Armatori, Cantieri
genova
20 novembre 2020
3 miliardi nel recovery fund per lo sviluppo della mobilità a idrogeno
Mattioli (Confitarma): "Serve sinergia". Messina (Assarmatori): "Il Gnl oggi è l'unica soluzione"

20 novembre 2020 - genova - "Ci sono 3 miliardi nel recovery fund per lo sviluppo della mobilità a idrogeno in Italia, ma non sarà una soluzione pronta nei prossimi dieci anni. Il Gnl oggi è l'unica soluzione nel breve e medio termine per la transizione verso la decarbonizzazione dello shipping".
Stefano Messina, presidente di Assarmatori, sottolinea parlando al convegno "Il Gnl nel corridoio Euro Mediterraneo e ruolo del sistema logistico di Genova e della Liguria" l'impegno degli armatori per raggiungere gli obiettivi che prevedono nel trasporto marittimo la riduzione entro il 2030 del 40% delle emissioni di CO2 rispetto al 2008 e entro il 2050 emissoni di gas serra inferiori del 50% rispetto al 2008.
"Sono stati già fatti grandi passi avanti" sottolinea Messina, e l'armamento italiano "spinge per il rinnovamento della flotta" e investe sul naviglio. "La rivoluzione verde è occasione imprescindibile, dobbiamo definire un piano di intervento che sia un facilitatore, un'acceleratore di rinnovamento della flotta e in questo coinvolgere la cantieristica che è eccellenza del nostro Paese" dice il presidente di Confitarma Mario Mattioli, invocando un lavoro "in sinergia".
Un primo risultato si vedrà intanto a fine anno, dopo che da gennaio è scattato l'obbligo di utilizzare combustibili con tenore di zolfo non superiore allo 0,50%. Ora ci sono le navi a Gnl (e si dovrà investire in Italia e in Liguria che è un crocevia, sulle infrastrutture di bunkeraggio) ma per raggiungere l'obiettivo finale serviranno nuove tecnologie. "Il numero di navi e il carico trasportato saranno esageratamente più grandi nel 2030 e 2050, questo significa che le navi dovranno contenere le emissioni, quindi essere meno inquinanti di circa il 75%-80% per singola unità nave" evidenzia Mattioli.
© copyright Porto Ravenna News
Stefano Messina, presidente di Assarmatori, sottolinea parlando al convegno "Il Gnl nel corridoio Euro Mediterraneo e ruolo del sistema logistico di Genova e della Liguria" l'impegno degli armatori per raggiungere gli obiettivi che prevedono nel trasporto marittimo la riduzione entro il 2030 del 40% delle emissioni di CO2 rispetto al 2008 e entro il 2050 emissoni di gas serra inferiori del 50% rispetto al 2008.
"Sono stati già fatti grandi passi avanti" sottolinea Messina, e l'armamento italiano "spinge per il rinnovamento della flotta" e investe sul naviglio. "La rivoluzione verde è occasione imprescindibile, dobbiamo definire un piano di intervento che sia un facilitatore, un'acceleratore di rinnovamento della flotta e in questo coinvolgere la cantieristica che è eccellenza del nostro Paese" dice il presidente di Confitarma Mario Mattioli, invocando un lavoro "in sinergia".
Un primo risultato si vedrà intanto a fine anno, dopo che da gennaio è scattato l'obbligo di utilizzare combustibili con tenore di zolfo non superiore allo 0,50%. Ora ci sono le navi a Gnl (e si dovrà investire in Italia e in Liguria che è un crocevia, sulle infrastrutture di bunkeraggio) ma per raggiungere l'obiettivo finale serviranno nuove tecnologie. "Il numero di navi e il carico trasportato saranno esageratamente più grandi nel 2030 e 2050, questo significa che le navi dovranno contenere le emissioni, quindi essere meno inquinanti di circa il 75%-80% per singola unità nave" evidenzia Mattioli.

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