sicurezza e cambiamento

Porti

ravenna 24 marzo 2022

"Scorte di argilla soltanto fino a Pasqua"

Le parole del presidente di Confindustria Ceramica, Savorani. Pepoli (Sapir): "Qualcosa arriva dalla Turchia, ma piccole quantità"

24 marzo 2022 - ravenna - "Abbiamo scorte fino a Pasqua. Stiamo letteralmente girando il mondo per individuare alternative: dal Venezuela all’Australia, dal Brasile all’India". Con queste parole il presidente di Confindustria ceramica Giovanni Savorani, fotografa lo stato dell'approvvigionamento dell'argilla per i distretti produttivi di Sassuolo e Faenza.

Con l'invasione russa, dall'Ucraina non arriva più una nave al porto di Ravenna proveniente dal Mar Nero.

“Dall’Ucraina non arriva più nulla e lì ci sono le cave di maggiore qualità. Abbiamo aumentato un po’ l’import dalla Turchia, ragioniamo con Germania, India e Marocco ma ci sono molte difficoltà” spiega l’amministratore delegato della Sapir Mauro Pepoli.

Il danno è trasversale a tante categorie. Non solo industrie ceramiche e terminal ravennati, ma anche per tante altre categorie: spedizionieri, autotrasporto, compagnie ferroviarie, compagnia portuale.

I dati lo testimoniano. Nel 2021 il traffico del porto di Ravenna con i paesi del Mar Nero ha raggiunto i 4,3 milioni di tonnellate (il 16% del traffico complessivo dello scalo), di cui 3 milioni di tonnellate con l'Ucraina e 775mila tonnellate con la Russia.
Più in generale, nel 2021 il traffico del Porto di Ravenna da e per i paesi del Mar Nero ha coinvolto 2milioni di tonnellate di materie prime per le ceramiche del distretto di Sassuolo; 1,3 milioni di tonn di prodotti agroalimentari (cereali, oli vegetali, derrate alimentari e mangimi), circa 250mila tonnellate di concimi e circa 140mila tonnellate di combustibili commerciali.

Dal Mar Nero sono arrivate 446 navi (il 16,5% delle toccate totali nel porto), di cui 200 navi riguardano i traffici con l’Ucraina e 162 navi quelli con la Russia.
E dire che un anno fa il Gruppo Sapir siglò un accordo con Vesco Clays Italy per la movimentazione delle argille nel porto di Ravenna. L’invasione russa non era che un’ipotesi remota. Fu un’operazione fondamentale per il ruolo dello scalo di fornitore di questo materiale per l’industria ceramica faentina e di Sassuolo.

Vesco Clays Italy è la filiale italiana di Vesco, società capace di estrarre dalle proprie cave in Ucraina 3 milioni di tonnellate d’argilla l’anno che esportava in 25 paesi, cifre che ne fanno uno dei principali produttori ed esportatori al mondo e il primo fornitore di materie prime per le aziende ceramiche. Il Gruppo Sapir, a sua volta, sbarcava oltre 2,5 milioni di tonnellate di questi materiali ‘inerti’.
Di questa movimentazione oggi non esiste più nulla perché i porti dell’Ucraina sono un ammasso di pietre: Mariupol, Odessa, Nikolaev.


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