sicurezza e cambiamento

Porti

ravenna 20 ottobre 2022

Naufragio del peschereccio: "Non doveva essere in quel punto"

La Capitaneria: "Ignorate le disposizioni che disciplinano la navigazione marittima e i divieti nella zona di mare oggetto della collisione"

20 ottobre 2022 - ravenna - Evidentemente, non sono state rispettate le disposizioni, i divieti e le prescrizioni recentemente imposte dall'ordinanza della Capitaneria di porto entrata in vigore il 7 settembre, come l’osservanza delle direttrici di traffico navale, il rispetto delle precedenze in mare, le attività vietate (tra le quali, appunto, la pesca marittima), ampiamente divulgate e riportate sulla cartografia nautica ufficiale.

Per la Capitaneria di porto è questa la causa della collisione avvenuta ieri, 19 ottobre, a circa 11,5 miglia nautiche al traverso del porto di Ravenna (oltre 21 km dalla costa), che ha coinvolto la nave mercantile Mika di 82 metri di lunghezza e 1660 tonnellate di stazza lorda, e un peschereccio di 23 metri di lunghezza, il Lugarain, con porto base a Cesenatico, poi affondato in poco tempo.

Da una prima disamina dei fatti, emerge infatti che il sinistro si è verificato nella parte iniziale del canale di ingresso al porto di Ravenna, previsto dallo “Schema di Separazione del Traffico Navale”, approvato proprio a maggior tutela della sicurezza della navigazione.

Questo Schema di Separazione del Traffico Navale è stato elaborato in seguito alla “risk analisys” condotta dalla Capitaneria di Porto e dalla Corporazione dei Piloti ravennati proprio per disciplinare la navigazione marittima in seguito a precedenti collisioni avvenute al largo della costa romagnola.

La Capitaneria di Porto ha adottato le prime iniziative per la messa in sicurezza degli equipaggi delle navi coinvolte, per gli aspetti relativi alla tutela marittima ambientale e per chiarire la dinamica dell'incidente.

Nella mattina di oggi, giovedì 20 ottobre, negli uffici della Guardia Costiera sono iniziati gli interrogatori di tutti i marittimi imbarcati sulle navi coinvolte, ai fini dell’inchiesta sommaria sui sinistri marittimi prevista dal Codice della Navigazione.

Agli atti di indagine, i militari della Capitaneria hanno già acquisito i tracciati radar e AIS delle navi coinvolte, dai quali è possibile verificare, con assoluta certezza, le rotte e le manovre eseguite dalle navi nei momenti precedenti la collisione e le eventuali attività in corso.

Inoltre, il personale specializzato “Port State Control” della Capitaneria di Porto si è recato a bordo del mercantile straniero “MIKA” e, dopo un'ispezione dettagliata, ha sottoposto a “fermo amministrativo” la nave per diverse carenze, non relative a danni strutturali dovuti all’impatto, ma a causa di altre deficienze derivanti dal mancato rispetto delle vigenti Convenzioni  marittime internazionali.

Dal Comando della Capitaneria di Porto fanno sapere che  è stato emanato un  “Avviso urgente  ai naviganti” e diffusi messaggi radio, ripetuti sul canale marino 16 Vhf a orari prestabiliti, per indicare la presenza del relitto del peschereccio, appoggiatosi su di un fondale di circa 25 metri. Inoltre, a tutela della sicurezza della navigazione, la Capitaneria di Porto ha emanato un’Ordinanza che vieta la navigazione alle navi con pescaggio superiore a 10,5 metri entro un raggio di 200 metri dal punto di affondamento del peschereccio.

Nella giornata di ieri, sono proseguite senza sosta le attività di perlustrazione di tutta la zona, con impiego di due motovedette della Guardia Costiera, la CP 847 e la CP 713, di un elicottero AW 139 proveniente dalla base aeromobili Guardia Costiera di Pescara, e del nucleo subacquei dei Vigili del Fuoco proveniente da Bologna, che ha posizionato una boa di segnalamento per individuare in superficie il punto di affondamento.
Inoltre, i Vigili del Fuoco hanno ispezionato il relitto non rilevando fuoriuscite di carburante dalle casse combustibili dell’unità affondata. I comandanti delle due unità coinvolte hanno ricevuto una formale diffida per l’adozione di urgenti misure adatte a eliminare i potenziali effetti dannosi all’ambiente marino e costiero.

La lieve iridescenza superficiale che si è formata a causa del naufragio è stata contenuta e recuperata da un mezzo antinquinamento del Consorzio Castalia, intervenuto su richiesta della Capitaneria di porto dopo l’autorizzazione del Ministero della Transizione Ecologica.

Le operazioni di monitoraggio di tutta la zona interessata sono riprese dalle prime ore della mattinata di oggi, con impiego della motovedetta CP 847, del mezzo antinquinamento Castalia e di un aeromobile ATR 42 della Guardia Costiera, proveniente dalla base aeromobili di Pescara, senza rilevare presenza significativa di idrocarburi in superficie.


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