Energia
27 settembre 2019
Roca: "La bolletta del gas aumenta e non usiamo la nostra energia"
Per le aziende dell'offshore criticabile la politica governativa
27 settembre 2019 - Roca auspica che "anche le istituzioni locali, i sindacati e le associazioni si muovano assieme agli imprenditori ravennati per sbloccare il fermo delle trivellazioni offshore per potere fare riprendere le attività e creare nuovi posti lavoro che inesorabilmente stiamo perdendo". Lo scrive in una nota, il presidente del Roca, Franco Nanni.
"Siamo molto preoccupati e, soprattutto, scoraggiati per ciò che è scritto nel programma del Governo che impedirà le attività di estrazione soprattutto nell’offshore.
È una grande presa in giro agli Italiani. Non perforando in Italia semplicemente importeremo il gas dall’estero. Pagandolo di più, inquinando di più e togliendo lavoro alle aziende italiane".
Fra l’altro la bolletta del gas aumenterà del 3.9% causa la scelta di minor produzione di gas olandese. "Se avessimo il nostro a “km 0” ciò non accadrebbe o accadrebbe in maniera minore".
Attualmente le aziende Roca (e tutte le aziende del settore Italiane) operano quasi esclusivamente all’estero e ciò significa che lentamente perdono personale e tutto il valore tecnologico italiano, in quanto le commesse estere richiedono sempre di più maestranze locali.
"Noi abbiamo in Italia ancora riserve di gas metano che se sfruttate potrebbero dare lavoro alle aziende italiane, diminuendo le importazione dall’estero.
Diversi progetti sono in attesa di avere il nulla osta dal MISE, che potrebbero creare subito nuovi posti di lavoro. Come abbiamo ribadito in altre occasioni, ENI ha pronto lo sviluppo del campo di “Bianca Luisella”. È un progetto che prevede 180 milioni di Euro d’investimento e creerebbe almeno 5.300 posti lavoro".
Purtroppo i nostri politici "utilizzano lo slogan NO TRIV per una sterile facciata ambientalistica al fine di guadagnare voti da quelle persone alle quali si vuole fare credere che non perforando in Adriatico passeremo ad energie alternative a quelle fossili. Ripetiamo che ciò significa prendere in giro gli Italiani. Continueremo a importare il gas. "Roca ritiene che una ripresa urgente delle attività nell’offshore italiano, ed in particolare nell’offshore Adriatico, sia indispensabile per non perdere le tecnologie acquisite in tanti anni. Tecnologie che serviranno poi per sviluppare la produzione di energie rinnovabili. In altre nazioni, in primis in Danimarca e Norvegia, lo stato stimola gli investimenti nell’oil and gas per dare lavoro a quelle aziende che contribuiranno allo sviluppo dei prossimi progetti per le energie rinnovabili.
Come noto la Norvegia ha una grande vocazione per le energie rinnovabili ma spinge anche gli investimenti nella ricerca di idrocarburi fossili, soprattutto gas metano che è ritenuta la risorsa più idonea alla transizione".
Roca continuerà "a collaborare con i politici delle amministrazioni locali che sono sempre stati sensibili al problema".
© copyright Porto Ravenna News
"Siamo molto preoccupati e, soprattutto, scoraggiati per ciò che è scritto nel programma del Governo che impedirà le attività di estrazione soprattutto nell’offshore.
È una grande presa in giro agli Italiani. Non perforando in Italia semplicemente importeremo il gas dall’estero. Pagandolo di più, inquinando di più e togliendo lavoro alle aziende italiane".
Fra l’altro la bolletta del gas aumenterà del 3.9% causa la scelta di minor produzione di gas olandese. "Se avessimo il nostro a “km 0” ciò non accadrebbe o accadrebbe in maniera minore".
Attualmente le aziende Roca (e tutte le aziende del settore Italiane) operano quasi esclusivamente all’estero e ciò significa che lentamente perdono personale e tutto il valore tecnologico italiano, in quanto le commesse estere richiedono sempre di più maestranze locali.
"Noi abbiamo in Italia ancora riserve di gas metano che se sfruttate potrebbero dare lavoro alle aziende italiane, diminuendo le importazione dall’estero.
Diversi progetti sono in attesa di avere il nulla osta dal MISE, che potrebbero creare subito nuovi posti di lavoro. Come abbiamo ribadito in altre occasioni, ENI ha pronto lo sviluppo del campo di “Bianca Luisella”. È un progetto che prevede 180 milioni di Euro d’investimento e creerebbe almeno 5.300 posti lavoro".
Purtroppo i nostri politici "utilizzano lo slogan NO TRIV per una sterile facciata ambientalistica al fine di guadagnare voti da quelle persone alle quali si vuole fare credere che non perforando in Adriatico passeremo ad energie alternative a quelle fossili. Ripetiamo che ciò significa prendere in giro gli Italiani. Continueremo a importare il gas. "Roca ritiene che una ripresa urgente delle attività nell’offshore italiano, ed in particolare nell’offshore Adriatico, sia indispensabile per non perdere le tecnologie acquisite in tanti anni. Tecnologie che serviranno poi per sviluppare la produzione di energie rinnovabili. In altre nazioni, in primis in Danimarca e Norvegia, lo stato stimola gli investimenti nell’oil and gas per dare lavoro a quelle aziende che contribuiranno allo sviluppo dei prossimi progetti per le energie rinnovabili.
Come noto la Norvegia ha una grande vocazione per le energie rinnovabili ma spinge anche gli investimenti nella ricerca di idrocarburi fossili, soprattutto gas metano che è ritenuta la risorsa più idonea alla transizione".
Roca continuerà "a collaborare con i politici delle amministrazioni locali che sono sempre stati sensibili al problema".
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