Porti
ravenna
13 agosto 2020
Trenta marittimi azeri costretti in porto fino a settembre
Sono imbarcati sulle due navi di Palmali sequestrate un mese fa
![Trenta marittimi azeri costretti in porto fino a settembre](/file/articoli/th/articoli_1954.jpg)
13 agosto 2020 - ravenna - I 30 marittimi imbarcati sui mercantili Gobustan e Sultan Bay, sequestrati circa un mese fa dalla Capitaneria di porto, non potranno lasciare l’Italia prima di metà settembre. Le regole imposte dall’emergenza Covid impediscono all’equipaggio di scendere a terra e non è inoltre attualmente disponibile il volo per l’Azerbaijan con scalo a Istanbul.
“Speriamo che si faccia vivo l’armatore, in caso contrario, se riprenderanno i collegamenti aerei, provvederemo noi al rimpatrio di questi marittimi” dice il comandante Carlo Cordone, presidente del Comitato welfare per la gente di mare. Le due navi sono ormeggiate alla banchina confinante con il terminal Eurodocks e alla banchina Saipem. Gobustan, che sostava al terminal crociere, è stato spostato nell’area dei cantieri nautici, per lasciare l’ormeggio a due navi da crociera che sosteranno a Porto Corsini prima di riprendere l’attività.
Il Comitato welfare, oltre a portare alimenti per i marittimi, è ora impegnato con l’Adsp, nel reperimento di circa 40mila euro necessari per il bunkeraggio che consente l’energia elettrica e quindi l’accessione dei frigoriferi.
I motivi che hanno portato al sequestro delle due navi da parte della Capitaneria di porto, sono noti. Gobustan e Suklan Bay sono di proprietà della società armatoriale turca Palmali e sono state fermate per debiti non pagati per 370 mila euro. A bordo della nave cisterna ci sono 14 membri d’equipaggio mentre sulla general cargo ce ne sono 13, quasi tutti marittimi di nazionalità azera. Il gruppo armatoriale Palmali è stato dichiarato fallito nel 2018. Lo scorso marzo, il numero uno della società, l’imprenditore turco-azero Mubariz Mansimov Gurbanoglu, è stato arrestato in Turchia con l’accusa di essere in qualche modo coinvolto nel tentativo di colpo di Stato del 2016.
© copyright Porto Ravenna News
“Speriamo che si faccia vivo l’armatore, in caso contrario, se riprenderanno i collegamenti aerei, provvederemo noi al rimpatrio di questi marittimi” dice il comandante Carlo Cordone, presidente del Comitato welfare per la gente di mare. Le due navi sono ormeggiate alla banchina confinante con il terminal Eurodocks e alla banchina Saipem. Gobustan, che sostava al terminal crociere, è stato spostato nell’area dei cantieri nautici, per lasciare l’ormeggio a due navi da crociera che sosteranno a Porto Corsini prima di riprendere l’attività.
Il Comitato welfare, oltre a portare alimenti per i marittimi, è ora impegnato con l’Adsp, nel reperimento di circa 40mila euro necessari per il bunkeraggio che consente l’energia elettrica e quindi l’accessione dei frigoriferi.
I motivi che hanno portato al sequestro delle due navi da parte della Capitaneria di porto, sono noti. Gobustan e Suklan Bay sono di proprietà della società armatoriale turca Palmali e sono state fermate per debiti non pagati per 370 mila euro. A bordo della nave cisterna ci sono 14 membri d’equipaggio mentre sulla general cargo ce ne sono 13, quasi tutti marittimi di nazionalità azera. Il gruppo armatoriale Palmali è stato dichiarato fallito nel 2018. Lo scorso marzo, il numero uno della società, l’imprenditore turco-azero Mubariz Mansimov Gurbanoglu, è stato arrestato in Turchia con l’accusa di essere in qualche modo coinvolto nel tentativo di colpo di Stato del 2016.
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