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Porti

ravenna 28 febbraio 2020

Coronavirus, forti preoccupazioni per rischio blocco porti israeliani a mercantili italiani

Lo scalo romagnolo leader nei traffici con il Medio Oriente

28 febbraio 2020 - ravenna - Ore concitate per gli operatori del porto di Ravenna che stanno cercando di capire la portata del provvedimento adottato dal governo di Tel Aviv in merito alla chiusura dei porti israeliani alle navi italiane, causa coronavirus.

Per avere informazioni dirette in merito alla chiusura dei porti israeliani, ieri sera abbiamo contattato l’Ambasciata di Israele a Roma. Ecco la risposta che è pervenuta a Portoravennanews, nella prima mattinata di oggi.

"Buongiorno,
Confermo che al momento il blocco da Italia verso Israele comprende tutte le vie: aria-terra-mare.
Non appena ci saranno ulteriori aggiornamenti, sara' nostra premura pubblicare sui nostri siti ufficiali, comunicazioni relative allo stato di emergenza.
Siamo certi che la crisi nazionale e internazionale, dovuta al COVD-19, sara' recuperata in tempi da definire. Ma cio' non limitera' sicuramente I rapporti tra I due Paesi, in quanto al passaggio della emergenza, le condizioni verrano ripristinate come in precedenza, ancor piu consolidate".

L’assessore regionale a Infrastrutture e Porto Andrea Corsini ha telefonato al ministro De Micheli che a sua volta ha contattato la Farnesina. Tra oggi e lunedì si terrà, quindi, a Roma un incontro con gli operatori per capire l’incidenza delle decisioni di Israele.
Da Milena Fico (TCR) a Rosanna Bacchilega (Columbia) e Riccardo Martini (DCS Tramaco) fortissime preoccupazioni. Lo scalo ravennate è leader nei traffici mercantili con il Medio Oriente. Una nave Zim è ferma davanti ad Ashdod. La linea israeliana sarebbe quella di calcolare la quarantena in questo modo: 5 giorni di navigazione (tanto serve alle navi per collegare i porti del medio e alto Adriatico a Israele) più 9 in rada, così da raggiungere quota 14 giorni. Ciò si trasforma però in lunghi ritardi nella consegna della merce e in costi nave crescenti. Il tutto quando nel porto di Ravenna sono in atto tutte le misure anti diffusione coronavirus. Inoltre le navi che entrano in porto sono isolate e il personale imbarcato non scende ovviamente a terra.

Eugenio Fusignani, vicesindaco con delega al porto, difende il settore marittimo ed il commercio internazionale "che rappresentano per il porto di Ravenna e per l'economia del territorio due? tra le principali fonti di occupazione e di reddito, da? sostenere anche di fronte a possibili discriminazioni in? campo europeo e mondiale dovute al coronavirus ma che non hanno ragione di essere".

Il trasporto delle merci via mare ed in particolare il traffico container stanno subendo forti ripercussioni ? in tutto il mondo e nei prossimi mesi rischiano ulteriori rallentamenti, negativi per tutta la catena commerciale; di conseguenza anche il nostro porto può subire flessioni di traffico e contraccolpi nella movimentazione; "dobbiamo fare il possibile perchè ciò non avvenga, sottolinea Fusignani, con il concorso del Governo, della Regione? e di tutte le istituzioni a sostegno degli operatori del settore, per battere il rischio della recessione che sarebbe deleterio". L'avvio dei lavori per il nuovo hub portuale, migliori fondali e nuove banchine, ci aiutano a sostenere la concorrenza, conclude Fusignani, "ma in questa situazione di crisi dell'economia mondiale continuare a vessare ed a porre freni al settore dell'oil&gas ed alle imprese ravennati che hanno credibilità internazionale ed operano in un settore oggi ancora più strategico e necessario per la produzione di energia, è un comportamento che rasenta la pazzia e il suicidio".


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