Energia
ravenna
20 maggio 2014
Idrocarburi, così i croati ci battono in Adriatico
![Idrocarburi, così i croati ci battono in Adriatico](/file/articoli/th/articoli_222.jpg)
20 maggio 2014 - ravenna - E' possibile estrarre idrocarburi in Adriatico "secondo i principi di precauzione e della massima sicurezza, comparto in cui il Made in Italy è all'avanguardia, basti pensare all'eccellenza manifatturiera delle valvole che si costruiscono nel distretto di Brescia fino alle nostre competenze ingegneristiche".
Lo afferma il vicepresidente Provincia di Ravenna, Gianni Bessi che concorda con Romano Prodi, circa l'utilità di procedere con la ricerca delle materie prime sotto il mare Adriatico, zona a cui peraltro punta già la Croazia.
Le trivellazioni, prosegue Bessi, "porterebbero enormi benifici alla bilancia dei pagamenti, considerando quanta energia siamo oggi costretti ad importare, per far funzionare la nostra economia e le nostre imprese". Inolte, lo sfruttamento dei giacimenti tra royalties e altri introiti "porterebbe a circa 2-3 mila miliardi di euro, considerando la disponibilità di circa 90 miliardi di metri cubi di gas, che potrebbero essere spesi per un piano nazionale di tutela idrogeologica di tutte le coste".
Un piano ambientale da attuare specifica "coinvolgendo tutti i soggetti interessati, dalle aziende di servizi alle imprese". Insomma, conclude Bessi, una strada da percorrere in questi termini, anche perchè "non si tratta di nulla di nuovo: è quello che è già stato fatto da Enrico Mattei e che stanno facendo paesi come l'Olanda" che reinvestono per l'ambiente le risorse provenienti dai pozzi.
Anche il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, si è detto d'accordo sull'utilità dell'estrazione di idrocarburi in Adriatico.
Intanto ci stanno pensando i croati a fare passi da gigante verso l'estrazione di idrocarburi. Il ministro degli esteri Ivan Vrdoliar, parla senza mezzi termini: sotto i 12 mila chilometri quadrati di mare divisi in 29 concessioni, ci sono 3 miliardi di barili, per i quali sono pronti a sfidarsi Eni, Shell, Exxon. Vrdoliar ritiene che questo patrimonio possa fare della Croazia "una piccola Norvegia di gas a Nord e petrolio a Sud".
© copyright Porto Ravenna News
Lo afferma il vicepresidente Provincia di Ravenna, Gianni Bessi che concorda con Romano Prodi, circa l'utilità di procedere con la ricerca delle materie prime sotto il mare Adriatico, zona a cui peraltro punta già la Croazia.
Le trivellazioni, prosegue Bessi, "porterebbero enormi benifici alla bilancia dei pagamenti, considerando quanta energia siamo oggi costretti ad importare, per far funzionare la nostra economia e le nostre imprese". Inolte, lo sfruttamento dei giacimenti tra royalties e altri introiti "porterebbe a circa 2-3 mila miliardi di euro, considerando la disponibilità di circa 90 miliardi di metri cubi di gas, che potrebbero essere spesi per un piano nazionale di tutela idrogeologica di tutte le coste".
Un piano ambientale da attuare specifica "coinvolgendo tutti i soggetti interessati, dalle aziende di servizi alle imprese". Insomma, conclude Bessi, una strada da percorrere in questi termini, anche perchè "non si tratta di nulla di nuovo: è quello che è già stato fatto da Enrico Mattei e che stanno facendo paesi come l'Olanda" che reinvestono per l'ambiente le risorse provenienti dai pozzi.
Anche il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, si è detto d'accordo sull'utilità dell'estrazione di idrocarburi in Adriatico.
Intanto ci stanno pensando i croati a fare passi da gigante verso l'estrazione di idrocarburi. Il ministro degli esteri Ivan Vrdoliar, parla senza mezzi termini: sotto i 12 mila chilometri quadrati di mare divisi in 29 concessioni, ci sono 3 miliardi di barili, per i quali sono pronti a sfidarsi Eni, Shell, Exxon. Vrdoliar ritiene che questo patrimonio possa fare della Croazia "una piccola Norvegia di gas a Nord e petrolio a Sud".
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