Rubboli, direttore dell’Ancip – è l’inizio di una ripresa di attenzione verso i porti: il Pd riparta dal lavoro portuale. Attenzione alle strumentalizzazioni in campo ambientale. L’attività oil&gas va portata avanti, perché da noi è fatta con tecnologie più che moderne e sostenibili”.


Raffaella Paita, capogruppo Pd in commissione Trasporti, ha ripreso i temi della riforma Delrio proponendo di riallaciare il dialogo con l’Europa sul ruolo delle Adsp in relazione alla discussione sui canoni: “Oggi abbiamo un bravo ministro alle Infrastrutture, la De Micheli, con la quale interloquire”.


Infine, il senatore Stefano Collina: “A Ravenna aspettiamo da un giorno all’altro il bando di gara per l’escavo dei fondali: un lavoro da 237 milioni, fondamentale”.


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