Porti
roma
10 febbraio 2015
Modifica 84/94: ancora incertezze agli Stati Generali
Convocati a Roma i rappresentanti di tutte le categorie e gli stakeholder del settore
10 febbraio 2015 - roma - «Lo sblocca Italia ci dà i tempi e gli obiettivi per realizzare il primo piano strategico dei porti e della logistica, entro fine febbraio sarà esposto al Cdm e poi sottoposto al parere delle commissioni in Parlamento». Lo ha detto il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, a margine degli Stati Generali dei porti e della logistica.
«L’obiettivo - ha spiegato Lupi - non è né il conservatorismo né il consociativismo, anche per i porti e la logistica serve il coraggio di cambiare e costruire il futuro».
Lupi ha aggiunto che i porti e la logistica «sono un asse fondamentale per un paese come l’Italia che punta sull’industria e la manifattura».
Lupi ha poi elencato quali sono gli obiettivi della riforma: fare in modo di acquisire nuovi traffici e mercati, di attrarre investimenti e mantenere quelli che ci sono, recuperare il gap sullo sviluppo tecnologico con i concorrenti europei, semplificare le autorizzazioni e i controlli, ragionare su domanda e offerta dei porti ed eventualmente razionalizzare le autorità portuali e aumentare la concorrenza nel settore. Il ministro ha poi ricordato che saranno accolti pareri e opinioni fino a fine febbraio, quando il ministero «si prenderà la responsabilità e proporrà il piano strategico con le priorità».
Lupi ha anche aggiunto che «questa riforma è un’opportunità, non dovremmo buttare via tutto, ma serve il coraggio di cambiare, è una sfida che dobbiamo affrontare tutti insieme perché se perdiamo lo facciamo tutti».
Se questa è l’opinione del ministro, va detto che non ha sollevato applausi a sce- na aperta. Sono stati prodotti tanti documenti, ma la concretezza è ancora là da venire. Nei tanti interventi che si sono succeduti è stato sottolineato che il documento del ministro pone degli obiettivi, senza però indicare come possono essere raggiunti e in quali tempi.
I presidenti delle Autorità portuali che sono intervenuti hanno dimostrato di non avere una linea comune. C’è chi si accontenta di un ruolo di mero fattorino portuale e chi chiede poteri e risorse.
Per le Autorità portuali sono intervenuti Merlo, Di Marco, Gallanti, Costa, Forcieri che hanno portato il loro contributo: uno diverso dall’altro. Il presidente ravennate Di Marco ha insistito sulle Autorità portuali come Spa, dividendo la platea.
Le organizzazioni sindacali tutte, tra cui la Uil con il ravennate Tarlazzi, hanno rimarcato “che i sindacati non sono stati coinvolti nella fase di elaborazione e non danno giudizi fino a quando non vedono risultati e i lavoratori non sono tutelati”.
© copyright Porto Ravenna News
«L’obiettivo - ha spiegato Lupi - non è né il conservatorismo né il consociativismo, anche per i porti e la logistica serve il coraggio di cambiare e costruire il futuro».
Lupi ha aggiunto che i porti e la logistica «sono un asse fondamentale per un paese come l’Italia che punta sull’industria e la manifattura».
Lupi ha poi elencato quali sono gli obiettivi della riforma: fare in modo di acquisire nuovi traffici e mercati, di attrarre investimenti e mantenere quelli che ci sono, recuperare il gap sullo sviluppo tecnologico con i concorrenti europei, semplificare le autorizzazioni e i controlli, ragionare su domanda e offerta dei porti ed eventualmente razionalizzare le autorità portuali e aumentare la concorrenza nel settore. Il ministro ha poi ricordato che saranno accolti pareri e opinioni fino a fine febbraio, quando il ministero «si prenderà la responsabilità e proporrà il piano strategico con le priorità».
Lupi ha anche aggiunto che «questa riforma è un’opportunità, non dovremmo buttare via tutto, ma serve il coraggio di cambiare, è una sfida che dobbiamo affrontare tutti insieme perché se perdiamo lo facciamo tutti».
Se questa è l’opinione del ministro, va detto che non ha sollevato applausi a sce- na aperta. Sono stati prodotti tanti documenti, ma la concretezza è ancora là da venire. Nei tanti interventi che si sono succeduti è stato sottolineato che il documento del ministro pone degli obiettivi, senza però indicare come possono essere raggiunti e in quali tempi.
I presidenti delle Autorità portuali che sono intervenuti hanno dimostrato di non avere una linea comune. C’è chi si accontenta di un ruolo di mero fattorino portuale e chi chiede poteri e risorse.
Per le Autorità portuali sono intervenuti Merlo, Di Marco, Gallanti, Costa, Forcieri che hanno portato il loro contributo: uno diverso dall’altro. Il presidente ravennate Di Marco ha insistito sulle Autorità portuali come Spa, dividendo la platea.
Le organizzazioni sindacali tutte, tra cui la Uil con il ravennate Tarlazzi, hanno rimarcato “che i sindacati non sono stati coinvolti nella fase di elaborazione e non danno giudizi fino a quando non vedono risultati e i lavoratori non sono tutelati”.
© copyright Porto Ravenna News