Porti
ravenna
06 aprile 2021
Padre Gandoli e Cordone a bordo per la messa pasquale
Il rito religioso sul mercantile Navios Christine B
06 aprile 2021 - ravenna - Messa di Pasqua a bordo del mercantile Navios Christine B, ormeggiato in porto alla banchina Setramar. Protagonisti del rito religioso la Stella Maris e il Welfare della Gente di Mare che anche in questa occasione non hanno mancato di far sentire la loro vicinanza ai marittimi in transito.
A bordo del cargo proveniente dalla Korea con 19 membri di equipaggio di nazionalità filippina, sono saliti padre Pietro Gandolfi (presidente della Stella Maris) che ha officiato il rito e Carlo Cordone (presidente del Welfare Gente di Mare) che, per l’occasione, ha fatto da assistente al parroco. Anche questa iniziativa rientra tra i momenti di vicinanza delle due associazioni nei confronti dei marittimi che scalano il porto ravennate.
Nei giorni scorsi il Comitato Welfare si è reso protagonista di un’altra iniziativa di solidarietà. Sono infatti partite per Mazara del Vallo catene e ancore per i due pescherecci "Antartide" e "Medinea", sequestrati da motovedette libiche, con 18 pescatori a bordo, nell’autunno scorso e liberati solo a fine anno. Il materiale era stato trattenuto in Libia, così si è mobilitato il Welfare che ha contribuito a far riprendere il lavoro ai pescatori siciliani.
© copyright Porto Ravenna News
A bordo del cargo proveniente dalla Korea con 19 membri di equipaggio di nazionalità filippina, sono saliti padre Pietro Gandolfi (presidente della Stella Maris) che ha officiato il rito e Carlo Cordone (presidente del Welfare Gente di Mare) che, per l’occasione, ha fatto da assistente al parroco. Anche questa iniziativa rientra tra i momenti di vicinanza delle due associazioni nei confronti dei marittimi che scalano il porto ravennate.
Nei giorni scorsi il Comitato Welfare si è reso protagonista di un’altra iniziativa di solidarietà. Sono infatti partite per Mazara del Vallo catene e ancore per i due pescherecci "Antartide" e "Medinea", sequestrati da motovedette libiche, con 18 pescatori a bordo, nell’autunno scorso e liberati solo a fine anno. Il materiale era stato trattenuto in Libia, così si è mobilitato il Welfare che ha contribuito a far riprendere il lavoro ai pescatori siciliani.
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