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ravenna 13 gennaio 2020

Sicurezza al porto, triplicati i controlli

Cento verifiche in un anno. Nel 15% dei casi riscontrate irregolarità

13 gennaio 2020 - ravenna - Gli interventi di vigilanza sulla sicurezza del lavoro nel porto di Ravenna sono raddoppiati nel triennio passando da 53 interventi nel 2016, anno precedente l’attivazione del progetto, a 86 nel 2017 ad oltre 100 nel 2018 e 2019, il 15% dei quali ha consentito di individuare criticità. i controlli sono stati svolti dall’unità operativa Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro di Ravenna dell’Ausl Romagna.
Le modalità di vigilanza sono state modificate negli anni adottando, accanto alla vigilanza tradizionale, anche la cosiddetta modalità con “ronda” ossia la perlustrazione nello stesso giorno di più terminal portuali, determinando la percezione di una presenza più continuativa del Servizio e consentendo un frequente scambio tecnico professionale con le figure della prevenzione.
“L’esperienza – spiega l’Ausl - ha favorito la definizione di un sistema di monitoraggio delle misure di prevenzione e protezione adottate dalle imprese dell’area portuale, strumento adottato per assicurare equità e trasparenza dell’azione di controllo ma anche al fine di operare alcune valutazioni di efficacia in termini di tenuta delle misure di prevenzione adottate (e fatte adottare) da parte delle imprese. L’attività di vigilanza può da qualche mese avvalersi di una sede distaccata a Marina di Ravenna, messa a disposizione dall’Autorità Portuale, migliorando così la prossimità degli operatori rispetto alle aree produttive, utile in determinate situazioni di controllo o di scambio informativo”.Di questo progetto hanno parlato in mattinata il direttore sanitario dell’Ausl Romagna Stefano Busetti, il direttore del Dipartimento di Sanità pubblica Raffaella Angelini, il direttore dell’unità operata “Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro” di Ravenna Gianpiero Mancini.
Le carenze di sicurezza riscontrate nel loro complesso: hanno riguardato prevalentemente i rischi correlati alla viabilità, la presenza di carichi sospesi, la caduta dall’alto, la predisposizione delle misure di emergenza e la adeguatezza dei mezzi e attrezzature messe a disposizione dei lavoratori, intesi sia come salubrità degli ambienti al fine di mantenere lo stato di salute (cabine di lavoro, cabine comando e altro) che come prevenzione degli infortuni da contatti accidentali (assenza carter protettivi organi in movimento e altro).Un’attenta analisi degli interventi eseguiti, delle prescrizioni impartite e dalle risultanze ottenute nel periodo intercorso 2016-2019, hanno reso possibile l’attivazione di modelli organizzativi innovativi in grado di coniugare l’appropriatezza della attività ispettiva con l’efficienza degli interventi eseguiti attraverso l’esecuzione di interventi mirati su rischi specifici. Si è trattato dunque di un’innovativa modalità di vigilanza, che associa agli interventi tradizionali interventi più puntuali sulla verifica di singole situazioni dialogando più frequentemente con le figure aziendali della prevenzione. Un modello di vigilanza che ha le potenzialità per essere maggiormente efficace come guadagno in termini di prevenzione. E le sue potenzialità aumentano se il modello continua a rimanere integrato nel sistema delle relazioni portuali con i diversi interlocutori, attraverso scambi proficui organizzati in incontri, momenti informativi e comunicativi, formazione.Sono state condotte diverse iniziative formative e comunicative, sia nei confronti del mondo del lavoro sia rivolte agli operatori delle Ausl di altri porti italiani, al fine di diffondere l’esperienza ravennate favorendo l’omogeneità dei comportamenti. E in maggior dettaglio, un seminario formativo con Autorità di Sistema Portuale e Inail nel 2018 e, nel 2019, due interventi di formazione ed un convegno nazionale in collaborazione con l’Università di Bologna. Sempre nel 2019 l’unità operativa ha portato una propria relazione al congresso della Società Italiana di Medicina del Lavoro.
L’esperienza e le competenze maturate negli anni, nonché il sistema di tipo integrato nel quale si svolgono le attività di prevenzione nel porto di Ravenna, hanno indotto a proporre l’istituzione Master universitario in salute e sicurezza nel lavoro portuale, il cui avvio, a Ravenna, è previsto con l’inizio dell’anno accademico 2020-2021 e vedrà come docenti sia accademici dell’Università di Bologna sia professionisti della nostra Azienda e del territorio. Il Master, della durata di un anno, si rivolge a tutti i professionisti e agli operatori che, in Romagna ma anche altrove, si occupano o intendono occuparsi di tutela della salute del lavoro portuale.


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