Porti
ravenna
03 ottobre 2014
Filippi (PD): “La riforma è a un punto morto"
Per il componente della commissione trasporti del Senato non si media sulle finte privatizzazioni
03 ottobre 2014 - ravenna - Marco Filippi, membro della Commissione Trasporti del Senato, ha preso parte all’inaugurazione dei nuovi mezzi in dotazione al Gruppo Ormeggiatori del porto di Ravenna.
E’ stata l’occasione per fare il punto sulla riforma portuale al centro di continui rinvii.
“Oggi registriamo che la riforma è a un punto morto – commenta Filippi – dopo gli sforzi del Parlamento nella messa a punto di un documento organico, frutto del confronto con tutte le parti interessate. Il disegno di legge aspetta da ben 11 mesi la relazione della Ragioneria dello Stato. Nello Sblocca Italia sono state inserite, all’art. 29, alcune linee generali di progettualità portuale”.
Tra gli indirizzi, Filippi cita “una maggiore integrazione tra portualità e logistica in capo alle Autorità portuali. Mentre per quanto riguarda la riduzione degli enti portuali si fa riferimento alla programmazione comunitaria delle reti Ten T: quindi 14 Autorità, Ravenna compresa, più Civitavecchia in quanto porto della Capitale”.
Ci sono due punti che stanno particolarmente a cuore al senatore Filippi: i servizi tecnico nautici “per i quali ci opporremo sempre ad ogni forma di liberalizzazione” e il contrasto “alle finte privatizzazioni”.
“Nella definizione del disegno di legge fermo in Parlamento, oltre a chiarire il nuovo quadro delle Autorità portuali italiane, avevamo rivisto anche la governance superando gli attuali Comitati portuali con un Consiglio direttivo composto dal presidente dell’Autorità portuale, dalla Capitaneria di porto, dalla Dogana e dalle istituzioni che si occupano di programmazione urbanistica.
Questo organismo sarebbe affiancato da una Commissione consultiva. Inoltre, avevamo introdotto l’autonomia finanziaria. Insomma la riforma era ben delineata. Poi in queste settimane sono state messe in campo operazioni tese a stravolgere questo quadro. Si tratta di uno stravolgimento caro ad alcune Autorità portuali e al ministero. C’è chi pensa di trasformare il canone di concessione in canone d’affitto, solo nell’interesse dei privati.
Ripeto: non si media sulle finte privatizzazioni, dove nessuno ci mette i soldi. E’ finita l’epoca di chi fa operazioni speculative restando nell’ombra”.
“Sono anche contrario all’ipotesi di Autorità portuali trasformate in Spa: verrebbe meno la trasparenza nel governo della portualità. Non accettiamo che nei porti ci siano ambiti oscuri”.
© copyright Porto Ravenna News
E’ stata l’occasione per fare il punto sulla riforma portuale al centro di continui rinvii.
“Oggi registriamo che la riforma è a un punto morto – commenta Filippi – dopo gli sforzi del Parlamento nella messa a punto di un documento organico, frutto del confronto con tutte le parti interessate. Il disegno di legge aspetta da ben 11 mesi la relazione della Ragioneria dello Stato. Nello Sblocca Italia sono state inserite, all’art. 29, alcune linee generali di progettualità portuale”.
Tra gli indirizzi, Filippi cita “una maggiore integrazione tra portualità e logistica in capo alle Autorità portuali. Mentre per quanto riguarda la riduzione degli enti portuali si fa riferimento alla programmazione comunitaria delle reti Ten T: quindi 14 Autorità, Ravenna compresa, più Civitavecchia in quanto porto della Capitale”.
Ci sono due punti che stanno particolarmente a cuore al senatore Filippi: i servizi tecnico nautici “per i quali ci opporremo sempre ad ogni forma di liberalizzazione” e il contrasto “alle finte privatizzazioni”.
“Nella definizione del disegno di legge fermo in Parlamento, oltre a chiarire il nuovo quadro delle Autorità portuali italiane, avevamo rivisto anche la governance superando gli attuali Comitati portuali con un Consiglio direttivo composto dal presidente dell’Autorità portuale, dalla Capitaneria di porto, dalla Dogana e dalle istituzioni che si occupano di programmazione urbanistica.
Questo organismo sarebbe affiancato da una Commissione consultiva. Inoltre, avevamo introdotto l’autonomia finanziaria. Insomma la riforma era ben delineata. Poi in queste settimane sono state messe in campo operazioni tese a stravolgere questo quadro. Si tratta di uno stravolgimento caro ad alcune Autorità portuali e al ministero. C’è chi pensa di trasformare il canone di concessione in canone d’affitto, solo nell’interesse dei privati.
Ripeto: non si media sulle finte privatizzazioni, dove nessuno ci mette i soldi. E’ finita l’epoca di chi fa operazioni speculative restando nell’ombra”.
“Sono anche contrario all’ipotesi di Autorità portuali trasformate in Spa: verrebbe meno la trasparenza nel governo della portualità. Non accettiamo che nei porti ci siano ambiti oscuri”.
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