“Ormeggiatori, un modello da seguire”

03 ottobre 2014 - ravenna - L’inaugurazione di un nuovo mezzo navale e di una gru da parte del Gruppo Ormeggiatori del porto di Ravenna, è stata l’occasione per confermare da parte delle autorità marittime, la totale affidabilità dei servizi tecnico-nautici operanti nello scalo.
“Mi piace segnalare – ha detto il presidente degli Ormeggiatori, Mauro Samaritani - alla luce di questi importanti investimenti, come il Gruppo stia dimostrando nei fatti che la sua azione, attiva e dinamica, forte della validità e dell’attualità del modello e con riferimento all’attività tecnica e operativa, sia una realtà in grado di attrezzarsi tempestivamente di fronte ai processi evolutivi che caratterizzano i porti e lo shipping. 
Come operatori del comparto marittimo-portuale confidiamo che, anche per aiutare la crescita della nostra economia, risorse finanziarie siano destinate ai porti da sempre considerati uno dei principali snodi di sviluppo economico e anche culturale”.
Le parole del comandante della Capitaneria di porti, Giuseppe Meli, e del presidente dell’Autorità portuale, Galliano di Marco, hanno ribadito il concetto dell’affidabilità dei servizi tecnico nautici e quindi degli Ormeggiatori, come elementi garanti della sicurezza e della competitività dello scalo.
“L’entrata in esercizio di questi nuovi mezzi – ha aggiunto il presidente dell’Angopi, Cesare Guidi - che pur avendo una funzione diversa, hanno il comune scopo di soddisfare in modo più compiuto le esigenze del servizio, migliorano il livello di efficienza, ma giova ricordarlo, non muta il prevalente apporto umano, il quale semmai, si arricchisce di nuove competenze, che si aggiungono a quelle tradizionali marinaresche.
In ogni modo questi investimenti testimoniano la validità del nostro modello organizzativo che, agevolando gli interessi della natura “pubblica” del porto, favorisce l’acquisizione della coscienza dei Gruppi nel combattere l’immobilità muovendosi prontamente e in tempo reale rispetto all’evoluzione dei porti e del naviglio.
Trovandomi in questo luogo che è stata anche la mia casa, è per me ulteriore motivo di particolare soddisfazione: essere qui, in questa struttura, ricordo bene cosa c’era prima, immerso in questo modo di pensare che non nasce a caso e che non scema, dove si è forgiata anche la mia esperienza di ormeggiatore”. 
Nel corso delle diverse interviste è emerso quanto siano cambiate in meglio le modalità di lavoro.
I più anziani ricordano che come sede alloggiavano in un container, dotati di mezzi nautici open desk in legno, mezzi che durante la manovra si potevano governare solo in ginocchio, scarsamente motorizzati e con pochissima strumentazione.
Nell’immaginare il futuro di questo porto, considerandone le sue potenzialità, i lavoratori di allora hanno creato le condizioni dello sviluppo di oggi, in quanto giustamente convinti che il domani appartenga a coloro che credono nella fascino dei propri sogni, per 'continuare la gara' con piena dignità.



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