Porti
ravenna
01 maggio 2014
Una messa per il lavoro portuale
![Una messa per il lavoro portuale](/file/articoli/th/articoli_208.jpg)
01 maggio 2014 - ravenna - Nel giorno in cui si celebra la Festa dei lavoratori, il 1 Maggio, l’Archidiocesi di Ravenna-Cervia, con la collaborazione dell’imprenditoria portuale, ha tenuto una messa in darsena di città, dove termina il Canale Candiano.
L'iniziativa è stata realizzata grazie al supporto organizzativo e logistico di Cooperativa Portuale, Csrc Portuali, Sapir, Consar, nonché alla fattiva collaborazione di associazione Naviga in Darsena, Propeller Club, PortRavennaprogress, Welfare Gente di Mare – Stella Maris, sindacati Cgil, Cisl e Uil.
Non a caso, oltre agli imprenditori del porto, erano presenti le autorità, con in prima fila il prefetto Della Rocca e il sindaco Matteucci.
“Siamo qui per condividere la crescente preoccupazione per la mancanza di lavoro”, dice in apertura il presidente dell’Ufficio pastorale del lavoro dell’arcidiocesi.
L’arcivescovo Ghizzoni richiama il porto come simbolo della valorizzazione del lavoro: "Un lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale, attraverso il quale l'uomo recupera la sua dignità". Ghizzoni, riprendendo le parole di Papa Francesco, ha auspicato "una crescita in equità, con una migliore distribuzione delle entrate, una politica che abbia a cuore la società, il popolo, che dia istruzione, assistenza sanitaria e un lavoro degno a tutti i cittadini".
Padre Pietro, del Welfare Gente di Mare, ricorda la presenza di 6 marinai, su 34, imbarcati su tre navi sequestrate al porto che da sei mesi non percepiscono lo stipendio.
Alla liturgia eucaristica si uniscono Pino Bongiovanni e Giorgio Graziani, segretario regionale della Cisl.
Ad Antonio Cinosi il compito di chiudere la cerimonia: “Parlo a nome di Cgil, Cisl e Uil - dice – perché gli obiettivi sono comuni: lavoro, tutele, sicurezza.
Quella del lavoro è una emergenza, occorrono fatti concreti e la responsabilità di tutti. Non bastano le riforme in itinere e quelle annunciate per cambiare le cose, servono interventi strutturali per favorire lo sviluppo, risorse da destinare agli investimenti. Sappiamo dove si annidano le risorse, nella lotta all'evasione e alla corruzione, nella dismissione dei beni non strategici da parte dello Stato.
Sappiamo che i nostri Comuni hanno le risorse, ma non possono spenderle per il patto di stabilità: basterebbe cantierare i lavori che servono per mettere in sicurezza le scuole e le strade per rimettere in moto l'economia. Se non riparte l'economia, il lavoro non si crea, il lavoro non si crea con le riforme.
Le tre parole fondamentali sono più lavoro, più Europa, più solidarietà. Tre parole che racchiudono un messaggio di speranza, volontà di cambiamento, voglia di credere in un futuro migliore, vicino, in cui il lavoro sia un diritto e non un favore, in cui la solidarietà guidi l'equità e la giustizia sociale, di cui tutti abbiamo bisogno”.
© copyright Porto Ravenna News
L'iniziativa è stata realizzata grazie al supporto organizzativo e logistico di Cooperativa Portuale, Csrc Portuali, Sapir, Consar, nonché alla fattiva collaborazione di associazione Naviga in Darsena, Propeller Club, PortRavennaprogress, Welfare Gente di Mare – Stella Maris, sindacati Cgil, Cisl e Uil.
Non a caso, oltre agli imprenditori del porto, erano presenti le autorità, con in prima fila il prefetto Della Rocca e il sindaco Matteucci.
“Siamo qui per condividere la crescente preoccupazione per la mancanza di lavoro”, dice in apertura il presidente dell’Ufficio pastorale del lavoro dell’arcidiocesi.
L’arcivescovo Ghizzoni richiama il porto come simbolo della valorizzazione del lavoro: "Un lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale, attraverso il quale l'uomo recupera la sua dignità". Ghizzoni, riprendendo le parole di Papa Francesco, ha auspicato "una crescita in equità, con una migliore distribuzione delle entrate, una politica che abbia a cuore la società, il popolo, che dia istruzione, assistenza sanitaria e un lavoro degno a tutti i cittadini".
Padre Pietro, del Welfare Gente di Mare, ricorda la presenza di 6 marinai, su 34, imbarcati su tre navi sequestrate al porto che da sei mesi non percepiscono lo stipendio.
Alla liturgia eucaristica si uniscono Pino Bongiovanni e Giorgio Graziani, segretario regionale della Cisl.
Ad Antonio Cinosi il compito di chiudere la cerimonia: “Parlo a nome di Cgil, Cisl e Uil - dice – perché gli obiettivi sono comuni: lavoro, tutele, sicurezza.
Quella del lavoro è una emergenza, occorrono fatti concreti e la responsabilità di tutti. Non bastano le riforme in itinere e quelle annunciate per cambiare le cose, servono interventi strutturali per favorire lo sviluppo, risorse da destinare agli investimenti. Sappiamo dove si annidano le risorse, nella lotta all'evasione e alla corruzione, nella dismissione dei beni non strategici da parte dello Stato.
Sappiamo che i nostri Comuni hanno le risorse, ma non possono spenderle per il patto di stabilità: basterebbe cantierare i lavori che servono per mettere in sicurezza le scuole e le strade per rimettere in moto l'economia. Se non riparte l'economia, il lavoro non si crea, il lavoro non si crea con le riforme.
Le tre parole fondamentali sono più lavoro, più Europa, più solidarietà. Tre parole che racchiudono un messaggio di speranza, volontà di cambiamento, voglia di credere in un futuro migliore, vicino, in cui il lavoro sia un diritto e non un favore, in cui la solidarietà guidi l'equità e la giustizia sociale, di cui tutti abbiamo bisogno”.
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