Niente escavi, cresce la preoccupazione

14 maggio 2015 - ravenna - Il progetto per l’escavo dei fondali portuali e l’annuncio dello slittamento in avanti dei tempi di avvio dei lavori, approda oggi in Consiglio comunale, in seguito al question time chiesto dal consigliere comunale M5S, Pietro Vandini. 
Nel documento che accompagna la richiesta di discussione pubblica, Vandini fa riferimento alle dichiarazione del presidente dell’Autorità portuale, Galliano Di Marco, del 9 maggio scorso, che “ha ammesso – scrive il 5 Stelle – in pratica che il Progettone, così come elaborato non ha più senso di esistere e si dovranno valutare altre alternative”.

Vandini rileva come il Comune, da una parte, abbia votato a favore del Piano triennale dell’AP che contiene la procedura di esproprio per reperire le aree sulle quali depositare il materiale di escavo, dall’altra però ha anche votato a favore (in quanto socio di maggioranza) del ricorso presentato dalla Sapir proprio contro tale procedura. “Di Marco gode ancora della vostra fiducia?” Si chiede in chiusura Vandini.

Sull’argomento interviene an che il capogruppo di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi: “Non è discutibile come i guai in cui è precipitato il presidente dell’Autorità Portuale Di Marco, siano frutto sacrosanto della battaglia, politicamente solitaria, che da tre anni conduco, resistendo a tutto e di più, contro il Progettone fasullo che egli ha voluto malamente imporre al porto di Ravenna. 

Sul seguito di questa battaglia farò parlare i fatti, purtroppo clamorosi, fino a che saranno questi, non le vane intimazioni verbali, a far sì che il lupo, perduti gli artigli e non avendo più denti da mostrare, tolga (o gli si faccia togliere) il disturbo. 

Ma se Di Marco, adesso, spudoratamente caprioleggiando, annuncia che si deve soprassedere “al futuro sviluppo del porto” essendo necessario preoccuparsi della sua “salvezza”, dev’essere chiaro che, prima di tutto, il porto dev’essere salvato da lui, che lo affossa: non già a causa “dei provvedimenti assunti dalla Procura della Repubblica”, la quale, puntualmente informatane passo per passo dal sottoscritto, sta solo facendo valere, sul porto e sugli immensi terreni agricoli periurbani che Di Marco vorrebbe (avrebbe voluto) indebitamente infangare, il primato della legge sull’abuso”.



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