Porti
ravenna
16 dicembre 2014
La Cgil: "Urgono interventi infrastrutturali"
Venerdì la Giornata nazionale della Filt su scali marittimi e lavoro
![La Cgil: Urgono interventi infrastrutturali](/file/articoli/th/articoli_358.jpg)
16 dicembre 2014 - ravenna - La Filt Cgil organizza per venerdì 19 dicembre l'iniziativa nazionale per lo sviluppo dei porti e del lavoro “Sblocchiamo i porti, tuteliamo il lavoro”. La giornata rappresenta l'occasione per riflettere anche sulle condizioni e sullo stato di salute dello scalo ravennate.
Danilo Morini, segretario provinciale della Filt, sottolinea che per il 2014 i dati ormai definitivi, per l'anno in corso, dei traffici nel porto di Ravenna continuano fortunatamente a essere positivi e in controtendenza rispetto a un quadro generale nazionale: “I risultati positivi rappresentano un segnale molto importante per Ravenna, ma che non ci deve fare tralasciare alcuni aspetti su cui è bene riflettere.
Le commesse sono ancora a breve termine, non vi è certezza di prospettiva e la crisi ha contratto notevolmente i corrispettivi. Il dato migliore in assoluto, sia dal punto di vista occupazione che commerciale e di sostenibilità ambientale, è quello riferito alle autostrade del mare. Sono stati tolti dalla strada circa 80.000 autoarticolati all'anno ed è stato creato lavoro per 45-50 persone.
Per garantire la continuità alle attuali attività e all’occupazione, per poter pensare al futuro è vitale avviare gli interventi di escavo, per approfondire il canale Candiano, e di manutenzione e approntamento delle banchine. Le risorse sono disponibili (fino a 245 milioni di euro), il progetto definitivo è stato consegnato alle istituzioni di competenza e ora non vi sono più alibi.
Ogni soggetto coinvolto: Autorità Portuale, Ministero dell’Ambiente e dei Beni Culturali, Regione, Provincia e Comune deve assumersi la responsabilità di rendere possibile l’avvio dei lavori nel minor tempo, nel rispetto delle normative vigenti ma senza ulteriori dilazioni. I grandi committenti devono poter valutare il nostro porto come approdo possibile e privilegiato per il futuro. La qualità del lavoro, le competenze, le attrezzature sono all’altezza di questa sfida, lo devono essere anche i fondali, le banchine e gli enti pubblici.
In questo solco registriamo positivamente quanto fatto in raccordo tra Autorità Portuale e agenzie delle Dogane e delle Entrate per abbattere i tempi di sosta delle merci attraverso l’esperienza dello sportello unico e dello sdoganamento in mare”.
Danilo Morini commenta che è altresì importante, alla luce della discussione nazionale sulla riforma della portualità (ex Legge 84/94), che in sede parlamentare vengano confermate e irrobustite le tutele relative al lavoro. Deve permanere la chiarezza e la distinzione tra compagnie portuali e imprese terminaliste senza l’introduzione di improprie flessibilità per il personale dei terminal, ma cercando di esportare i vincoli e le garanzie oggi previste per il lavoro portuale verso tutto il mondo della logistica.
“Solamente con un sistema di regole solido - conclude Morini - possiamo pensare che non si realizzi una deriva, nella crisi, che rincorrendo il minor costo metta in secondo piano la professionalità e gli investimenti sulla sicurezza. Il ciclo nave deve restare un ambito in cui possa intervenire solamente il personale delle imprese terminaliste o la cooperativa portuale. Formazione e sicurezza devono continuare a essere perseguite con caparbietà ed essere elementi centrali, anche per tutte le attività che avvengono nelle aree prospicienti a quella portuale”.
© copyright Porto Ravenna News
Danilo Morini, segretario provinciale della Filt, sottolinea che per il 2014 i dati ormai definitivi, per l'anno in corso, dei traffici nel porto di Ravenna continuano fortunatamente a essere positivi e in controtendenza rispetto a un quadro generale nazionale: “I risultati positivi rappresentano un segnale molto importante per Ravenna, ma che non ci deve fare tralasciare alcuni aspetti su cui è bene riflettere.
Le commesse sono ancora a breve termine, non vi è certezza di prospettiva e la crisi ha contratto notevolmente i corrispettivi. Il dato migliore in assoluto, sia dal punto di vista occupazione che commerciale e di sostenibilità ambientale, è quello riferito alle autostrade del mare. Sono stati tolti dalla strada circa 80.000 autoarticolati all'anno ed è stato creato lavoro per 45-50 persone.
Per garantire la continuità alle attuali attività e all’occupazione, per poter pensare al futuro è vitale avviare gli interventi di escavo, per approfondire il canale Candiano, e di manutenzione e approntamento delle banchine. Le risorse sono disponibili (fino a 245 milioni di euro), il progetto definitivo è stato consegnato alle istituzioni di competenza e ora non vi sono più alibi.
Ogni soggetto coinvolto: Autorità Portuale, Ministero dell’Ambiente e dei Beni Culturali, Regione, Provincia e Comune deve assumersi la responsabilità di rendere possibile l’avvio dei lavori nel minor tempo, nel rispetto delle normative vigenti ma senza ulteriori dilazioni. I grandi committenti devono poter valutare il nostro porto come approdo possibile e privilegiato per il futuro. La qualità del lavoro, le competenze, le attrezzature sono all’altezza di questa sfida, lo devono essere anche i fondali, le banchine e gli enti pubblici.
In questo solco registriamo positivamente quanto fatto in raccordo tra Autorità Portuale e agenzie delle Dogane e delle Entrate per abbattere i tempi di sosta delle merci attraverso l’esperienza dello sportello unico e dello sdoganamento in mare”.
Danilo Morini commenta che è altresì importante, alla luce della discussione nazionale sulla riforma della portualità (ex Legge 84/94), che in sede parlamentare vengano confermate e irrobustite le tutele relative al lavoro. Deve permanere la chiarezza e la distinzione tra compagnie portuali e imprese terminaliste senza l’introduzione di improprie flessibilità per il personale dei terminal, ma cercando di esportare i vincoli e le garanzie oggi previste per il lavoro portuale verso tutto il mondo della logistica.
“Solamente con un sistema di regole solido - conclude Morini - possiamo pensare che non si realizzi una deriva, nella crisi, che rincorrendo il minor costo metta in secondo piano la professionalità e gli investimenti sulla sicurezza. Il ciclo nave deve restare un ambito in cui possa intervenire solamente il personale delle imprese terminaliste o la cooperativa portuale. Formazione e sicurezza devono continuare a essere perseguite con caparbietà ed essere elementi centrali, anche per tutte le attività che avvengono nelle aree prospicienti a quella portuale”.
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