Energia
ravenna
15 marzo 2022
Confindustria: "Bene Bonaccini su Recovery plan, energia e ripresa estrazioni in Adriatico"
Gli industriali rilanciano il ruolo di Ravenna come 'capitale dell'energia'
15 marzo 2022 - ravenna - Confindustria Romagna condivide la richiesta del presidente della Regione Stefano Bonaccini per la creazione di un Recovery plan europeo sull’energia e per la ripresa delle estrazioni in Adriatico.
"Una necessità che Confindustria Romagna segnala da anni e che è sempre più indispensabile per rispondere all’emergenza che stiamo vivendo. La difficile situazione internazionale in atto, infatti, sta impattando pesantemente sull’aumento del costo dell’energia. Ricordiamo, a tal proposito, che la recente indagine flash del centro studi di Confindustria Romagna ha evidenziato che il 38,1% delle imprese interpellate, prevede un calo fino al 20% del fatturato da export nel medio termine e alla domanda su quali conseguenze sono maggiormente temute per la propria attività, i rispondenti hanno indicato proprio i rincari dei costi energetici (63,5%)".
"Non possiamo dimenticare che le scelte prive di ogni logica che hanno portato al blocco delle attività di estrazione del gas in Italia, hanno messo in ginocchio molte aziende del settore. Affermiamo quindi, ancora una volta, che va radicalmente rivisto l’approccio alla politica energetica. Non possiamo più rimandare: occorre arrivare a un forte aumento dell’estrazione delle riserve nazionali di gas naturale, potenziare la quota strutturale di energia da rinnovabili riservata alle imprese e aumentare la quota di GNL liquido via mare, diversificandone al massimo i Paesi di provenienza. Siamo convinti che Ravenna e la Romagna abbiano tutte le carte in regola per candidarsi a capitale dell’energia e della transizione energetica" concludono gli industriali.
© copyright Porto Ravenna News
"Una necessità che Confindustria Romagna segnala da anni e che è sempre più indispensabile per rispondere all’emergenza che stiamo vivendo. La difficile situazione internazionale in atto, infatti, sta impattando pesantemente sull’aumento del costo dell’energia. Ricordiamo, a tal proposito, che la recente indagine flash del centro studi di Confindustria Romagna ha evidenziato che il 38,1% delle imprese interpellate, prevede un calo fino al 20% del fatturato da export nel medio termine e alla domanda su quali conseguenze sono maggiormente temute per la propria attività, i rispondenti hanno indicato proprio i rincari dei costi energetici (63,5%)".
"Non possiamo dimenticare che le scelte prive di ogni logica che hanno portato al blocco delle attività di estrazione del gas in Italia, hanno messo in ginocchio molte aziende del settore. Affermiamo quindi, ancora una volta, che va radicalmente rivisto l’approccio alla politica energetica. Non possiamo più rimandare: occorre arrivare a un forte aumento dell’estrazione delle riserve nazionali di gas naturale, potenziare la quota strutturale di energia da rinnovabili riservata alle imprese e aumentare la quota di GNL liquido via mare, diversificandone al massimo i Paesi di provenienza. Siamo convinti che Ravenna e la Romagna abbiano tutte le carte in regola per candidarsi a capitale dell’energia e della transizione energetica" concludono gli industriali.
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